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Bambini vittime di abusi, l’umanità è un’aula protetta

Inaugurate a Palazzo di Giustizia alla presenza del ministro Orlando: "Evitare ulteriori traumi per i minori". Il procuratore Paciaroni: "Una grande conquista per la nostra città".

Palazzo di Giustizia, Aula d'Assise

Inaugurata questa mattina la nuova struttura destinata all’audizione in forma protetta dei minori vittime di abusi, ospitata dalla Procura della Repubblica della Spezia, alla presenza di tutte le massime autorità, civili, militari e religiose. La struttura è una delle più moderne e attrezzate mai realizzate presso un Palazzo di Giustizia e deve anche rappresentare un motivo d’orgoglio per la nostra città. “L’inaugurazione di queste due aule rappresenta un’iniziativa di grande valore – dice il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando – senza che ci sia un vero e proprio processo di umanizzazione esiste il rischio e la costante minaccia che i bambini subiscano un ulteriore trauma. Attraverso questa struttura si cerca invece di facilitare la fase dell’ascolto, mettendo il minore a proprio agio, in un clima sereno e meno sterile”.

Le aule presentate sono state due e hanno ricevuto la santa benedizione da parte del vescovo Luigi Ernesto Palletti, accompagnato dal vescovo emerito Bassano Staffieri. Una è destinata ai giudici, agli avvocati difensori e alle altre parti legittimate, l’altra è invece destinata ad accogliere il minore, assistito da uno specialista in psichiatria infantile. I due spazi sono separati da una parete in parte costituita da un grande vetro a specchio, che evita al bambino di poter entrare in contatto visivo con le altre parti, così da sottrarlo a un ulteriore disagio nel dover raccontare le proprie tristi e drammatiche esperienze davanti a sconosciuti. Grazie a questa struttura all’avanguardia lo farà infatti solo in presenza dello specialista che lo assiste, in una stanza che gli ricorderà fortemente la propria cameretta, colorata e piena di giochi.
Dal lato opposto, le parti potranno ascoltare e vedere attentamente ciò che accade tra il bambino e lo psichiatra, al quale verranno suggerite le domande da fare al minore, attraverso l’utilizzo di un auricolare. Tutto questo grazie all’installazione di un sofisticato impianto audio visivo e di registrazione che permetterà quindi di vedere su un monitor a 32 pollici tutto ciò che accade nella stanza del minore, dove sono state installate sei telecamere abilmente nascoste.

“Sono troppi i bambini la cui infanzia viene negata, rubata – dice Mario Paciaroni, procuratore della Repubblica della Spezia – l’abuso su minori è un crimine brutale, spenge la luce del mondo, è un crimine contro l’umanità. La violenza sessuale colpisce, uccide e distrugge le persone. Noi con quest’opera cerchiamo di rendere meno traumatico il percorso che il bambino deve affrontare per raccontare, perché per raccontare deve ricordare e il ricordo è doloroso. È una grande conquista per la nostra città, abbiamo anticipato la legge, ce l’abbiamo fatta”, conclude.
Tanti i telegrammi giunti di stima per il risultato ottenuto nella nostra città, tra questi c’erano i complimenti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, della presidente della camera dei deputati Laura Boldrini, del presidente della corte costituzionale, del vice presidente del consiglio superiore della magistratura, del procuratore generale della corte suprema di cassazione e del cardinale Angelo Bagnasco. Tutti quanti hanno voluto esprimere la propria gratitudine per la realizzazione di queste aule protette che permetteranno non più di sentire il minore, ma di ascoltarlo. Si passa quindi dal mero atto meccanico a una fase di dialogo approfondito, in un ambiente che possa tranquillizzare i bambini, evitando loro l’interrogatorio in aula, che spesso si traduce in una seconda aggressione.

L’opera è stata possibile grazie al sostegno e al contributo della Fondazione Carispezia, il cui finanziamento è stato determinante essendosi fatta carico dell’intero e complesso impianto di video registrazione e del completo arredamento della stanza destinata ad accogliere i giudici, gli avvocati difensori e le altre parti legittimate. Fondamentale è stato l’intervento del Comune della Spezia e Soroptimist International Club della Spezia. Anche in questo caso, come sta accadendo ultimamente negli ultimi anni nella nostra città, l’opera è frutto di una collaborazione e di una sinergia tra tanti, tra pubblico e privato, tutti uniti verso un obiettivo comune: in questo caso quello di essere di grande aiuto per la giustizia nella lotta contro un fenomeno poco conosciuto ma vergognosamente presente.

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