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Il gigante buono del Palio diventa secondo allenatore della nazionale romena

Marius Bacaoanu ha vissuto nove anni in Italia e racconta a CDS la sua esperienza e commenta il suo nuovo incarico: "Per me è un sogno che si realizza".

Marius Bacaoanu nelle stagiorni remiere con il Tellaro e il Cadimare.

Trentatrè anni compiuti a maggio. Una brillante carriera sportiva alle spalle e l’abbraccio con la Spezia e il Palio del Golfo che Marius Bacaoanu ora dovrà salutare perchè è diventato secondo allenatore della nazionale romena. Per lui si realizza il sogno della vita e della Spezia conserverà, per fortuna un bel ricordo, perchè lo ha saputo accogliere e ne ha potuto vivere l’essenza migliore quella senza pregiudizi.
CDS ha intervistato l’ex armo del Tellaro e Cadimare, nell’ultima stagione, che racconta questi anni spezzini e quello che si spera sia un luogo dove abbia voglia di tornare. Marius per chi lo ha conosciuto sa che è un autentico gigante buono, sfiora un’altezza di due metri, e non lo ha mai spaventato il duro lavoro e la determinazione basti pensare che è riuscito a prendere un master quando era già in Italia mentre lavorava in un cantiere di Massa.
Chi è Marius Bacaoanu?
“Sono nato il 29 maggio 1984 nella città di Roman nel nord-est della Romania. Ho frequentato le scuole elementari, medie e il primo anno di liceo nella mia città natale. Lì ho iniziato a giocare pallamano, sport che ho fatto per due anni. Ho praticato anche per un anno il lancio del martello.
Quando hai cominciato la tua carriera sportiva? Come mai hai scelto il canottaggio?
“Nel primo anno di liceo, un allenatore di canottaggio, era un scouter di un Centro Olimpico Junior (una struttura simile a quella dei college americani, mi ha proposto di iniziare a vogare,visto che a 15 anni ero alto 192 cm e pesavo 85 kg.
Cosi sono arrivato nel Centro Olimpico Orsova dove ho proseguito gli studi. In seguito mi sono laureato in educazione fisica , dopo aver frequentato la facoltà di Educazione Fisica del Universita Ecologica di Bucarest nel 2008. Mentre ero in Italia dal 2008 al 2010 ho seguito, a distanza, i corsi di un Master in Educazione fisica, specializzazione canottaggio.
Arrivato nel centro olimpico Orsova, ho continuato ad allenarmi e dopo quasi 2 anni sono stato selezionato nella nazionale junior. Finito il liceo, sono passato alla nazionale under 23, e poi quella senior. Come società sono stato tesserato a Orsova (junior) poi sono passato allo Steaua Bucarest per 6 anni, la squadra delle forze armate.
Il medagliere di Marius. Il titolo mondiale under 23, il bronzo ai mondiali nel 2006.
In questi 8 anni che ho vogato a alti livelli, ho partecipato a 7 campionati del mondo dei quali 4 nell’Under 23 e 3 nei Senior. Ho partiecipato a 6 coppe del mondo e un campionato europeo. Per me i risultati migliori sono stati il titolo mondiale under 23 nel 2005, la medaglia di bronzo alla coppa del mondo 2006, il 6 posto agli europei del 2007, il sesto 6 posto ai mondiali Under 23 nel 2003.
A livello nazionale ho vinto 15 titoli nazionali e 2 coppe. Ho rinunciato alla nazionale nel 2008 quando ho subito un infortunio alla schiena, mi impediva di seguire il programma di allenamento della nazionale che prevedeva 12 allenamenti settimanali. Sempre nel 2008 ho subito la delusione di non qualificare la mia barca per i giochi Olimpici di Beijing.
Nel 2008 arrivi in Italia. Come ti sei trovato? Dove hai lavorato in questi anni?
