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Sentenza del tribunale del lavoro

Ferie non godute per far fronte al Covid e alla carenza di personale, due ex direttori di Distretto vincono la causa: Asl 5 le dovrà pagare

I medici Enzo Ceragioli, ex consigliere comunale di centrodestra, e Marco Santilli hanno vinto una causa contro Asl 5 per il pagamento delle ferie arretrate. Il ricorso era stato presentato alla sezione Lavoro del tribunale della Spezia con l’ausilio della Cgil e dell’avvocato Andrea Frau.
Le vertenza era nata dal fatto che i due medici, prima nel 2019 per carenza di personale e poi durante la pandemia Covid 19 hanno rinunciato a godere delle ferie per evitare di interrompere il servizio; ma al momento del loro pensionamento la Asl 5 non aveva pagato loro le ferie arretrate. La regola generale prevede che i dipendenti pubblici che al momento del loro pensionamento non abbiano goduto di parte delle ferie le perdano; per tale motivo tutti i dipendenti pubblici prima della data del pensionamento consumano le ferie residue. Però ci sono delle eccezioni: per malattia, causa forza maggiore o rifiuto dell’amministrazione a concedere le ferie. In questi casi le stesse devono essere retribuite al momento del pensionamento.

Ceragioli e Santilli sono stati dipendenti della Asl 5 dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020. Ceragioli era stato direttore sanitario del Distretto 19 mentre Santilli aveva svolto lo stesso incarico per il Distretto 18. Al momento della conclusione dei loro rapporti di lavoro Ceragioli vedeva contabilizzate 44 giornate di ferie non godute di cui 16 per il 2019 e 28 per il 2020, mentre per Santilli figuravano 48 giornate di ferie non godute di cui 20 per il 2019 e 28 per il 2020.

Durante il loro rapporto di lavoro Ceragioli e Santilli hanno in più occasioni richiesto di poter godere dei periodi di ferie di loro diritto, ma non hanno potuto farlo a causa della carenza di personale che impediva loro di potersi assentare senza compromettere il buon funzionamento dei servizi a loro affidati e di cui erano i dirigenti responsabili: personale che non veniva integrato neppure temporaneamente per permettere loro di assentarsi legittimamente. Le loro richieste erano rimaste di conseguenza senza risposta.
Le strutture sanitarie in cui erano impiegati i medici hanno scontato una carenza endemica di personale, situazione aggravata dal pensionamento di varie unità. A titolo di esempio per il Distretto 18 c’era stata la mancanza di 3 dirigenti medici a fronte della necessaria gestione di ben quattro distinte Case della salute (Via XXIV Maggio, Bragarina, Ospedale Militare e Lerici). In tale situazione l’assenza del direttore di Distretto avrebbe fatto venire meno l’efficacia minima del servizio.
A seguito di ulteriori richieste di poter godere delle ferie maturate, la direttrice sociosanitaria, Maria Alessandra Massei, con email del 1° novembre 2020 comunicava che, vista la situazione di estrema emergenza dovuta alla pandemia, riteneva che i due medici dovessero essere trattenuti in servizio.

Il contenuto di questa comunicazione, prescindendo dalle altre valutazioni circa l’impossibilità di fruizione dei periodi di ferie nei periodi precedenti, ha stabilito e formalizzato che da fine febbraio dell’anno 2020 i ricorrenti non hanno più potuto godere dei periodi di ferie di loro diritto. Volendo applicare la tesi più restrittiva, Ceragioli e Santilli non avrebbero comunque potuto concludere il periodo di ferie maturato nell’anno solare 2019, che per l’art. 33 del Ccnl vigente potevano essere fruite entro il 30 giugno 2020, né tanto meno quelle maturate nel 2020.

Inoltre, il Ceragioli il 3 marzo 2020 ha contratto in servizio il Covid 19 ed è stato a lungo ricoverato in terapia intensiva; successivamente, dopo un ulteriore periodo di ricovero ospedaliero e di convalescenza a casa, solo il 27 luglio 2020 è riuscito a rientrare al lavoro. Il periodo di assenza veniva riconosciuto dall’Inail quale infortunio sul lavoro.

Al momento dell’interruzione del loro rapporto di lavoro con l’azienda sanitaria i ricorrenti non hanno ottenuto la monetizzazione delle ferie non godute e conseguentemente con lettera Pec del 30 gennaio 2021 hanno richiesto tale riconoscimento, ma con una comunicazione Pec del 2 marzo 2021 l’Asl5 respingeva la richiesta. Con nuova lettera del 12 marzo 2021 i ricorrenti rinnovavano la loro domanda, senza ottenere nessuna risposta. Quindi i due medici hanno avanzato ricorso al Tribunale ottenendo così il pagamento delle ferie arretrate.

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