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Una storia spezzina

Le strade del Sottoprefetto Santorre

di Alberto Scaramuccia

Viale Mazzini e i giardini monumentali

Annibale Santorre conte di Santarosa, classe 1785, fu patriota in una nobile famiglia che nutriva forti sentimenti unitari in momenti in cui l’Italia era solo un’espressione geografica. Ovviamente, fu napoleonico, la Francia rappresentando allora il riferimento obbligato per chi volesse scrollarsi di dosso la dominazione austriaca, anche se si sapeva abbastanza bene che solo gli ingenui creduloni si potevano aspettare gesti di altruismo dall’Empereur.
Tramontata la stella di Bonaparte, Santorre s’impegnò ad altissimi livelli istituzionali nel tentativo costituzionale del Piemonte nel 1821 e poi andò a combattere per la libertà della Grecia dai Turchi dove a Sfacteria trovò la morte armi in pugno.
Nel 1958 la viuzza che, costeggiando la facciata occidentale del Municipio, prosegue via Tolone fino al viale Mazzini, gli venne intitolata perché nel biennio 1812-14 durante la dominazione francese Santorre fu Sottoprefetto della Spezia, un’esperienza amministrativa di cui ancora oggi sappiamo poco.
Cosa tanto più interessante quanto poco nota, è che questa che abbiamo detto non è la prima strada che ricordi il nobile piemontese. Infatti, ce ne fu un’altra che, guarda tu il caso, costeggiava il vecchio Palazzo Municipale di piazza Beverini: un paio di strade distanti nel tempo, ma accomunate nell’essere a ridosso della sede amministrativa della città. Immagino che in entrambi i casi la scelta sia dipesa proprio dalla lontana esperienza da Sottoprefetto.
Se le cose stanno così, allora l’intitolazione del 1958 non fu decisa per rimediare ad una dimenticanza a distanza di 133 anni della scomparsa della persona che si voleva ricordare, ma fu solo la ripresa di un nome che, penso con fondatezza, i bombardamenti dell’aprile 1943 avevano cancellato dallo stradario cittadino, anche se quella non fu quella la disgrazia peggiore causata dalle incursioni aeree.
Come che stiano le cose, cento anni fa di questi giorni gli antenati nostri elevavano alti lai ché la strada accanto all’antico Palazzo Cenere, era ancora sterrata e non si decidevano a lastricarla, incolpando la Giunta di centro sinistra (di quell’epoca là, niente in comune con oggi) di non volere fare bella una strada troppo vicina a Santa Maria: la via stava davanti all’antica Cattedrale ed il programma anticlericale dell’amministrazione del tempo non prevedeva migliorie in loco.
Quelle querimonie fanno un po’ il paio con le lamentele che alziamo noi oggi a vedere lo stato di qualche nostra strada moderna pavimentata di recente.
Allora, però, era stato il non fare; oggi è stato il fare in modo assai discutibile.