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Cronaca

I respinti del gate B34 da ieri accampati a Malpensa

Ad una decina di cittadini dominicani residenti alla Spezia vietato l'ingresso in Italia a causa delle restrizioni Covid: "La mia famiglia a Rebocco che non vedo da cinque mesi". Via libera solo a chi ha la cittadinanza, dovrà stare in quarantena.

Un bambino dorme nella sala d'aspetto del gate B34 di Malpensa

Hanno passato la notte davanti alla porta d’imbarco B34 dell’aeroporto di Malpensa. Le donne ed i bambini stretti sulle sedute di una sala d’aspetto, gli uomini adulti sul pavimento cercando di trovare un po’ di riposo. Nell’incertezza del loro destino, dopo aver speso anche 1.500 euro per un biglietto aereo e con la loro casa alla Spezia ormai a poco più di due ore di macchina. Una casa che probabilmente non raggiungeranno. Contano il tempo che li separa dal volo che giovedì prossimo li riporterà in Repubblica Dominicana. Questo gli è stato annunciato questa mattina dalla Polizia di frontiera: per tutti loro c’è il divieto di ingresso all’interno dell’Unione Europea e l’obbligo di tornare da dove sono venuti. La motivazione: sono considerati “pericolosi per la salute pubblica” perché provengono da uno dei Paesi con cui l’Italia ha chiuso le frontiere dieci giorni fa per evitare il contagio di ritorno da Covid.
Sono una ventina di passeggeri di un volo Neos partito da La Romana domenica 19 luglio con destinazione l’Italia. A bordo tante famiglie da tempo stabilite nel Belpaese, circa una decina sono residenti alla Spezia. Beffati dalla mancata comunicazione sulle restrizioni in corso e dalle contorsioni delle leggi nostrane che rende tutto più difficile da decifrare. Chi ha cittadinanza italiana ha infatti avuto l’ok a lasciare il gate, con la promessa di spendere i prossimi 14 giorni in isolamento volontario. Chi invece ha solo il permesso di soggiorno, benché sia residente in Italia, dovrà tornare nei Caraibi. Compresi i bambini. Anche quelli nati alla Spezia ma non ancora in possesso della cittadinanza per via delle regole che privilegiano lo ius sanguinis allo ius soli.

“Io e mia madre abbiamo comprato i biglietti sabato scorso, ci avevano rassicurato che non ci sarebbero stati problemi. Vivo alla Spezia dal 2007 ma non ho la cittadinanza, vado di permesso di soggiorno temporaneo in permesso di soggiorno temporaneo e per questo non potrò tornare a casa. E pensare che la scorsa settimana ho fatto il tampone a Santo Domingo per cautelarmi e sono risultato negativo”. Josue Jasiel Eduardo ha 27 anni ed è uno dei “prigionieri” del gate. Una casa a Rebocco e la prospettiva di iniziare la stagione da aiuto cuoco al ristorante “La medusa” di Porto Venere. Soprattutto la voglia di riabbracciare la moglie e il figlio di 2 anni, che non vede da oltre cinque mesi. “Ero in Repubblica Dominicana da febbraio con un biglietto aereo di ritorno prenotato per l’11 marzo – ricorda -. Poi è arrivato il Covid, le frontiere chiuse, l’Italia in lockdown e i voli cancellati. Oggi sono qui con mia sorella, che a sua volta ha un bimbo di due anni in braccio. Nato alla Spezia, ma siccome la madre ha solo il permesso di soggiorno, anche lui respinto”.

“E’ una situazione gravissima e paradossale”, protesta Maria Peralta dell’Associazione dominicani organizzati alla Spezia. “Tra le persone bloccate al confine ci sono famiglie che vivono alla Spezia da tantissimi anni e che hanno speso molti soldi per affrontare il viaggio. Hanno atteso per settimane che finissero le limitazioni ai viaggi dall’Italia, quando il contagio spazzava l’Europa, e ora non possono tornare alle loro case. Per quale motivo chi ha il permesso di soggiorno dovrebbe essere più pericoloso per la salute pubblica di chi invece ha la cittadinanza?”.
Ci sono poche ore per trovare una soluzione, giovedì attorno a mezzogiorno è previsto il volo di ritorno con lo stesso vettore che li ha riportati in Italia. Nel frattempo si centellina la batteria degli smartphone e si fa la coda per i servizi igienici dell’aeroporto. Ieri sono stati rifocillati con un pasto “al sacco”: un panino, biscotti e qualche cassa d’acqua. Una ragazza si è sentita male dopo aver mangiato alcuni di questi viveri d’emergenza, molti di loro sono digiuni da parecchie ore. Il bar è off limits, così come le aree comuni dell’aeroporto. Hanno chiesto di poter avere delle brande su cui far dormire i bambini e le persone più anziane. Da questa notte potranno riposare su alcune sdraio da spiaggia fornite dalla compagnia aerea.

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