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Dal comitato "no pillon" della spezia

"Il Ddl Pillon è uno scarabocchio contro le donne"

Incontro nel salone della Provincia con Annamaria Bernardini de Pace e l'associazione "Maison Antigone". D'Aquilio e Ruccio: "Viola addirittura i patti lateranensi"

Il convegno organizzato dalla sezione spezzina del comitato "No Pillon"

“Il decreto Pillon è uno scarabocchio”. Così si è aperto l’intervento dell’avvocatessa Annamaria Bernardini de Pace nel corso dell’incontro “Ddl Pillon affido condiviso o bambini a metà?” che si è tenuto nella salone della Provincia della Spezia organizzato dal direttivo spezzino dell’associazione nata per contrastare il decreto.
A intervenire, oltre a Bernardini de Pace, anche Simona D’Aquilio avvocatessa familiarista vice presidente dell’associazione Maison Antigone di Roma e la psicologa e psicoterapeuta Bruna Rucci.
La platea, omogenea e per lo più al femminile, ha ascoltato con attenzione gli interventi delle relatrici per le quali i decreto Pillon è totalmente da buttare.
“Questa legge è violentemente contro le donne – ha spiegato ai taccuini di Città della Spezia Annamaria Bernardini de Pace – . E’ un lamento pazzesco dei padri separati e le donne non solo le donne non sono tutelate ma con tutta questa legge si vorrebbe ritornare a una famiglia dove la popolazione femminile sta a casa, cura i figli con assoluta libertà del marito, senza la possibilità di separare. In un caso di separazione valendo la legge Pillon, che io chiamo scarabocchio Pillon, la donna si trova malissimo. Si vuole eliminare il reato che punisce chi non presta assistenza economica alla famiglia. I tempi sono partitetici, nessuno da e prende l’assegno di mantenimento, non c’è più l’assegnazione della casa coniugale perché resta a chi è proprietario, se poi la donna volesse restarci deve pagare un indennizzo. E’ una legge misogina contro le donne a favore della violena”.

“Gli avvocati – ha proseguito Bernardini de Pace – devono essere presenti perché sennò non vale l’accordo ma non durante la mediazione, quindi nessuno può far valere l’interesse dei propri clienti. C’è una violazione della Costituzione laddove nell’articolo 24 prevede il diritto di difendersi. Così non si è difesi”.

L’associazione Antigone è stata fondata nel 2017 e supporta le donne, cittadine italiane e non, vittime di violenza psicologica, verbale, fisica, sessuale, stalking e mobbing. L’associazione vuole rappresentare una casa sicura, ma soprattutto una risorsa per donne bisognose di aiuto, che si trovino a vivere momenti di difficoltà per qualunque motivo: professionale, familiare, sociale, medico-sanitario, economico. Maison Antigone sta seguendo con attenzione tutte le fasi sul decreto Pillon andando anche a “scovare” numerose criticità oltre a quelle già discusse nella pubblica piazza.

“Dal punto di vista giuridico – ha spiegato la legale e vice presidente di Maison Antigone Simona D’Aquilio – il costrutto di questo disegno di legge è finalizzato a indurre le donne a essere impaurite dalla separazione. I diritti vengono talmente affievoliti in un paese come il nostro dove la disoccupazione delle donne è altissima significa affossare la possibilità di una donna, tradita o maltrattata, di allontanarsi da quell’uomo perché togliendo un assegno di mantenimento per sfamare i figli. Non stiamo parlando di donne che speculano sulla separazione. Anche togliere la casa coniugare significa togliere il fulcro della tranquillità psicologica del bambino e della donna. Nel nostro ordinamento erano nati per aiutare le donne a levarsi da certe situazioni. Questo decreto spaccia una bigenitorialità a tutti i costi per qualcosa che non è, perché va a colpire la libertà delle donne di separarsi”.

Per la vice presidente: “Se la madre o il bambino non vengono ‘creduti’ possono essere accusati di essere alientanti. E’ un elemento pericolosissimo”,

“Vengono inseriti elementi pericolosissimi – ha spiegato la dottoressa Bruna Rucci terapista e consulente di Maison Antigone -. Pensiamo all’alienazione. Non ci sarà scampo per donne e bambini. Il concetto di alienazione genitoriale è nata nei primi anni ’80 negli Stati Uniti per difendere i padri pedofili. Questo sistema si è rivelato fallimentare, perché instilla il dubbio che la dichiarazione di un bambino possa non essere vera perché condizionato da una madre ‘malevola’. Noi sappiamo che la paura di un minore non può essere condizionata da nessuno, il timore è qualcosa di biologico legato alla sopravvivenza della specie e che non passa dalla sfera cognitiva”.

Sia per Rucci che per D’Aquilio il rischio è che con l’entrata in vigore del decreto Pillon rischia di svuotare i centri antiviolenza. “E’ un problema – hanno proseguito – perché sostanzialmente vengono scoraggiate le donne che vogliono denunciare. Hanno già molta paura perché viene loro detto che l’affidamento è condiviso e che il bambino deve comunque frequentare il padre. Se una donna fino ad ora aveva la certezza di potersi affidare a un centro, le istituzioni non riusciranno più a far parlare queste donne. Il punto che è si rischia che le donne non possano allontanarsi da un partner violento. Già questo è un abuso”.

Per Maison Antigone questo ddl e i suoi collegati vanno ritirati e non sono da considerarsi meno pericolosi. Intanto vanno avanti le audizioni di tutte le associazioni che lo hanno chiesto per la discussione del ddl Pillon e Maison Antigone ha scovato alcuni particolari cavilli che hanno prodotto un corposo documento di oltre 200 pagine disponibile sul sito del Senato. “Anche nelle leggi attuali – hanno spiegato – andrebbero rivisti perché donne e bambini non sono tutelati. La nostra presidente Michela Nacca, avvocato rotale, ha notato delle storture con i patti lateranensi attualmente in vigore. E diciamo che un componente del ‘Family day’ traballa davanti a queste contestazioni”.

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