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Nella seconda giornata di bilog

La logistica crede nel bio Gnl: il prezzo lo farà il mercato

Tavola rotonda su quello che si candida per essere il combustibile del futuro per il trasporto su gomma e per la chiusura dell'economia circolare legata ad allevamenti, scarti agricoli e rifiuti organici.

Import 2019

Il porto spezzino punta a portare la percentuale di trasporto su ferro dall’attuale media annuale del 33 per cento al 50, sperando nel famigerato raddoppio della linea Pontremolese. Ma a Bilog si è parlato anche di trasporto su gomma, elemento imprescindibile per qualunque scalo e attività logistica.
E nel 2019 la mobilità non può che cercare di essere maggiormente sostenibile. Per questo il tema della tavola rotonda della mattinata è stato quello dello sviluppo di un sistema logistico che si sganci sempre di più dai combustibili fossili, passando dal diesel al Gnl e da questo al bio Gnl.

“Prima che di aziende abbiamo bisogno di persone”, ha detto in apertura Daniele Testi, presidente del consiglio direttivo di SosLog per conto di Contship.
Una frase che ha racchiuso in poche parole lo spirito che ha pervaso il dibattito, quello di chi è consapevole che nei costi aziendali della produzione o del trasporto delle merci bisogna includere anche l’impronta ambientale, anche quando non compare nei bilanci.
E’ così che Ugo Peruch, responsabile del Servizio agricolo di Mutti, ha illustrato i grandi numeri dell’azienda produttrice di pomodori in scatola e salsa di pomodoro, spiegando come gli investimenti per il miglioramento della sostenibilità ambientale non debbano tradursi in aumento di prezzo sullo scaffale, ma possano essere un elemento di distinzione nel presentarsi come azienda attenta alla qualità del prodotto, ma anche all’ambiente.
Anche grazie a scelte come queste il fatturato è raddoppiato negli ultimi dieci anni e ha raggiunto la soglia dei 300 milioni di euro, facendo guadagnare una quota del 35 per cento del valore di mercato in Italia, la leadership in Europa e la consapevolezza di poter crescere ancora. “Le prossime sfide – ha concluso Peruch – saranno lo sviluppo internazionale, l’innovazione e il tema ambientale. Abbiamo stretto rapporti di collaborazione con il Wwf e con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, ma non intendiamo fermarci qua”.
Tra i relatori anche i produttori di bio Gnl, come la “piccola” azienda Dentro il sole (80 milioni di fatturato), rappresentata da Sergio Caimi e impegnata nello sfruttamento della circolarità del settore agricolo con quattro raffinerie a bio Gnl in fase di realizzazione, o come il colosso francese Air liquide (21 miliardi di euro di fatturato), leader mondiale nella produzione di gas tecnici, con 70 stazioni di biometano in Europa, 10 pompe di azoto liquido e 12 unità di produzione di biometano, rappresentato da Gabriel Marin.
Presente anche uno dei possibili clienti finali della filiera del bio Gnl, ovvero Dario Cingolani, in rappresentanza di LC3, azienda con 230 dipendenti e 190 veicoli, 5 dei quali con motori alimentati a Gnl e con rimorchi refrigerati ad azoto liquido, quindi con impatto ed emissioni zero. “Per primi in Italia – ha spiegato – abbiamo fatto questa scelta anche perché in città come Genova e La Spezia il porto è praticamente in città, ora aspettiamo l’avvento del biometano per ridurre ulteriormente il ricorso a combustibili fossili”.
Quale sia la portata presente e futura della combustione a Gnl e bio Gnl lo ha spiegato
Massimo Santori, responsabile delle relazioni istituzionali di Cnh industrial Iveco: “L’elettrico non è maturo per i camion, soprattutto perché questi devono trasportare merci, non batterie, e perché non si hanno ancora garanzie di autonomia sulle lunghe distanze. Le uniche alternative al diesel sono oggi Gnl e bio Gnl. Abbiamo nella nostra gamma mezzi a Gnl che hanno un range di 1.600 chilometri, una cifra che non sarà raggiungibile dall’elettrico per i prossimi 30/40 anni. Ci sono 6.000 veicoli Iveco a Gnl sulle strade, e di questi 1.100 sono in Italia. Per questo sono contento che sia stato annunciato dal sindaco Paola Sisti l’imminente realizzazione di un distributore di Gnl a Santo Stefano. Era ora che anche la Liguria muovesse un passo in questa direzione e a tal proposito mi domando dove sia finito il tavolo sul Gnl che era stato convocato a giugno dalla Regione”.

La questione ambientale si conferma così decisiva anche per il mondo della logistica e la produzione di bio Gnl può chiudere il cerchio dell’economia del settore agricolo che confeziona le merci che saranno trasportate dai tir. Un circolo virtuoso nel quale l’unica vera incognita è il valore del prodotto finale e il costo per le aziende del trasporto.
“Non ci sarà raddoppio del prezzo nel passaggio tra Gnl e bio Gnl. Si cercherà la compatibilità con il mercato e il sistema incentivante e la produzione da scarti possono rendere il prodotto competitivo”, ha concluso Marin.

La sfida che resta sul tavolo, stando alle conclusioni tratte dai partecipanti alla tavola rotonda moderata da Renzo Povedel, vicepresidente del consiglio direttivo SosLog, è il coinvolgimento della committenza. Il dibattito ha lasciato anche la consapevolezza dell’esistenza di una catena del valore e della circolarità che orbita intorno al bio Gnl, un combustibile intorno al quale stanno scattando interessanti sinergie e che vede l’Italia leader nella produzione. Non ci sono scuse per perdere ulteriore tempo.

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