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Tornano le castagne in Lunigiana, la lotta al cinipide dà i primi frutti

Raccolto con il segno più dopo anni difficili a causa del parassita proveniente dalla Cina. "L'antagonista ha dato ottimi risultati", spiegano i coltivatori.

Castagne

La battaglia sul cinipide galligeno (o vespa del castagno) sembra arrivata ad una svolta decisiva. I lanci dell’antagonista naturale iniziano a dare i primi frutti in Lunigiana e dopo un paio di stagioni nerissime, l’ultima da dimenticare con la produzione ridotta ai minimi storici, arriva un raccolto generoso anche se ancora al di sotto del potenziale. Per il castagneto lunigianese è la stagione della rinascita. Lo conferma Coldiretti Massa Carrara sulla base dell’analisi dell’Associazione Nazionale Città del Castagno. In Lunigiana castanicoltori e custodi dell’italico albero del pane possono tornare finalmente ad accendere i metati simbolo quasi magico di una produzione che ha garantito la sopravvivenza a molte generazioni in passato e che continua ad offrire, ancora oggi, prodotti di eccellenza unici nel panorama mondiale come il castagnaccio, la marocca di Casola, la pattona di Comano così come molti piatti della tradizione, dalle caldarroste al castagnaccio che possono essere apprezzati durante l’autunno in sagre e feste di paese ma anche negli agriturismi.
“L’introduzione dell’antagonista naturale del cinipide galligeno, il torymus sinensi, sta dando già ottimi risultati. – spiega Vincenzo Tongiani, presidente Coldiretti Massa Carrara – Questa stagione riaccende un’economica molto importante per la Lunigiana che produce un’integrazione al reddito decisiva per la stabilità delle aziende agricole reduci da un’annata non molto positiva sia per il vino che per l’olio”.

A Sassalbo, piccolo paese nel Comune di Fivizzano, i metati di Dino Furletti e Franco Micheli sono già accesi e pronti per accogliere i primi frutti del progetto di recupero di ben 9 ettari di castagneti che cingono il borgo attorno a cui la comunità locale intende dar vita ad una piccola economia. “Il nostro obiettivo è creare un’economia stagionale che sia di aiuto alle famiglie – spiega Emilio Bertolini che ha curato il recupero – e mantenere pulito e fertile il nostro bosco che è il giardino di tutti noi”.
Che la stagione è partita con il piede giusto lo ha già visto subito anche Cinzia Traverso, dell’azienda agricola Della Luna di Fosdinovo che ha già messo in bella mostra, durante i mercati di Campagna Amica, cesti di castagne appena raccolte. “Le castagne sono molto belle. – spiega – raccogliamo in proprio, essicchiamo e moliamo per farne farina da cui ricaviamo anche testaroli artigianali”. Anche per Claudio Bini, dell’agriturismo “Al Vecchio Tino”, le castagne sembrano abbondare. “I castagneti non hanno patito il caldo – spiega – e sono in salute. Le previsioni, almeno qui in questa zona, sono molto buone”. Il giovane agri-chef di Monzone fa delle castagne uno degli ingredienti principali dei suoi piatti durante tutto l’anno. Il suo piatto autunnale, per chi avesse voglia di una scampagnata domenicale, saranno gli gnocchetti fatti a mano a base di farina di castagne, lardo e rosmarino.

Mario Maffei è il decano e l’ispiratore della nuova cultura castanicola lunigianese. Tra i sostenitori della pregiatissima Dop della farina, ha una squadra di nonnine che abitano nel borgo di Apella che raccolgono per la sua azienda, ancora a mano, come un tempo, le castagne nei boschi curati come Eden. “La situazione si sta normalizzando. – spiega Maffei – la pioggia di questi giorni arriva al momento giusto e al punto giusto. Temo piuttosto il vento. L’essiccatoio è pronto: già questa settimana inizieremo a raccogliere una prima parte dei frutti”.
Nella filiera preziosa e mai così fragile della castagna c’è Fabio Bertolucci che ha deciso di puntare sulla Marocca di Casola, il pane cotto al forno fatto con farina di castagne appunto, per garantirsi un futuro e portare avanti una tradizione che ha rischiato di estinguersi. Il suo sogno, e lo dice con un filo di timidezza, avere un’azienda agricola e tanti, tantissimi castagneti. Intanto il prossimo 25 ottobre, a Regnano, sua città natale, ha organizzato un momento di incontro con i castanicoltori. “Dal rapporto sinergico con i castanicoltori – racconta – passa un pezzo anche della mia sfida che poi credo sia la sfida del territorio: creare opportunità, e quindi anche lavoro, valorizzare la biodiversità e promuoverla. La Marocca di Casola è un pezzo di questo mosaico che dobbiamo difendere”.

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