“Sono arrivato in Italia insieme a mia moglie, ci siamo ricongiunti con i miei suoceri che vivevano alla Spezia dal 2002. L’azienda dove lavorava e lavora ancora mio suocero, all’epoca mi aveva offerto un contratto di lavoro. Tutti questi 9 anni ho lavorato per questa azienda che si occupa con il montaggio delle turbine e compressori a gas.
Al’inizio non mi trovavo molto bene in Italia, prima di tutto per le difficoltà della lingua, non conoscevo nemmeno una parola. Poi piano, piano mi sono abituato, ho un sacco di amici e le cose sono cambiate”.
In breve tempo sei tornato in barca, prima sul canottaggio a sedile mobile poi sei entrato nella schiera dei vogatori del Palio del Golfo. Che esperienza è stata?
“Sono tornato in barca dopo quasi 1 anno di pausa ,alla Velocior nel 2009 ed ero completamente fuori forma. Mi sono allenato insieme alla squadra agonistica per quasi 1 anno, poi per motivi di lavoro mi sono fermato di nuovo la mia azienda è a Massa e in quel periodo, per un volume di lavoro non ho potuto fare altriemnti. Ho continuato a frequentare la Velocior come socio.
“Nel 2013 è arrivata la proposta di entrare nel mondo del Palio. Nella prima fase ho rifiutato la proposta ,consapevole del fatto che le barche da palio sono costruite per vogatori di parametri diversi, piu bassi e piu leggeri. Un vogatore con i miei parametri fisici, 197 cm e piu di 100 kg, non può rendere il suo massimo in quelle barche.
In quali borgate hai vogato? Qual è stata la soddisfazione più grande nel partecipare al Palio?
“La borgata Tellaro ha insistito e alla fine ho accettato la proposta solo per divertimento, senza avere obiettivi. Il mondo del palio è una cosa speciale, è un mondo di gente piu che appassionata, e piano piano mi sono “ammalato”. Nella stagione 204-2015 ho continuato sul Tellaro, abbiamo ottenuto il quinto posto al palio, che per una borgata come Tellaro era fantastico,abbiamo creato un gruppo di amici e abbiamo continuato anche nella stagione successiva ,con numerosi piazzamenti sul podio nelle prepalio e di nuovo 5 posto al palio.
L’anno scorso ho accettato la proposta del Cadimare e per vari motivi la stagione è andata male. Entrato in questo mondo solo per divertimento, mi sono innamorato subito e ho cercato di dare il mio massimo.
Diventando secondo allenatore della nazionale romena tagli il traguardo di un grande sogno. Come stai vivendo questa opportunità? Quali saranno i tuoi obiettivi?
“Diventare allenatore professionista è il mio sogno da sempre. Sono uno che ama veramente questo sport e avere la possibilità di trasformare la più grande passione in lavoro per me è una cosa meravigliosa. Sinceramente non avevo mai pensato di ritornare in Romania direttamente nello staff della nazionale. Posso dire che è stata anche la fortuna, o meglio, il destino. In tutti questi anni sono rimasto in contatto con gli atleti e gli allenatori che conoscevo. Qual è stata la mia fortuna? Uno dei miei ex allenatori nella nazionale è stato nominato presidente del consiglio allenatori, capo allenatore nella federazione. E’ stato lui a fare la proposta e il tecnico è italiano. Io parlo italiano e in qualche modo ho conosciuto la scuola italiana di canottaggio.
Comunque, per me questa opportunità è un sogno che diventa realtà, però è anche una grande responsabilità. Come obbiettivi, devo lavorare tantissimo per ottenere i miglior risultati possibili, e devo sfruttare questa opportunità di lavorare con veri professionisti per crescere a livello professionale.
Cosa ti mancherà di Spezia?
“Di Spezia sinceramente mi mancherà tutto: amici,il palio, il mare. Sicuramente verrò molto spesso in vacanza, anche perche i miei suoceri restano qui”.

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