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Sabato mattina si terranno i funerali

La città piange l’artista e intellettuale Francesco Vaccarone. Lascia un grande vuoto nella comunità spezzina

La Spezia piange la scomparsa di Francesco Vaccarone, pittore e scultore: avrebbe compiuto 84 anni il prossimo 4 ottobre. Colpito da una malattia alcuni mesi fa, le sue condizioni si sono aggravate nel pomeriggio di ieri e in serata la situazione è precipitata. Lascia un grande vuoto in tutti quelli che lo apprezzavano anche fuori dalla provincia spezzina: amici, conoscenti e collezionisti sparsi in Italia ed Europa che nella notte hanno ricevuto notizia della sua scomparsa.

 

Tra Lerici e Turbia

 

La città perde un artista fondamentale, attivo fin da giovanissimo e protagonista non solo come pittore e scultore ma anche come promotore e animatore di centinaia di iniziative legate al mondo dell’arte e della cultura, solcando i decenni con spirito di curiosità e quel desiderio di modernità che lo metteva in interconnessione diretta e proficua con le nuove generazioni cui regalava conoscenze, dubbi, soluzioni, insegnamenti. Da studente si era laureato in filosofia all’Università di Pisa poi negli anni ‘70 avrebbe portato la sua attività di pittore e scultore anche a Genova, Milano e a Roma. Da giovanissimo è stato insegnante prima che l’arte lo prendesse in modo totalizzante, diventando mestiere. Ha ricevuto premi per la grafica e per la xilografia, invitato alla Quadriennale nazionale d’arte di Roma nel 1986 alla Biennale d’arte di Venezia nel 2011. Aveva anche conosciuto la Svezia dove per anni ha avuto uno studio ma non aveva mai lasciato veramente la sua Spezia, il mare del Golfo, Monterosso e le Cinque Terre, dipinte in tantissime occasioni. Una città che amava con passione e della quale vide da infante le macerie della guerra e la lenta e precaria ricostruzione di un luogo sventrato dalle bombe e piegato dalla povertà, le speranze del boom economico in cui “potevamo fare tutto”, l’impegno politico nelle fila del Partito Comunista, gli anni di piombo e la complessità politica che si portarono dietro; nel frattempo decine e decine di mostre, di incontri, di esperienze fino ai giorni più vicini, quelli della globalizzazione dove conobbe Cuba e Stati Uniti e di un mondo che nel frattempo aveva cambiato totalmente i paradigmi, infine falcidiato dal Covid e sconvolto dalle ultime guerre. Dolori vecchi che ritornano, su cui Vaccarone negli ultimi tempi, in particolare con lo scoppio del conflitto in Ucraina, sentiva l’urgenza di fermarsi a riflettere. Un contesto profondamente diverso rispetto a quando alla fine degli anni ‘50 iniziò l’arte della pittura seguendo gli insegnamenti di Caselli e Gino Bellani, entrambi ricordati dallo stesso Vaccarone anche in episodi recenti.

 

Francesco Vaccarone e Giuseppe Caselli

 

Un legame speciale con la sua città per la quale non mancava mai di usare parole affettuose, costruttive, a tratti indulgenti preferendo esaltarne i pregi e usare quel linguaggio arguto e ironico per puntellare un discorso, farcire un aneddoto, muovere una critica. Affrontando le negatività con il distacco dei saggi e l’amore sconfinato e totalizzante per la vita. E quella memoria personale e collettiva che non lo ha mai abbandonato. Il suo è un testimone importante non solo per l’arte contemporanea ma anche per la capacità di vivere e raccontare un luogo, un’anima, un’identità, un’abitudine come amava definirla il suo grande amico Gino Patroni: lui, che ha conosciuto tutti i caratteri e le classi sociali, la abbracciava alla perfezione quell’indole dolce-amara e sapeva valorizzarla come pochi. Lascia la moglie Gabriella, i figli Alessandra e Leonardo, i nipoti Giovanni e Silvia e tantissimi amici che lo ricorderanno sempre come il Maestro. A tutti loro le sentite condoglianze da parte della redazione di Città della Spezia. Sabato mattina alle 11 nella Chiesa abbaziale di Santa Maria Assunta si svolgeranno i funerali.

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