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"ci rivolgiamo a cittadinanza e associazionismo antifascista"

Anpi Sarzana: “Dobbiamo lasciare la sede e il Comune non ha rispettato gli impegni su uno spazio alternativo”

Lavori in Piazza Terzi nei mesi scorsi
Lavori in Piazza Terzi nei mesi scorsi

“In linea col rispetto istituzionale che sempre ci ha contraddistinto, abbiamo atteso con discrezione i rinvii dell’amministrazione comunale. Oggi, col precipitare degli eventi, ci dobbiamo rivolgere pubblicamente alla cittadinanza”. Si apre così la nota diffusa da Anpi Sarzana dedicata al tema della sede dell’associazione. “A non tutti è noto che la ristrutturazione del vecchio mercato ortofrutticolo, sede da anni dell’Hockey Sarzana e di altre realtà associative, si basa su un progetto che prevede la creazione di spogliatoi nello spazio sede della nostra associazione da due decenni – proseguono da Anpi -. Ne siamo venuti a conoscenza per caso nel settembre 2019, a seguito di un sopralluogo tecnico, non preceduto da nessuna comunicazione del Comune. In quel frangente notammo un pallino rosso in un foglio, al posto della nostra sede, e il tecnico ci disse che lì sarebbero sorti gli spogliatoi della struttura. Alla nostra richiesta di spiegazioni, l’amministrazione comunale, nella persona del capo di gabinetto Borrini, ci comunicò di non saperne nulla, che si sarebbe informato, e ci avrebbe fatto sapere. Chiedemmo perciò informazioni all’ufficio tecnico, che ci disse di aver avuto richiesta di predisporre un progetto per la ristrutturazione del vecchio mercato, e che effettivamente al posto della nostra sede sarebbero sorti gli spogliatoi”.

“Dopo due anni, ottobre 2021, senza nessuna informazione nel frattempo pervenutaci dall’amministrazione – continua la nota dell’associazione -, leggemmo sui giornali che il progetto sarebbe stato finanziato e realizzato. Sempre senza previa comunicazione, a ridosso della festa della Liberazione 2022, ci trovammo nell’impossibilità di accedere alla sede per i lavori di rifacimento del marciapiede. Dopo altre richieste di chiarimenti, per sapere come organizzarci in vista di un trasferimento della nostra sede, riuscimmo ad avere un colloquio con la sindaco Ponzanelli il 1° giugno, che si scusò per le mancate comunicazioni, confermò che l’ente non aveva spazi alternativi da assegnarci, ma che a breve avrebbe convocato tutte le associazioni interessate per una riunione, in vista di un bando per l’assegnazione degli altri spazi del vecchio mercato, a cui noi avremmo potuto partecipare. Dopo più di un anno, riunione e bando sono rimasti lettera morta. Il 21 settembre 2022, a fronte della nostra rinnovata preoccupazione per l’assenza di uno spazio alternativo dove poter continuare a svolgere le nostre attività, la sindaco ci ha rassicurato che il trasloco sarebbe potuto avvenire contestualmente alla disponibilità di un’altra sede, per la quale era in attesa di una risposta. Nello scorso dicembre, ancora una volta attraverso i giornali, abbiamo saputo della partenza dei lavori per rifacimento di facciata e spogliatoi, constatando che per accedere alla sede avremmo dovuto entrare nell’area di cantiere”.

“E arriviamo a questi giorni, con gli scatoloni pronti, ma senza nessuna comunicazione né soluzione alternativa da parte dell’amministrazione – conclude Anpi Sarzana -. Venerdì 7 luglio i messi comunali ci avvertono di dover ritirare una notifica in cui si chiede lo sgombero e la consegna immediata delle chiavi. Dietro richiesta su dove potremmo trasferire il nostro archivio e i nostri materiali, la sindaco Ponzanelli e l’assessore Borrini ci rispondono di accordarci con chi gestisce il Centro Barontini, che ha offerto disponibilità in tal senso. Dopo il sopralluogo nei locali del Barontini, nonostante la gentilezza operativa dell’attuale gestore, abbiamo constatato che la soluzione prospettata non consentirebbe lo svolgimento delle nostre attività, né il trasferimento di tutto quanto dobbiamo sgomberare dalla nostra sede. Vista l’urgenza venutasi a creare, con pochi giorni di preavviso siamo costretti a organizzare un trasloco e a individuare una soluzione entro martedì 18 luglio, giorno di consegna delle chiavi. A questo punto, visto che il Comune non è stato in grado di rispettare l’impegno preso, dobbiamo rivolgerci alla cittadinanza e all’associazionismo antifascista. Non abbiamo chiesto e non chiediamo una sede, ma solo uno spazio a uso magazzino di circa 12 metri quadrati, che ci permetta di ricoverare provvisoriamente il nostro archivio e i materiali che consentano di portare avanti le nostre attività: armadi, scaffali, libri, tavolo, sedie, scrivania, pannelli, attrezzi per la pulizia dei sentieri. Non avremmo certo difficoltà a riunirci a rotazione nelle nostre case, oppure trovando ospitalità nei locali di solidali associazioni che già si sono fatte avanti (Arci Valdimagra, Quarto Piano, Spi Cgil, Centro Barontini), e che ringraziamo di tutto cuore. Ma il punto è un altro: dopo decenni di attività per attualizzare la memoria dell’antifascismo, in diverse forme e attraverso differenti generazioni, ci pare scandaloso che un’amministrazione pubblica non trovi un ricovero temporaneo, in attesa di una nuova sede, per i libri della nostra sezione, le pubblicazioni, le testimonianze, le targhe, e per il materiale necessario alle attività che l’Anpi di Sarzana svolge, con tutti i propri limiti, durante tutto l’anno. Sappia, la cittadinanza, che non ci sarà più un posto pubblico dove vedere le foto di Paolino e Lidia Lalli, di Luigi Fiori e della Zenech, dove incontrare un pezzo di storia della nostra città. Non per chi, con difficoltà, porta avanti il loro lascito, ma per rispetto a queste persone straordinarie e a questa storia, crediamo che la bandiera della brigata Ugo Muccini non debba finire rinchiusa in un cassetto”.

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