LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
In regione

Lupi che attaccano cani, presentato in Regione lo studio di Federcaccia

Impronta di lupo in Alta Val di Vara
Impronta di lupo in Alta Val di Vara

Presentato stamani nella Sala della Trasparenza della Regione Liguria il report sugli attacchi dei lupi ai cani, realizzato da Coordinamento Cacciatrici Federcaccia col supporto di Federcaccia Nazionale, in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione. Lo studio, su scala nazionale, è stato illustrato dalla responsabile Coordinamento nazionale Cacciatrici Fidc Isabella Villa e dal presidente Federcaccia Liguria Andrea Campanile; intervenuti altresì il vice presidente e assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, Alessandro Piana, e l’ex presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone, esponente Lega, cacciatore, attualmente deputato e membro della Commissione Agricoltura alla Camera.

“I dati dell’ultimo monitoraggio sulla specie Canis lupus in Italia – si legge nel comunicato relativo allo studio – pubblicati da ISPRA nel 2022 e riferiti al biennio precedente, evidenziano circa 3.300/3600 esemplari distribuiti in quasi tutte le regioni italiane ad esclusione delle isole. Un aumento esponenziale per questa specie, che agli inizi degli anni Settanta era considerata a rischio di estinzione nel nostro Paese, con pochi esemplari rimasti a popolare per lo più impervie aree montane. L’incremento della popolazione di lupi in Italia, assieme al fenomeno dell’ibridazione con i cani randagi – un aspetto preoccupante e troppo spesso sottovalutato per la conservazione della specie – ha inevitabilmente comportato un aumento delle occasioni di incontro, accrescendo il rischio di incidenti. Tralasciando i conflitti con gli animali di allevamento, negli ultimi anni sono drammaticamente aumentate le segnalazioni di attacchi e predazioni da parte dei lupi nei confronti di cani da caccia, da guardiania e anche dei cani domestici”.

Nel report, chiuso il 31 agosto 2023, “sono state registrate circa 400 predazioni, tutte attentamente verificate – si legge ancora -. Il lavoro del Coordinamento non si è fermato, il gruppo di lavoro continua a raccogliere e registrare predazioni che si verificano con sempre maggiore assiduità indistintamente su tutto il territorio italiano”. La gestione di attacchi e predazioni, aggiunge la nota, “è, oltre che una richiesta di sicurezza da parte della società, un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il predatore”. I circa 400 episodi segnalati sono distribuiti nell’ultimo decennio ma relativi soprattutto a 2022 e 2023; una la segnalazione dallo Spezzino (Alta Val di Vara).

Qualche dato (da un questionario – QUA i relativi grafici – a cui ha risposto parte delle persone di cui sono state raccolte segnalazioni; quasi tutte le voci hanno ricevuto 89 risposte, alcune qualcuna in meno)

Quasi la metà degli episodi segnalati, il 46,1 per cento, riguarda l’Emilia-Romagna, seguita da Toscana (22,5) e Abruzzo (11,2); Liguria sotto il 5 per cento. A livello provinciale, guidano Parma (21,1), Piacenza (16,7) e Firenze (12,2). La provincia ligure con la percentuale più alta è Savona (2,2), medesimo valore della provincia a noi limitrofa di Massa-Carrara (2,2). Il 69,7 per cento degli episodi in questione si è concluso con il decesso del cane; nel 9 per cento dei casi l’animale ha riportato ferite gravi.
Il 60,7 per cento degli attacchi riferiti si è verificato al mattino; circa metà degli episodi hanno visto protagonisti branchi, circa un quarto un lupo isolato (il resto non ha assistito all’episodio; più una minuscola percentuale di attacchi portati da madre con cuccioli). Il 52,8 per cento dei fatti si è verificato in area boscata, il 24,7 in una casa isolata, il 15,7 in contesto agricolo. Circa metà degli episodi è avvenuta tra i 500 e i mille metri di altitudine. Nelle zone teatro degli attacchi il lupo nel 54,2 per cento dei casi era stato avvistato nelle due settimane precedenti; nel 31,3 per cento era stato avvistato ma non di recente; oppure non vi era mai stato avvistato prima, ha risposto il 14,5 per cento degli intervistati. Nel report si parla anche di danno economico conseguente all’attacco (la stima più diffusa, 37 per cento, è tra i mille e i 5mila euro); non molto sopra la metà (53,9) le aggressioni denunciate formalmente. E il 55,1 per cento dei cani, nel momento della predazione era impegnato in caccia o addestramento; il 12,4 per cento era libero e da solo nella sua proprietà; l’11,2 era nel giardino recintato di casa.
Nel corso della presentazione di stamani, è stata data informazione che a novembre e dicembre in Liguria ci sono stati sette casi acclarati di cani attaccati da lupi, localizzati in provincia di Genova e di Savona.

Le dichiarazioni

“La Federazione Italiana della Caccia ha deciso attraverso l’ottima attività svolta dal Coordinamento Nazionale delle Federcacciatrici – le parole di Andrea Campanile, presidente regionale della Federazione Italiana della Caccia – di esaminare nel modo più dettagliato possibile il fenomeno sempre più attuale delle predazioni da lupo nei confronti di animali da affezione, principalmente i cani. E ciò anche al fine di colmare una lacuna in quanto un analogo studio in Italia non risulta essere stato ancora compiuto. I dati che sono emersi dal primo anno di rilevazioni sono stati oltremodo significativi. Lo studio ovviamente proseguirà negli anni a venire. Si precisa che questo studio non riporta dati strettamente scientifici, in quanto non è stato possibile analizzare il DNA residuo di ogni predazione per attribuirne con certezza la paternità al lupo, ma certamente riporta dati veri, attentamente valutati e documentati. I cacciatori non hanno alcun interesse nei confronti del lupo, come specie cacciabile, ma, quali profondi conoscitori del bosco e dei suoi segreti, hanno ritenuto indispensabile affrontare questa novità, che incredibilmente non pare di interesse a soggetti scientificamente certamente più qualificati”.

