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Il convegno

"Il turismo deve fare bene all’ambiente"

Convegno del Cai sul ruolo dei Parchi. Il direttore del Parco nazionale delle Cinque Terre ricorda l'importanza della coltivazione della vite.

Vendemmia

Il Convegno CAI TAM (Tutela Ambiente Montano) “Il ruolo dei parchi” nella splendida cornice di Manarola ha ottenuto una significativa partecipazione di pubblico e di operatori interessati. Ha visto la partecipazione di una molteplicità di figure messe al tavolo a confrontarsi, tutte interessate e propositive, e di un pubblico appassionato addetto ai lavori. Ci ha pensato il presidente del CAI della Spezia e presidente della Commissione regionale TAM, Laila Ciardelli, ad introdurre e moderare la discussione, sottolineando la necessità di sinergia tra Parchi e territorio e di approcciarsi al sentiero ed al viaggio da viandanti, con l’animo e l’entusiasmo dei ragazzi. Il turismo deve far bene all’ambiente. E il CAI è una comunità che elabora pensieri sui sentieri.

Il vice Presidente del Parco delle Cinque Terre, Enzo Resasco, nel corso del suo intervento ha rilevato ancora una volta la necessità di moderare il turismo occasionale (“mordi e fuggi”), che rischia di disaggregare le risorse messe in campo: non si può più rimandare insomma un salto di qualità nella politica ambientale. Presente anche l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai che quando ha preso la parola ha parlato della tutela della biodiversità ed ha ritenuto di sottolineare la necessità di porre attenzione e occhio all’importanza della promozione del vino ligure, che deve trovarsi, oltre che sulle tavole degli Italiani, nella carta dei vini e nella cantina di ogni esercizio ristorativo della Liguria, pur restando prodotto tipico e di nicchia. “È opportuno, più che aumentare la produzione, tutelare l’alta qualità, avviando una campagna di comunicazione in tal senso” – ha spiegato. Mai ha inoltre riferito della campagna di riparazione di molteplici rifugi e posti tappa e degli interventi a favore della zootecnica, citando ad esempio il progetto regionale che vede coinvolto come capofila il Parco Antola, che mette a disposizione degli allevatori sistemi di protezione di vario tipo, attivi e passivi, dai danni che possono essere causati dagli animali selvatici. L’idea della “Squadra Liguria”, che vede operare sinergicamente Enti Pubblici, tra cui annoveriamo anche i Parchi, Associazioni e cittadini, deve permeare l’azione comune.

È emerso nella trattazione, grazie alla guida della moderatrice Laila Ciardelli, il filo rosso della tutela e della conservazione del sentiero, fatto culturale e mai naturale, che va percorso consapevolmente. Attesa anche per il contributo del direttore del Parco delle Cinque Terre, Patrizio Scarpellini, anche perché il periodo di alta stagione turistica volge al termine: “Le cantine non devono diventare negozi – ha detto parlando della produzione vinicola nei giorni di vendemmia -, pena la perdita dell’identità territoriale. Gli esercizi di ristorazione sono tenuti ad offrire il vino locale, accoppiato ad un’offerta gastronomica di prodotti locali, anche di comuni limitrofi naturalmente, di elevata qualità, al fine di garantire un’offerta lungimirante, con effetti positivi a lunga durata nel tempo”.
Particolarmente struggente è stata la frase “Tutti noi siamo proprietari del patrimonio Unesco rappresentato dalle Cinque Terre, perché collaboriamo a farle vivere”. Il direttore ha parlato della formazione effettuata a favore delle guide del Parco (oltre 100), finalizzata allo svolgimento dei compiti affidati in sintonia con le politiche ambientali del Parco, e della collaborazione stretta e continua con il Cai, che fornisce opportune indicazioni e suggerimenti per lavorare in sicurezza. La monorotaia è stata citata ed esaltata come corollario del faticoso lavoro agricolo nel Parco e come elemento paesaggistico: di sicuro non è una strada vicinale, come viene frequentemente classificata e “quotata”.

