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La sentenza

Tutti assolti in appello nel processo bis sul crollo della Torre Piloti

In quell'incidente nel maggio 2013 morirono nove persone tra cui il sergente della Marina Militare originario di Carrara, Gianni Iacoviello

Gianni Iacoviello

Tutti assolti in appello gli imputati del processo bis relativo al crollo della torre dei piloti del porto di Genova in cui persero la vita nove persone tra cui il sergente della Marina Militare, Gianni Iacoviello, originario di Carrara e legato alla Spezia. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, 2l’ammiraglio Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria di porto di Genova ed ex comandante generale della Capitaneria, nel processo di appello sulla collocazione della torre piloti del porto di Genova, crollata il 7 maggio 2013 per l’urto del cargo Jolly Nero provocando nove morti. Angrisano era presente in aula. In primo grado era stato condannato a tre anni. Tutti assolti anche gli altri imputati”.

“Il sostituto procuratore generale Enrico Zucca – prosegue l’agenzia di informazione – aveva chiesto la condanna a 2 anni e sei mesi per l’ammiraglio Angrisano. Il processo sulla collocazione e costruzione della torre piloti era nato su iniziativa di Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa (militare della Capitaneria), una delle vittime, che si era opposta alla richiesta di archiviazione. La donna ha sempre sostenuto la pericolosità dell’ubicazione”.

”Sono tutti colpevoli, quanto vale la vita di un morto? I potenti non si toccano! Il porto di Genova non si tocca”. Ha urlato così Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, militare della capitaneria di porto, una delle vittime della Torre piloti dopo la lettura della sentenza. “I giudici non avevano un figlio lì sotto. Si sono ammazzati da soli”. “Non ho mai commentato e non lo faccio oggi”. Così l’ammiraglio Felicio Angrisano dopo l’assoluzione in appello nel processo sulla collocazione della Torre piloti. Angrisano, difeso dagli avvocati Carolina De Ferrari ed Ernesto Monteverde, è stato assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato” come gli altri imputati.

L’associazione Vittime del Dovere, parte civile al processo rappresentata dall’avvocato Stefano Maccioni, in una nota dichiara: “Ci siamo costituiti parte civile per stare al fianco delle persone offese e per dare il nostro contributo. E’ una sentenza che ci lascia certamente dell’amarezza ma che ovviamente non è definitiva. Aspettiamo il deposito delle motivazioni e dopo adotteremo i rimedi necessari. La sentenza di primo grado aveva invece affermato la responsabilità, ora attendiamo di leggere le motivazioni per valutare le necessarie azioni. Conosciamo bene il dolore delle famiglie delle Vittime del Dovere coinvolte, e resteremo al loro fianco affinché sia fatta giustizia e si possa appurare la verità dei fatti e delle responsabilità”.

 

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