LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Una storia spezzina

La prima Festa del mare e la prima sfida a remi

di Alberto Scaramuccia

Fuochi d'artificio al Palio 2016

Quando faremo la somma definitiva dei danni, e sono enormi, che ci ha procurato il corona virus, nel conto dovremo mettere anche le tante piccole cose della nostra quotidianità che ci sono mancate a causa contagio. È saltato San Giuseppe e con una sequenza che non avremmo voluto vedere, Pasqua, 25 aprile e 1 maggio. Poi, giusto oggi manca il tradizionale appuntamento il Palio, la festa dei campanili del Golfo dove la tradizionale rivalità si mescola alla corale voglia di divertimento quando la comunità che s’affaccia sulle onde si ritrova unita.
Non importa, lo rifaremo il prossimo anno e sarà bello il doppio perché le cose tanto aspettate quando arrivano portano maggior piacere.
Però, peccato! Per tante cose ma anche perché quest’anno ricorre il centenario della prima volta dei giochi nel regno di Nettuno.
Si chiamava la “Festa del mare” e fu avvenimento che interessò l’intero Stivale: soprattutto quello bagnato dai flutti ma certo qualcosa si fece anche dove manca l’acqua salsa.
L’evento fu organizzato dalla Lega Navale Italiana per ricordare l’affondamento della corazzata austroungarica Santo Stefano, colata a picco dalle torpediniere italiane il 10 giugno di due anni prima, quasi alla fine della prima guerra mondiale.
L’anniversario si celebrò venerdì 11 giugno 1920 e, dicono le cronache, la folla assiepata lungo la passeggiata Morin era moltitudine: proprio come per il Palio.
La manifestazione voleva consolidare l’affetto per il mare nella consapevolezza che le onde possono portare lavoro al territorio che bagnano. Allora il futuro del Golfo lo si legava al porto commerciale: dalla fine dell’Ottocento e soprattutto dopo la fine del grande conflitto.
Quel venerdì fu festa nazionale ma alla Spezia la manifestazione rivestì un carattere molto più speciale proprio per l’ambiente in cui si svolsero i festeggiamenti. Ci furono gare di voga con “lancie” (era la grafia dell’epoca) a dodici e a dieci remi ed in tutti, grazie all’addestramento ricevuto, prevalsero i marò, applauditi dagli spettatori per la bravura e per l’affetto che da mezzo secolo si manifestava qua per i solini blu. La cronaca non dice su quale distanza si disputassero le gare ma mi piace immaginare che il Palio dei giorni nostri si sia ispirato a quella festa.
Le gare di nuoto sono a coppie con ben trentadue partecipanti, un numero che la stampa compiaciuta definisce “rilevante”.
Su tutto vigila una competente Giuria di cui fa parte il Presidente della Rari Nantes Andrea Alfonso Mori. Fu un grande nuotatore per cui fu logico, quando se fece la piscina di viale Fieschi, intitolarla a Lui.

ALBERTO SCARAMUCCIA