Nel giro di voci anche il consigliere regionale Claudio Muzio che ha sottolineato l’opportunità di un’azione comune che coinvolga tutti i portatori di interessi. “La bellezza del territorio è una risorsa inestimabile che sta diventando un grande problema: va tutelata dall’azione dell’uomo, con interventi necessari e non eccessivi: niente di più, niente di meno. Nelle Cinque Terre è stata svolta un’azione di marketing ad altissimo livello, promuovendo il territorio e la sua bellezza in maniera egregia e vincente. Nessuno in partenza avrebbe potuto immaginare una crescita esponenziale del turismo globale e di massa. Il problema è ora la gestione del flusso turistico, in accordo con la tutela del territorio”. Il consigliere ha proposto alcune riflessioni, quale un’azione di sistema che veda coinvolti tutti soggetti portatori di interessi economici, ambientali e istituzionali”, con l’obiettivo sia della promozione di una bellezza identitaria basata esclusivamente sulla promozione dei prodotti tipici locali legati al territorio (innalzando la qualità, si fa filtro), sia della distribuzione dei flussi turistici con il coinvolgimento dei territori circostanti e degli altri parchi regionali, sia del lavoro puntuale e incisivo con gli operatori turistici la cui finalità, oltre al profitto, deve essere quella di educare il turista, perseguendo l’obiettivo finale di un “Turismo Ambientale” che sia rispettoso del bene che lo ha attratto.

L’Europarlamentare Brando Benifei ha parlato dei progetti europei già avviati e dell’opera di semplificazione sulla presentazione e sulla rendicontazione che l’UE porta avanti proprio per agevolare l’unità di intenti a cui ogni Ente e persona o associazione coinvolta è tenuta per il bene comune. Dal canto suo il Presidente del Parco Montemarcello Magra Vara, Pietro Tedeschi, ha sottolineato l’importanza di porgere attenzione alle criticità del territorio, dai reflui dei frantoi al piano nautico ai pericoli insiti negli alvei dei fiumi. Si è soffermato sulla necessità di effettuare la manutenzione dei rivi anche secondari e la pulizia costante dei boschi. Ha ribadito che il Parco è pronto a idee, progetti, programmi e proposte.

Dopo il saluto del consigliere Raso del Comune di Monterosso, il Presidente regionale del CAI Liguria, Giani Carravieri, ha ricapitolato brevemente la storia cinquantennale dello sviluppo dell’attenzione del CAI alla Tutela Ambiente Montano ed ha specificato che il Cai è presente su ogni tema ambientale e di parco, come testimonia l’accordo triennale Regione/CAI, già a terzo anno di attività, che ha implementato l’attività sui sentieri, anche con collaborazione della FIE, in particolare sul Sentiero Liguria e sull’AVML. Ha trattato il tema della sicurezza, già emerso nei precedenti interventi, e ha ricordato come le Giornate nazionali che festeggiano temi ambientali, quali la prossima Giornata dei Sentieri Liguri e poi quella dell’Acqua, dei Cammini storici e dei Sentieri CAI e In Cammino nei Parchi, siano esempi della collaborazione e della interazione tra Enti, associazioni e territorio.

Roberto Costa della Federparchi ha spiegato l’evoluzione legislativa della tutela dei Parchi, non ancora attuata a livello nazionale, ma in via di svolgimento nell’Assemblea Legislativa ligure. In sintesi, ha ricordato la salvezza del parco di Montemarcello Magra e l’importanza della prossima trasformazione del Parco di Portofino da regionale a nazionale, con molta attenzione ai fondi, sempre scarsi, in rapporto alle necessità emergenti. Ha evidenziato i molti fronti su cui tenere alta la guardia per la difesa del territorio. Uno è la mancata attivazione del Parco del Finalese, un’occasione mancata. Un altro è la soppressione delle aree contigue nel Parco dell’Aveto, su cui sono nel tempo stati usate molte risorse economiche regionali, con il relativo dubbio che tale scelta possa voler agevolare il mondo dei cacciatori. E ancora un dubbio: la Liguria ha un numero elevatissimo di cacciatori, a cui non corrisponde una diminuzione dei cinghiali e degli animali selvatici (a rischio dei muretti a secco, dei sentieri e degli allevatori): perché?
Costa ha poi evidenziato l’importanza che legislativamente possa essere previsto e regolato un marchio del Parco, secondo canoni predeterminati e con l’avallo della Regione.

