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Stonewallsforlife

Barre per trattenere i muri a secco “spanciati”, la tecnica sperimentata a Manarola

Le lezioni sono parte del primo ciclo formativo previsto da Stonewallsforlife, progetto europeo di cui il Parco nazionale delle Cinque Terre è capofila, che intende dimostrare come l'antica tecnologia dei muri a secco possa essere utilizzata per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici.

Rinforzo muri a secco

Si sono svolte nei giorni giorni nell’anfiteatro di Manarola, nell’ambito del progetto Stonewallsforlife, due lezioni (una teorica e una pratica) che avevano come obiettivo lo sviluppo delle competenze e la formazione professionale dei “manutentori” dei sentieri del Parco. Otto ore complessive finalizzate alla sperimentazione di tecniche innovative e facilmente applicabili nel contesto della ricostruzione o rinforzo di muri in pietra a secco.

Le lezioni sono parte del primo ciclo formativo previsto da Stonewallsforlife, progetto europeo di cui il Parco nazionale delle Cinque Terre è capofila, che intende dimostrare come l’antica tecnologia dei muri a secco possa essere utilizzata per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici.

“Il sistema di consolidamento testato, di semplice esecuzione, rappresenta un’applicazione in chiave attuale di soluzioni utilizzate in passato – spiega Patrizio Scarpellini, direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre – La tecnica testata si basa sulla vibroinfissione di barre a filettatura continua per aumentare l’attrito nel terreno e raggiungere le parti più profonde di terreno indisturbato, al fine di contenere i conci più instabili (muro e terreno sciolto); questo metodo risulta ideale per il consolidamento di muri a secco che presentano spanciamenti o aggetti oltre la verticale”.

“Un altro passaggio chiave è la distribuzione lungo il paramento murario delle pressioni generate dalla barra vibroinfissa: in questo caso, un cosiddetto “ripartitore” (elemento in metallo di dimensioni ridotte, perfettamente integrato a livello estetico) ha il compito di scaricare la pressione e al contempo di stabilizzare le pietre del muro”, conclude Scarpellini.

Il comportamento dei muri nei quali sono state posizionate le barre sarà valutato anche grazie ai dati raccolti dalle stazioni di monitoraggio multiparametriche installate recentemente dai ricercatori dell’Università di Genova.

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