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Una storia spezzina

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Gli interrogativi filosofici di Giuda e Pilato nella “Passion do Signoe” di Mazzini

Il bacio di Giuda

A Passion do Signoe, si sa, è una raccolta di trenta sonetti composti da Ubaldo Mazzini in cui un parroco spiega il Vangelo a due amici. Il sonetto XV parla dell’Ultima Cena, quando Gesù annunzia agli Apostoli che uno di loro a breve lo tradirà.

La reazione di Giuda che si sente scoperto è sintomatica: A son me ch’a devo fae da Giuda? E chi l’ha dito?

Può essere un’intonazione buffa ma forse con queste parole Mazzini esprime la consapevolezza amara di Giuda di essere destinato dal Piano divino a dover svolgere un ruolo orribile cui non può sottrarsi.

Del resto, al momento del terribile annuncio anche Cristo commenta i m’è sta scrito. Insomma, i due protagonisti hanno la consapevolezza di essere attori indispensabili per la riuscita del Grande Progetto che porta alla vittoria sulla Morte.

D’altronde anche Pilato (sonetto XXII) recita l’identica parte: e me a me ‘n lao come Pilato e man: Giuda e Pilato commettono un crimine già sapendo di essere destinati a divenire eroi antonomastici del misfatto non ancora eseguito ma prossimo.

Così i due diventano nell’immaginario collettivo simboli altamente negativi: del massimo tradimento l’uno, dell’ignavia colpevole e ipocrita l’altro.

Ma perché Mazzini li tratteggia come fa, consapevoli del ruolo che svolgono? Con le frasi che dicono vuole solo suscitare ilarità o è anche un invito ad una riflessione di maggior respiro che non è stata finora intesa appieno nella sua complessità?

Nel 1944, ottant’anni fa, Jorge Luis Borges scrisse un breve testo che inserì in Finzioni, una silloge di racconti. Lì riprese lo scritto del filosofo svedese Nils Runenberg che pose nel 1904 il problema teologico della figura di Giuda inserendolo in una prospettiva diversa dalla tradizionale.

Grande dibattito e una ripresa nel 1960 quando esce postumo L’ultima tentazione di Nikos Kazantzakis che ispira il film quasi omonimo di Scorsese (1988). Giuda è in pieno accordo con Gesù e il bacio che gli dà è l’estremo saluto di un amico, non un segnale per le guardie che non ne avevano bisogno conoscendo benissimo chi avrebbero dovuto arrestare.

Nel 1963 in un LP che diceva dei cambiamenti in corso, Bob Dylan inserì una canzone (With God on our side) la cui penultima quartina recita Per lunghe ore buie sono rimasto a pensare se Gesù Cristo fu tradito da un bacio. Ma non posso pensare per te. Spetta a te decidere se Giuda Iscariota aveva Dio al suo fianco.

Problema ampio che qua appena accenno ricordando un importante intervento sul tema di Papa Ratzinger.

Bene, nella Passion Mazzini era su questa lunghezza d’onda? Non saprei dirlo però è lecito chiederselo.

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