Il Presidente del Parco dell’Antola, Daniela Segale, ha parlato del progetto pilota di aiuto degli allevatori, già affrontato da Gianni Carravieri, e ha affrontato il tema del sostegno da dare a tutti i comuni del Parco dell’Antola, bellissimo ma sicuramente meno frequentato del Parco delle Cinque Terre. È stata indicata la strategia di aderire alla filosofia dei Borghi Autentici d’Italia, che non è un marchio ma uno stile di accoglienza del turista come se fosse un residente. Ha parlato del proprio marchio “Sapori del Parco”, che nel tempo prenderà il nome del Parco e che premia e promuove prodotti locali. Il Direttore del Parco dell’Antola, Federico Marenco, ha iniziato citando i versi di Giorgio Caproni e ha sinteticamente valorizzato la necessità nel Parco di una burocrazia leggera, dinamica, che umanizzi il lavoro svolto dal Parco a tutela del territorio e dei suoi abitanti. La scelta attuale è, sulle orme di Pitagora, abbandonare le strade e prendere i sentieri o, meglio, ampliare il viaggio.

Il Direttore del Parco dell’Appennino Tosco Emiliano, Giuseppe Vignali, ha descritto l’attaccamento al territorio ligure (e in particolare delle Cinque Terre), quale naturale prosecuzione del Parco, a dimostrazione che l’uomo ha confini estranei a quelli amministrativi, che fanno parte del suo essere persona. Ha portato l’esempio della scala affacciata sul mare quale fulgido e splendido esempio di sostenibilità. Una manciata di piccole case aggrappate alla scogliera a picco sul mare, in origine cantine per la vinificazione delle uve dei vigneti circostanti. Una scala che resiste dopo secoli. Un incanto (per inciso, tra i partecipanti al Convegno si aggirava, se non sbaglio, Luca Natale, dell’Ufficio Stampa del Parco, che ha grosse “colpe” nell’aver reso noto quel paradiso al mondo).

Maurizio Cattani, consigliere del CAI, ha sottolineato la necessità di porre attenzione ai principi cardine del rispetto, dell’educazione, della formazione e della comunicazione, tutti interconnessi. La promozione e la frequentazione delle zone meno note è fondamentale per il buon vivere di tutti e per meglio assaporare il viaggio e il territorio. E’ opportuno una cartografia comune su tutto il territorio nazionale e regionale, naturalmente, per dare unitarietà all’ambiente con massima attenzione alla sicurezza.

Il Presidente nazionale della Commissione centrale della Tutela Ambiente Montano, Filippo Di Donato, ha ricordato con passione che la Liguria è un importante luogo di sperimentazione. Il CAI si è dato regole e autoregole che sinteticamente sono riportate nel Bidecalogo, un documento liberamente adottato dal CAI quale linea di indirizzo e di autoregolamentazione in materia di ambiente e tutela del paesaggio. Occorre porsi domande sulle questioni del cambiamento climatico, dell’inquinamento e del consumo del suolo. Sono tre temi che richiedono una sola linea di azione: quindi armonizziamo le azioni, prendiamo consapevolezza del quotidiano e guadiamo al futuro.

Attenzione ad acqua, aria e suolo tre beni determinanti a cui corrispondono le Giornate cardine del CAI, già descritte dal Presidente del CAI Liguria, dedicate all’acqua, ai sentieri e al cammino. Necessari e insostituibili sono informazione, educazione e formazione. Ricordiamo, infine: quando si cammina, si apprende.

