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Politica

Mcl da San Terenzo: "Radici cristiane volutamente ignorate"

Un convegno dedicato al lavoro. Ospite anche il sindaco de capoluogo Pierluigi Peracchini, che ha attaccato "lobby e poteri forti".

'Al lavoro per il bene comune'

Riceviamo dal Movimento Cristiano Lavoratori

«Un uomo che metteva la fede al primo posto, e proprio per questo era appassionato alla vita, ed amava la moglie, la famiglia e gli altri. Accoglieva tutti con un sorriso. Ha detto “sì” a Cristo, avventurandosi nella Sua sequela, in particolare nell’impegno sociale». Così, Piergiorgio Sciacqua, vice-presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL), ha tratteggiato la figura di Amerigo Lupi al convegno “Al lavoro per il bene comune” tenutosi sabato mattina a San Terenzo. Sciacqua ha evidenziato che la campagna elettorale trascura completamente il tema del lavoro, nonostante i livelli di disoccupazione siano estremamente preoccupanti. E ha parlato di un’ «Europa oggi burocratica e tecnocratica, radicale e relativista», mentre bisogna rimettere al centro la persona, e ripartire dalle radici cristiane dell’Europa, oggi volutamente ignorate. «Ognuno deve concorrere al bene comune. Solidarietà e sussidiarietà devono tornare al centro di una formazione, anche personale, che non può essere lasciata a se stessa e nemmeno nelle mani di una industria 4.0 intesa come produzione attraverso i robot di una ricchezza che non viene più distribuita tra i lavoratori», ha concluso Sciacqua.
Dopo la Messa celebrata in rito antico da Don Andrea Cappelli, il convegno si è aperto col saluto dei sindaci della Spezia e di Lerici. Pierluigi Peracchini ha ricordato lo spessore umano di Lupi ed evidenziato il suo ruolo nel contribuire ad un movimento popolare alternativo al «nichilismo, che viene imposto da lobby e poteri forti» attraverso il “pensiero unico”. Leonardo Paoletti ha sottolineato la natura come fonte del diritto e si è detto fiducioso che «pur in un momento difficile, i nostri valori vinceranno».
Marco Muro, consigliere delegato alla famiglia del Comune di Lerici, ha presentato alcune soluzioni concrete per un territorio con un’età media tra le più alte d’Europa. Bisogna invertire un evidente e preoccupante declino demografico. Il fattore famiglia – che Lerici applicherà per primo tra i comuni liguri – rispetta le esigenze delle famiglie più numerose e sarà varato nell’anno scolastico 2018-19, col servizio di refezione scolastica per scuola materna e primaria.
Apprezzamento per Lerici battistrada per il fattore famiglia è stato espresso da Remo Righetti, presidente del Forum delle Famiglie, che ha ribadito l’impegno dell’associazionismo pro family per diffondere su tutto il territorio politiche a favore della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
Giorgio Scotto, consigliere provinciale MCL, ha presentato l’associazione “Familia”, opera del MCL per favorire le famiglie alla ricerca di colf, badanti e baby-sitter. Scotto ha anche annunciato la prossima apertura del circolo MCL “San Venanzio” a Sarzana.
«La disoccupazione, oggi, è dovuta non alla mancanza di lavoro da svolgere, ma di soldi con cui pagarlo», ha detto l’economista Francesco Lodi, che ha portato l’esempio della ricostruzione dell’Aquila, bloccata proprio dalla mancanza di investimenti pubblici a causa del vincolo, arbitrariamente definito, del 3% del rapporto deficit/pil. «Se il denaro è necessario per compiere dei lavori, bisogna che esso venga emesso. Questa non è inflazione. La moneta deve servire e non servirsi dei popoli. Per questo, deve essere emessa non a debito». Attualmente, le politiche monetarie sono fatte da poche banche – che con Basilea 3 hanno deciso una riduzione della liquidità – e gli Stati devono adeguarsi, cercando di intercettare gli investimenti competendo sul costo del lavoro, quindi riducendo le garanzie per i lavoratori. In una recente lettera al Corriere della Sera, un dipendente Amazon descrive le condizioni di lavoro esasperate, che permettono alla multinazionale statunitense di offrire prezzi molto più bassi rispetto ai negozi locali, ma attraverso lo sfruttamento del personale sette giorni su sette e ventiquattr’ore su ventiquattro.

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