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Diretta dall'ex assessore alla cultura, paolo asti

Nasce “Startè Republic”, rivista online di cultura senza limiti e dagli orizzonti lontani

Paolo Asti

E’ online da alcuni giorni il numero zero della rivista “Startè Republic”, lanciata e diretta da Paolo Asti, che è anche presidente e fondatore dell’associazione culturale che ha sede in Piazza Europa.
Il dirimpettaio di Palazzo civico ha coronato così il sogno che aveva da anni, quello di realizzare una rivista di respiro nazionale in cui accogliere i contributi di artisti, intellettuali e nomi noti di diverse provenienze e ambienti.
Il numero pilota ospita, oltre al fondo dello stesso Asti, un testo dello scrittore spezzino Marco Buticchi e uno di Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, ma la platea dei prossimi contributi è davvero ampia e variegata. La scuderia messa insieme dall’ex assessore alla Cultura del Comune della Spezia comprende anche: Nicolas Ballario, Emanuele Beluffi, Antonio Bettanini, Sergio Buttiglieri, Andrea Cancellato, Antonio Ciacca, Carlo G. Cereti, Giuseppe Cossiga, Umberto Croppi, Camilla Dalmazio, Mario Dal Bello, Francesco Del Vigo, Valerio Dehò, Volker W. Feierabend, Giuseppe Frangi, Veronica Gaido, Paolo Ghibaudo, Antonio Gozzi, Luca Josi, Giacomo Manzoni, Francesca Barbi Marinetti, Igor Pellicciari, Giuseppe Scognamiglio, Carlo Massarini, Massimo Mattioli, Paolo Paganini, Aurelio Picca, Miriana Pino, Tiziana Cera Rosco, Cesare Salvadeo, Giuseppe Veneziano, Federica Vennitti, Dario Vergassola

Il numero zero di Startè Republic

“Startè Republic”, come spiega lo stesso Asti nella presentazione della rivista, sarà un appuntamento bimestrale e monotematico in cui agli autori sarà lasciato tutto lo spazio che vorranno.
“Arte allo stato libero, direi quasi brado, per certi versi selvatico e frizzante, sicuramente senza confini, in un luogo effimero come quello della Repubblica di Startè che, come l’isola di Peter Pan, non troverete in nessuna carta geografica, se non in quella presente nello stato limbico della vostra mente, sempre che, numero dopo numero, saremo capaci di farvi sintonizzare sulle nostre frequenze”, scrive il direttore.
L’unica indicazione che verrà data a chi contribuirà nei prossimi numeri sarà “un tema su cui scrivere, senza nessuna limitazione di battute o dimensioni a limitarne la creatività e il pensiero, visto che il mezzo utilizzato non impone limiti di fogliazione come avviene con la carta stampata”.
Sì, perché la “Startè Republic” esisterà solamente in forma digitale: “Un contenitore – come si diceva una volta – che a me piace definire come un pozzo dei desideri, da cui estrarre idee, pensieri, immagini e tutto quel che ancora ci verrà in mente, mese dopo mese, numero dopo numero, argomento dopo argomento, accogliendo anche i suggerimenti dei lettori, capaci di farci affinare la nostra ricerca nell’ambito delle arti, della musica, del design e di tanto altro ancora racchiuso nella definizione più ampia della parola “cultura”. Del resto l’opera L’ultimo selfie di Giuseppe Veneziano, posta in prima pagina di questo numero zero, ben rappresenta anche la nostra volontà di dissacrare e in qualche modo profanare, con bonaria ironia, la sacralità dell’arte nella sua indispensabile inutilità del quotidiano”.

Nel ringraziare Marco Condotti per aver creato la veste grafica della rivista e averne coniato il nome e la collaboratrice Alice Mordini per aver accompagnato “Startè Republic” a vedere la luce, Asti dà appuntamento al primo numero, che sarà online ad aprile. Quale sarà il tema che fungerà da filo conduttore? E quali contributi daranno corpo alla libera repubblica dell’arte nata nel profondo Golfo della Spezia, ma con lo sguardo rivolto all’orizzonte?

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