Stop inatteso nell’iter di realizzazione del nuovo ponte carrabile sul Calcandola, opera di punta dell’amministrazione Ponzanelli per l’articolata riqualificazione infrastrutturale del quartiere di Bradia a Sarzana. Con determina odierna del dirigente dei lavori pubblici Mugnani, l’amministrazione ha infatti revocato in autotutela l’aggiudicazione dei lavori al primo classificato nella procedura negoziata che nel novembre scorso era stata affidata alla mandataria CA.ME.CA SRLU.
Ricostruendo i vari passaggi che hanno portato alla decisione odierna il dirigente ricorda come, dopo il primo sopralluogo congiunto presso l’area interessata dai lavori in data 28 novembre, il 23 dicembre l’ufficio contratti del Comune aveva inviato richiesta di tutta la documentazione necessaria entro il 12 gennaio per la stipula del contratto. Due giorni dopo Natale però “l’impresa comunicava l’impossibilità di procedere all’invio della documentazione richiesta entro il 12/01/2023 per indisponibilità degli studi notarili ed assicurativi, procrastinando tale invio non appena pronte le documentazioni necessarie e demandando la stipula del contratto verso la fine di gennaio”.
Il Comune aveva quindi invitato l’impresa in piazza Matteotti il 23 gennaio per la stipula del contratto e dopo la risposta con richiesta di chiarimenti tecnici e amministrativi, aveva rinnovato l’invito per la firma il 31 gennaio. Tre giorni fa però la ditta ha comunicato il passo indietro “per una eccessiva onerosità sopravvenuta tra la data di presentazione dell’offerta e l’attualità, motivo per il quale l’impresa non è più in condizione di sottoscrivere il contratto e procedere alla realizzazione dell’opera, come progettata. I costi dell’opera non solo comporterebbero per la scrivente una perdita netta di per se’ suscettibile di esporla all’insolvenza – ha ribadito – rispetto agli impegni già assunti, ma addirittura capace di mandarla in dissesto finanziario. La situazione conseguente al conflitto ed al COVID-19 ha comportato imprevedibili ed imponderabili aumenti dei costi dei materiali di costruzione, dell’energia, oltre ad una notevole difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, l’impresa è impossibilitata alla realizzazione dell’opera nei tempi e con i costi inizialmente”. In ultimo l’impresa ha comunicato quindi “l’impossibilità a procedere alla sottoscrizione del contratto”.
Il Comune, dal canto suo, “considerato che il persistente e ingiustificato rifiuto dell’aggiudicataria di stipulare il contratto in conformità all’offerta presentata, anche tenuto conto del lasso di tempo trascorso, giustifica la revoca dell’aggiudicazione nell’interesse pubblico alla sollecita esecuzione dei lavori. Ritenuto quindi necessario provvedere alla revoca di aggiudicazione, ferma restando la facoltà di adire la competente Autorità giudiziaria per il risarcimento di ogni e qualsivoglia danno, a tutela dei propri diritti ed interessi”.