“Proprio come sottolineato dal presidente – così Isabella Villa, responsabile del Coordinamento Cacciatrici – il nostro report si propone di fornire una fotografia dettagliata di quanto sta succedendo in ambiente venatorio, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Purtroppo non sono isolati i casi di cani predati mentre si trovavano a passeggio, a guinzaglio, con i loro padroni. Una fotografia comunque incompleta perché ancora troppe persone preferiscono non denunciare, anche se in questo senso stiamo notando un certo cambiamento di mentalità”. Villa aggiunge che “la stessa Unione Europea si sta occupando della ‘questione lupo’, valutando un declassamento del suo status da specie particolarmente protetta a specie protetta, mentre la Svizzera ha già varato un piano di abbattimenti mirati”. E conclude: “Noi stiamo proseguendo nella nostra raccolta dati per poter continuare a fornire un quadro il più dettagliato possibile di quanto accade. Questo quadro sta evidenziando uno stato di allarme sempre più diffuso, ove sindaci invitano la gente a non uscire le notte per evitare incontri indesiderati. Un chiaro limite alla libertà dei cittadini”.

“Ringrazio il Coordinamento Cacciatrici Federcaccia, Federcaccia nazionale e l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione – dichiara il vice presidente Alessandro Piana – per questa analisi approfondita che mette a disposizione delle Istituzioni e dei cittadini, andandosi ad assommare ai monitoraggi regionali sulla presenza del lupo, attraverso il personale del Nucleo regionale di Vigilanza faunistico-ambientale. I fenomeni delle predazioni mostrano numeri altissimi che come Regione e anche come Paese non possiamo assolutamente permetterci. Oltre alla rilevanza dei dati in sé, attestano anche un cambiamento nelle aree geografiche interessate. Comunicazione ed educazione contro la disinformazione, campagne di monitoraggio con fototrappole, attivazione di interventi di dissuasione di esemplari confidenti, implementazione del fondo per i risarcimenti, introduzione di norme che sanzionino chi offre volontariamente cibo sono alcune delle azioni che la nostra Amministrazione ha intrapreso per favorire una corretta convivenza tra l’uomo e il lupo. Con la nuova programmazione abbiamo un’azione che possiamo utilizzare per incrementare il supporto regionale: la possibilità di predisporre bandi specifici per particolari settori, aree o tematiche, circostanza praticamente impossibile nel vecchio ciclo di programmazione”.

“La presenza del lupo sul territorio nazionale e nello specifico in Liguria – così l’on. Francesco Bruzzone -, in modo particolare in alcune aree in cui la concentrazione è veramente elevata, sta diventando insostenibile per l’essere umano. Siamo di fronte ad uno squilibrio della presenza di questo animale selvatico. Tutti siamo concordi sulla convivenza tra uomo e lupo ma, per quanto mi riguarda, da oggi in alcune realtà la convivenza non ci può più essere perché siamo arrivati alla sudditanza. Se hai paura, non puoi uscire di casa col tuo cane al guinzaglio, se spariscono gli altri animali domestici come i gatti, se siamo di fronte in Italia ad alcune aggressioni che hanno visto coinvolti anche gli uomini -come ho illustrato poco tempo fa in un intervento in aula alla Camera dei Deputati-, è necessario prendere provvedimenti e fare qualcosa. Sì alla convivenza, no alla sudditanza. Ben venga il declassamento a livello europeo, ma è anche necessario provvedere sul versante legislativo a livello nazionale. Alla Camera dei Deputati è stata discussa in Commissione Agricoltura una legge sui grandi carnivori, nella fattispecie lupo e, per quanto riguarda altre realtà distanti dalla Liguria, anche l’orso. Spero che finiscano i rallentamenti e le prese di posizione di chi a tutti i costi antepone il lupo alle attività umane e, in alcuni casi, anche alla sicurezza degli uomini. Ringrazio Federcaccia per questo report in cui emerge quello che ormai sosteniamo da tempo. Spero che la prossima presentazione in cui verrà illustrato lo studio di Federcaccia, il 9 gennaio all’interno della Camera dei Deputati, possa produrre un sollecito riscontro anche da parte di chi ha idee di carattere diverso”.

leggi anche
Cinghiali
E al monitoraggio demografico annuale della popolazione
Cinghiali: il Parco pensa a bando per giovani cacciatori e a centro per sosta/lavorazione selvaggina
Alberi sul Caprione
Lettera
La replica: “Il problema dei cinghiali nasce dalla costituzione di ettari ed ettari di Parco”
Cucciolo di lupo
Sarà curato al wolf appennine center
Cucciolo di lupo malato di scabbia recuperato a Framura
Lupo avvistato alle Cinque Terre
L'intervento dopo la presentazione del report federcaccia
Le associazioni: “In atto azione di criminalizzazione del lupo”
Capriolo sbranato al Varignano Vecchio
Dietro le grazie
Capriolo sbranato trovato al Varignano vecchio