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Sisti: "disponibile ad aprire trattativa"

Comune Santo Stefano disposto a pagare un affitto alla proprietà affinché non chiuda lo skate park

Skate Park Santo Stefano

Rispetto alla possibile chiusura dello skate park all’interno dell’area Vaccari, la sindaca Paola Sisti chiarisce la posizione del Comune di Santo Stefano e spiega come si stia adoperando affinché questo spazio non sia costretto a chiudere. “La chiusura dello skate park sta sollevando una forte ondata di proteste da parte dei fruitori e mio malgrado devo intervenire pubblicamente su questo argomento che è fonte di preoccupazione forte anche per l’amministrazione e su cui è importante fare chiarezza. Nel 2015 il Comune di Santo Stefano riceve in comodato d’uso gratuito una serie di edifici di proprietà della società SEN nell’area ex Vaccari. Il progetto NOVA elabora una strategia di sviluppo dell’area legata a temi socio/culturali e con dei contratti di sub comodato affida, con bandi pubblici, i capannoni a dei privati e insedia alcuni servizi come la biblioteca civica nella palazzina uffici. Tra i privati assegnatari la “Bagnone snc di Matteo Bagnone” che costruisce la
bellissima realtà Skate Park, parete di arrampicata, spazi per compleanni e centri estivi. Il comodato d’uso gratuito come i sub comodati aveva la durata di otto anni. Due volte sono stati rinnovati fino alla data ultima di luglio 2023. Dopo quella data non è stato possibile in alcun modo avere proroghe e SEN ha ribadito al Comune, in forma scritta, l’obbligo di lasciare tutti gli spazi liberi da persone o cose e riconsegnarli alla società nello stato in cui si trovavano al momento iniziale, che significa per lo Skate abbattimento della pista e smontaggio della parete di arrampicata”.

 

Skate Park Santo Stefano

 

Il Comune è vittima come i privati di questa situazione che interessa l’intera area Vaccari, ad eccezione dell’opificio calibratura, di proprietà comunale. “Per tutti gli altri locali, anche quelli che ospitavano la biblioteca civica e la sala musicale, è stato intimato di sgomberarli al più presto, privando la nostra comunità di quello che era stato ideato come un luogo di aggregazione importantissimo per i nostri giovani e per le famiglie e che aveva contribuito negli ultimi anni a far rivivere un compendio industriale abbandonato – spiega Sisti -. In questi mesi abbiamo provato a interloquire con la proprietà ma senza esito. Abbiamo avuto molti contatti e riunioni, cui non è seguito nulla di concreto se non il ricorso al Tribunale in cui ci si accolla la responsabilità della mancata riconsegna entro il luglio 2023. Non ho ripensamenti: era opportuno non lasciare nulla di intentato. Anche perché ci veniva riferito che ai comodatari si assicurava di poter rimanere mentre la proprietà ingiungeva al Comune di riconsegnare gli immobili liberi da persone e cose. La causa – la metafora è imposta dall’azione giudiziale avviata da SEN – merita comunque un ulteriore appello: come sindaca sono disponibile ad aprire una trattativa con la proprietà, anche rinunciando al contratto di comodato d’uso per valutare l’ipotesi di un contratto di affitto, verificando anche questa strada pur di mantenere intatto il potenziale del progetto iniziale, in cui la mia amministrazione ha creduto in tutti questi anni. Mi sono assunta la responsabilità di perseverare in un’idea di sviluppo culturale importante, perché ritengo che privarne la nostra comunità sia inaccettabile. Ma per quanto mi riguarda è anche incomprensibile”.

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