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Gino Bellani, maestro del colore. La mostra e l’omaggio del suo paese natale: “A Pignone nascerà Casa Bellani”

Il 1° gennaio 2003 moriva Gino Bellani, un artista che ha segnato profondamente la storia dell’arte della nostra provincia, la cui opera ha avuto grandi riconoscimenti, tra i tanti la partecipazione a due Quadriennali dell’Arte di Roma. Nato a Pignone il 26 agosto 1908, fu uno dei tantissimi liguri che appena maggiorenni, una volta conclusi gli studi all’Istituto Nautico, decisero di andare a cercare fortuna in Sud America, dove per cinque anni conduce una vita avventurosa. Ritornato in Italia, si iscrisse all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e, quindi, all’Accademia Albertina di Torino, dove si diploma nel 1937. La sua carriera di artista si svilupperà compiutamente soltanto a guerra finita e da quel momento in poi Bellani è stato stato capace di rappresentare in modo inconfondibile il nostro territorio, dal mare delle 5 Terre alle campagne e ai monti della Val di Vara, luoghi che hanno segnato la sua infanzia fino a divenire protagonisti della Sua opera. