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Gli effetti dell'inchiesta

Il presidente del Salone nautico di Genova si autosospende dall’incarico. Signorini non risponde alle domande del Gip in carcere

Non si arrestano gli effetti dell’inchiesta che ha portato all’arresto del presidente della Regione Giovanni Toti e dell’ex sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani.
Questa mattina, infatti, Confindustria nautica ha comunicato che “in relazione alle indagini in corso, al di là della misura cautelare e dei suoi effetti, fino a quando non sarà fatta chiarezza il presidente Saverio Cecchi, con lo spirito di servizio che ha contraddistinto l’ultra quarantennale attività a favore della filiera, ha ritenuto di autosospendersi dall’incarico”.
Le attività della sezione dell’Associazione degli industriali e del Salone Nautico di Genova “proseguono senza interruzione alcuna, sotto la guida del consiglio di presidenza di Confindustria nautica e del cda della società I Saloni nautici”.
Cecchi, come gli altri imprenditori colpiti dal ramo spezzino dell’inchiesta, è accusato di corruzione ed è stato colpito dalla misura cautelare dell’interdizione dall’attività di impresa per 12 mesi. Secondo i magistrati avrebbe acquistato e promosso nell’evento dedicato alla nautica una fornitura di acqua in brick dell’azienda del fratello del sindaco di Porto Venere in cambio di una maggiore quantità di risorse stanziate dalla Regione a sostegno del Salone nautico.

Nelle stesse ore, sempre all’ombra della Lanterna, si è svolto l’interrogatorio di garanzia dell’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e amministratore delegato di Iren (al quale sono state ritirate le deleghe) Paolo Emilio Signorini. Di fronte al Gip Paola Faggioni e al pubblico ministero Luca Monteverde l’unico degli indagati finito agli arresti in carcere si è però avvalso della facoltà di non rispondere.
Signorni è assistito dagli avvocati Grazia Volo di Roma e Enrico Scopesi di Genova, presente questa mattina nel carcere di Marassi.
“Le carte sono tali che impongono una lettura attenta. Signorini sta abbastanza bene al di là della situazione ha una sua tranquillità. Ha detto solo che, in una seconda fase, potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero: ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni ma difficilmente lo si può fare in una situazione di carcerazione. Confido che si possa risolvere e affrontare il problema della carcerazione. Perché la priorità è adesso chiarire la misura cautelare, farlo uscire da Marassi”, ha dichiarato il legale ai giornalisti.

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