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L'ex capitano alla guida dell'under 17

La nuova vita di Terzi: “In estate ho deciso di allenare da solo. E trasmetto i valori dello Spezia”

Da capitano delle Aquile ad allenatore dell'Under 17 della squadra bianca: "Io devo crescere insieme a loro, è il mio primo anno da primo allenatore. Ho commesso e commetterò errori, ma penso che dagli errori si possa imparare".

Claudio Terzi

Dopo un primo anno di apprendistato prima nello staff di Luca Gotti e poi in quello di Leonardo Semplici, in estate Claudio Terzi ha deciso di staccarsi dalla prima squadra dello Spezia, tentando l’avventura da allenatore in prima con l’Under 17 delle Aquile. “Lo dicevo anche quando giocavo nello Spezia ed ero capitano: questa è una seconda casa, mi sono sempre trovato bene con i compagni e la città e insieme abbiamo scritto pagine della storia del club”, racconta ai canali ufficiali l’ex capitano. “Lo scorso anno ho cominciato il nuovo percorso, ho imparato tanto, soprattutto quando c’erano mister Gotti e Gianni Brignardello che mi hanno insegnato tanto nella metodologia di allenamento e come programmare una settimana e un allenamento. Ho voluto iniziare da solo quest’anno e sono contento di aver trovato un gruppo speciale, con cui siamo partiti con il piede giusto”, spiega.

Dal campo alla panchina, la differenza è ampia: “Cambia tanto”, prosegue Terzi. “Quando sei calciatore, anche se sei capitano pensi più a te stesso e a dare il tuo apporto alla squadra, mentre da allenatore devi ragionare per tutti, per tutta la squadra e pensare come far rendere al meglio ogni ragazzo, valutando anche l’aspetto umano. Per adesso i ragazzi non mi chiedono tanto del mio passato, forse quando siamo andati a Livorno mi hanno chiesto se ci avessi mai giocato. Per ora siamo molto concentrati sul lavoro settimanale e le partite”, prosegue Terzi, prima di raccontare come è cominciata la stagione i suoi nuovi ragazzi: “Abbiamo iniziato molto presto, il 24 luglio, perché non conoscevo bene i ragazzi a parte per qualche video che ho visto dell’anno scorso. Abbiamo parlato al telefono e volevo gettare le basi per una annata importante. Abbiamo partecipato ad un torneo importante e abbiamo fatto bene, poi ci siamo preparati bene con le amichevoli in preparazione del campionato e abbiamo fatto prestazioni di livello, al di là dei risultati positivi. Sono molto contento delle prestazioni dei ragazzi, è un gruppo che è un piacere allenare. Ti ascoltano e sono come spugne, apprendono cosa dici e lo fanno in campo. È un gruppo bello da allenare”.

Un impatto con il mondo degli allenatori importante per l’ex capitano, che prova a trasmettere quello che è il suo credo: “Da quando sono arrivato ho iniziato a lavorare quasi esclusivamente sul possesso palla. Ho fatto capire che giocate volevo e poi l’abbiamo spostato sul situazionale. Lo scorso anno hanno fatto un ottimo lavoro con Migliorini in Under 16, confrontandomi con lui ho capito che c’era da curare di più l’aspetto del possesso palla, senza trascurare la fase di non possesso. Sono contento perché in campo i ragazzi riescono a fare quello che proviamo in allenamento”, racconta, prima di un’analisi a tutto tondo: “In un settore giovanile l’obiettivo è far crescere i ragazzi, il risultato non è così importante. Farli crescere sotto ogni aspetto, tecnico e tattico, perché l’obiettivo non è vincere ma provare a portare più ragazzi possibili in prima squadra. L’Under 17 è l’ultimo step del settore giovanile, perché la Primavera è quasi una prima squadra, con retrocessioni e promozioni. Siamo ad un livello alto, dove i ragazzi arrivano con buone basi tecnico-tattiche, mentre in attività di base si dovrebbe lavorare molto sulla tecnica individuale, sugli uno contro uno e tralasciare un po’ il gioco. Per arrivare a fare dei lavori più complicati bisogna avere una tecnica importante perché senza quello ci sono troppi errori”.

Da ex capitano delle Aquile a tecnico di chi potrebbe un giorno illuminare il Picco, Terzi vuole trasmettere i valori della maglia bianca ai suoi giovani calciatori: “È fondamentale trasmettere i valori dello Spezia. Quando indossi questa maglia non rappresenti solo questa società ma un’intera città e devi saperlo. Devi sapere che storia ha questa città e questa società, che ha quello che ha dopo aver lottato e sudato in campo. Ci vuole motivazione, orgoglio per indossare questa maglia”, spiega il tecnico, che poi conclude su quelli che sono i margini di miglioramento dei suoi ragazzi: “Sono tantissimi e sempre, specie per i ragazzi. Già dalla prima partita ad oggi sembriamo un’altra squadra e questo vuole dire che il lavoro settimanale sta pagando. Sono ragazzi di 16 anni che riescono a capire subito le situazioni e di questo sono contento. Io devo crescere insieme a loro, è il mio primo anno da primo allenatore. Ho commesso e commetterò errori, ma penso che dagli errori si possa imparare”.

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