Fabrizio Cappellini della Fondazione Manarola ha descritto l’attività dell’associazione, che si è posto il fine di costituire un anfiteatro di quasi 11 ettari dove i muretti a secco vengono o verranno ripristinati e dove si prativa attività di formazione continua al fine di trasferire le conoscenze degli anziani, in particolare nella costruzione dei muretti a secco e nella manutenzione del difficile territorio delle Cinque Terre. Mediante lo strumento della donazione sono stati acquisti quei micro fondi agricoli che, nel tempo, i proprietari e i loro eredi avevano abbandonato e dimenticato. Il Parco aiuta in vari modi la Fondazione, a titolo esemplificativo garantendo la pulizia con persone della “banca del lavoro” e facendosi carico delle spese di fornitura e trasporto delle pietre necessarie al ripristino dei muretti. È stato avviato un programma pluriennale di sostegno per le aziende del luogo (quasi tutte aderenti alla Fondazione): l’importante è – come sempre – fare squadra, non essere più soli, e all’azione comune si arriva proprio con le azioni concrete, che convincono le persone.

E poi Marzia Raggi della Cantina Sassarini ha dato seguito e continuazione al precedente relatore. Con l’alluvione del 2011 sono andati persi parecchi terreni. Con fatica e con molto lavoro ha acquisito e recuperato molti vigneti e ha iniziato a produrre il suo vino. Il progetto nasce da una parte da un’esigenza di recupero, dall’altra dal desiderio di mantenimento del fragile territorio. Da imprenditrice agricola, porta avanti il messaggio del ripristino e del mantenimento del territorio. Senza l’agricoltura, il terreno non regge. La difficoltà principale di gestire terreni nelle Cinque Terre è la parcellizzazione: è quasi impossibile avere i vigneti collocati in un’unica zona. Il Parco è molto attivo sul lato agricolo e sta portando avanti progetti che aiutano i viticoltori locali. L’imprenditrice ha sostenuto che lo sviluppo delle Cinque Terre potrebbe passare anche attraverso un aumento della produzione vinicola, fermo restando il mantenimento dell’alta qualità dei prodotti: l’aumento sarebbe possibile recuperando un maggior numero di terreni e coltivandoli a vigneto. Il Parco diventerebbe così un giardino botanico in larga scala.

E, con il sapore dolce della frase “sentieri da conoscere sentieri da gustare”, citata dalla moderatrice, il convegno si è avviato alla chiusura con l’intervento di Silvano Zaccone del Consorzio Il Cigno, che ha evidenziato che i Parchi devono essere espressione delle Comunità, mai delle forze politiche. Il Consorzio è nato nel 2008 per volontà di 9 Comuni e 2 Comunità montane, al fine di creare una rete solidale in grado di dare forza all’entroterra spezzino. In questi anni molte cose sono cambiate: il rischio concreto è la perdita di identità di un territorio a cavallo fra due regioni, Liguria e Toscana, che è la Lunigiana storica, la piccola patria comune di tutti i liguri apuani. Da qui bisogna ripartire per riaffermare con forza la nostra identità prima che scompaia per sempre. Alla sfida della globalizzazione non bisogna sottrarsi guardando al mondo che ci circonda con coraggio, recuperando tradizioni e valori comuni. Zaccone ha ricordato che il Consorzio, in quanto rete solidale, mette a sistema debolezze per farle diventare una forza e realizza eventi per lo più collocati in realtà piccole ma significative. Ha sottolineato che è fondamentale per l’Entroterra mantenere il rapporto privilegiato con la Riviera, mediante i sentieri di collegamento fra mare ed entroterra, soluzione imprevedibile in passato, ora scelta quasi obbligata per arrivare camminando ad un’offerta turistica adeguata. La Val di Vara e la Lunigiana dialogano con le Cinque Terre mettendo a disposizione le proprie eccellenze, proprio perché non hanno scordato, ma valorizzato, il proprio passato.

Il Convegno si è chiuso ripensando alle parole con cui il Presidente della CCTAM Di Donato ha concluso il suo intervento, condivise da tutti noi presenti.: “È stato un piacere tornare, Parco dopo Parco, a vivere la Liguria, passo dopo passo”. (fonte: parks.it – per la CrTAM Liguria, il segretario Marina Abisso Ferrazin)

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