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Piano sociosanitario

Verso una centrale 118 unica per Spezzino e Tigullio

L'assessore Gratarola: "La Liguria passerà da cinque a tre strutture, ma questo non comporterà alcun taglio nella rete dell’emergenza urgenza, che, anzi, sarà ancora più efficiente". Garibaldi (Pd-Articolo): "Decisione imposta a sindaci e territori senza discussione e confronto". Muzio (Forza Italia): "Per la sede un'ipotesi praticabile potrebbe essere Brugnato, che ha caratteristiche adeguate non solo sul piano logistico".

Automedica 118

Accorpamento alle porte per le centrali operative 118 della Spezia, Asl5, e del Tigullio, Asl4 nel nuovo Piano sociosanitario regionale. Un dato emerso stamani in consiglio regionale in seguito alle interrogazioni presentate dal capogruppo Claudio Muzio, Forza Italia, e per Pd-Articolo 1 dal capogruppo Luca Garibaldi, a cui ha dato risposta l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola. “Regione Liguria, come tutte le altre Regioni, nel rispetto del Decreto ministeriale 70 deve adeguare il numero delle centrali operative del 118. Tutto questo non comporterà alcun taglio nella rete dell’emergenza urgenza, che, anzi, sarà ancora più efficiente: i mezzi di soccorso resteranno gli stessi, non ci sarà alcuna diminuzione del personale e quindi alcun indebolimento del servizio, come invece qualcuno vuole fare credere”, osserva in una nota post consiglio l’assessore Gratarola tornando sul tema. “La Lombardia, per esempio, ha già ridotto il numero delle sedi e, a fronte di 10 milioni di abitanti, adesso ha cinque centrali – aggiunge –. È dunque evidente che la nostra regione non possa più sostenere la presenza di cinque centrali sul proprio territorio. Il numero si deve ridurre a tre che saranno così suddivise: una al centro, una a ponente e una a levante. La collocazione non è ancora stata decisa, a parte la centrale operativa prevista nel cuore della Liguria e che resta a Genova all’interno dell’Ospedale Policlinico San Martino. Fossilizzarsi sul luogo della loro collocazione è del tutto fuorviante: non siamo infatti di fronte ad una struttura sanitaria con letti e degenza, ma ad una struttura funzionale di coordinamento, che risponde alle esigenze del cittadino inviando dove serve il mezzo di soccorso più idoneo rispetto all’intervento in corso. Di conseguenza, nulla cambia per il territorio. L’obiettivo di arrivare a tre centrali operative è dunque utile a ottimizzare l’impiego del personale sanitario, a garantire maggiore efficienza al sistema e soprattutto, esattamente come hanno fatto altre regioni, a sostituire gli infermieri presenti in centrale con tecnici specializzati in grado di gestire, con un’opportuna e approfondita formazione, le chiamate di emergenza e l’invio dei mezzi di soccorso”.

Quanto prospettato non convince il capogruppo Pd-Articolo1. “Gratarola conferma la chiusura di due centrali del 118 su cinque accorpandone due nel Ponente e due nel Levante. Una scelta che non riteniamo una priorità sia a livello di risparmio economico che di efficienza del servizio – afferma in una nota Garibaldi -. In questo modo si indebolisce la rete dell’emergenza urgenza e non si hanno evidenti vantaggi. Inoltre non è previsto nessun coordinamento con i punti di primo intervento di Ponente e Levante per compensare le chiusure. La Asl 4 ad esempio si troverà in carenza di una sede una centrale operativa del 118 nel Tigullio senza sapere come sarà riorganizzato il servizio. È inaccettabile poi che questa decisione venga imposta ai sindaci e al territorio che ne chiedono il mantenimento, senza una discussione e un confronto di merito. Singolare poi il comportamento dei consiglieri regionali di maggioranza che prima si ergono a difensori del servizio sul territorio, con tanto di interrogazioni in cui esprimono preoccupazione e poi si dichiarano soddisfatti del fatto che la Regione alla fine accorpi le centrali”.

Di diverso orientamento l’intervento di Muzio. “Nel quadro del riordino del servizio 118 sul territorio regionale, previsto dalla normativa nazionale che impone la presenza di una centrale almeno ogni 600mila abitanti, ho accolto positivamente quanto dichiarato quest’oggi in consiglio regionale dall’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, che, rispondendo a una mia interrogazione sul tema, ha confermato la possibile creazione di una centrale unica del Levante ligure, con sede baricentrica tra il Tigullio e La Spezia. Tale soluzione, che sarà formalizzata nel nuovo Piano sociosanitario regionale, è di gran lunga preferibile all’accorpamento della centrale della Asl4 con quella di Genova: quest’ultima andrebbe in tal caso a coprire un bacino d’utenza pari a oltre la metà della popolazione ligure. La centrale unica del Levante potrà inoltre garantire sia la qualità del servizio per i cittadini del Tigullio sia le professionalità maturate in questi anni. Ribadisco che il passaggio da cinque a tre centrali del 118 in Liguria è un atto dovuto per legge e che quindi occorre trovare soluzioni concrete e praticabili che non penalizzino i territori. Fare demagogia e chiedere l’impossibile, come il Partito democratico, è facile. Difficile lavorare per mettere in atto ciò che è possibile e ragionevole. La creazione di una centrale unica del Levante ligure darebbe vita a un polo con un bacino d’utenza di circa 350/400mila persone, che diventano quasi il doppio nei periodi di maggiore afflusso turistico. Inoltre consentirebbe di avere sempre attivo personale con conoscenze e competenze relative sia al Tigullio che alla provincia della Spezia. In sede di discussione del nuovo Piano sociosanitario regionale mi batterò affinché tale ipotesi diventi realtà, avendo cura di garantire la qualità del servizio e di tutelare le professionalità presenti. Come sede della nuova centrale del Levante un’ipotesi praticabile potrebbe essere quella di Brugnato, che presenta caratteristiche adeguate non solo sul piano logistico”.

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