Si terrà lunedì 25 la seduta straordinaria e monotematica del Consiglio regionale sul tema del rigassificatore che verrà realizzato al largo di Vado Ligure, oggetto di protesta nei giorni scorsi con le immagini eloquenti di una catena umana di 16mila persone che hanno fatto il giro di tutta Italia. Il tema è finito questa mattina per essere il fulcro della seduta odierna del consiglio regionale con la difesa della scelta da parte del presidente regionale Giovanni Toti che annuncia una diretta sulla sua pagina Facebook per le 14.30 di domani per rispondere ai quesiti e ai timori dei cittadini. Ma il governatore si scaglia contro le opposizioni: “Ovviamente non abbiamo alcun timore a rispondere in aula e ad affrontare una seduta di questo tipo, ma chi la chiede vuole solamente fare polemica, non vuole dare un contributo. L’incontro “virtuale” con la cittadinanza è “un modo per dare risposte, ribadendo ancora una volta, che si tratta di un’opera che non comporta alcun rischio per l’ambiente e nessun rischio per i cittadini, essendo in mare, e che non avrà nessun impatto sul turismo, visto che già il nostro territorio ne ospita uno e non sta causando alcun danno al golfo della Spezia, alle Cinque Terre, a Porto Venere e Lerici, realtà che stanno crescendo moltissimo”, ribadisce Toti. Che aggiunge: “Ogni paura è legittima ma è frutto di mancanza di informazioni: ho grande rispetto per le persone che hanno paura, non possiamo certo pretendere che ogni cittadino sia un ingegnere, o un perito chimico o un esperto di gas. Ho molta meno tolleranza verso chi usa le paure dei cittadini per farsi propaganda politica, danneggiando il Paese: chi lo fa non è degno di fare politica. Il rigassificatore in Liguria non è un capriccio, è una necessità che due governi della Repubblica italiana hanno riconosciuto. Forse alcuni hanno dimenticato che, pochi mesi fa, le proteste si facevano contro il caro bollette, insostenibili per le famiglie, e contro il caro gas, insostenibile per le imprese. L’Italia ha bisogno di gas, l’Italia ha bisogno di alimentare il proprio sistema industriale e di essere messa in sicurezza dal punto di vista energetico. La Liguria ospita il primo sistema portuale del Paese, e non lo è per caso, ma perché i porti liguri hanno alle spalle il sistema industriale più potente e le regioni più popolate d’Italia: Lombardia e Piemonte da sole generano quasi il 40% del PIL, e a questo bisogna sommare quello generato dall’Emilia-Romagna. Ritengo che la Liguria debba fare la sua parte fino in fondo, realizzando infrastrutture importanti per lo sviluppo e la crescita del Paese”. “Tutti gli enti territoriali di quella provincia sono completamente coinvolti, in sede sia tecnica che politica – conclude – Si tengono riunioni quotidiane con i cinque comuni interessati a terra, con l’Autorità di sistema portuale, con Snam e con Rina. Abbiamo incontrato i sindaci, gli assessori, i tecnici e continuiamo a farlo, cogliendo ogni suggerimento anche per modificare eventualmente il progetto. Si tratta di un percorso che si svolge all’interno di regole di sicurezza per l’ambiente e le persone, in pieno dialogo coi territori. Il rigassificatore di Vado, a differenza di quelli posizionati in emergenza a Piombino e Ravenna, passerà attraverso procedure ordinarie di autorizzazione: oltre 50 enti parteciperanno alla Conferenza dei servizi, e ci sarà una Valutazione di impatto ambientale nazionale, che per Piombino e a Ravenna non si è tenuta per motivi appunto di emergenza. Se emergeranno prescrizioni o rischi ovviamente saranno i tecnici a dirlo, e ci muoveremo di conseguenza”.
Dai banchi della minoranza, il consigliere Roberto Centi allarga il discorso a Panigaglia, ricordando quanto successo venti giorni fa: “In un momento storico in cui tiene banco la notizia di un nuovo rigassificatore in Liguria, al largo di Vado, dispiace che le istituzioni regionali si siano dimenticate dell’impianto di Panigaglia, nello spezzino, dove la notte tra il 27 e il 28 agosto si è registrato un incidente che ha fatto allarmare i cittadini. Cittadini che al momento non hanno ancora ricevuto informazioni e rassicurazioni su quanto accaduto e su quanto previsto in caso di nuovi incidenti all’impianto”. Vado e Panigaglia, due facce della medesima medaglia: “Apprendiamo dal presidente Toti che domani verrà organizzata una diretta social sulla sua pagina Facebook per rispondere ai dubbi e alle preoccupazioni dei cittadini di Vado per il progetto del nuovo rigassificatore Snam che dovrebbe entrare in servizio nel 2026 – sottolinea il consigliere regionale della Lista Sansa che sul tema ha presentato un’interrogazione urgente già per il consiglio della scorsa settimana, ma che non è stata ancora affrontata per l’assenza – martedì scorso e stamane – dell’assessore competente -. A Panigaglia, nel Golfo della Spezia, abbiamo già dai primi anni Settanta l’unico rigassificatore on-shore d’Italia e nonostante le preoccupazioni dei cittadini, anche alla luce del recente incidente di fine agosto, a livello istituzionale nessuno si è preoccupato di fornire loro informazioni e rassicurazioni su quanto accaduto e su quanto potrebbe ancora accadere in futuro”. Quella notte infatti durante il pesante nubifragio che ha interessato tutta la Liguria, un fulmine ha incendiato i gas di scarico dello stabilimento di Panigaglia in uscita dal vent e, poco prima, lo stesso temporale aveva causato un problema alla linea elettrica di alimentazione determinando la cessazione automatica delle attività dello stabilimento, con relativo avvio delle procedure di sicurezza.” Tra queste misure rientra la depressurizzazione delle linee, con conseguente invio del gas alla sommità dell’impianto attraverso il vent stesso, che significa immettere azoto, come da protocollo, per lo spegnimento dell’incendio, eventualità prevista in casi del genere – spiega il consigliere regionale spezzino -. Le operazioni hanno richiesto minuti di attesa, generando preoccupazione nella cittadinanza, trattandosi di un’area che movimenta e gestisce enormi quantità di Gnl da rigassificare. Quanto accaduto a fine agosto rientra, potenzialmente tra i NaTech, cioè gli incidenti tecnologici, come incendi, esplosioni, rilasci tossici che possono verificarsi all’interno di complessi industriali e lungo le reti di distribuzione a seguito di eventi calamitosi di matrice naturale, la cui frequenza è in aumento anche a causa dei mutamenti climatici in atto”.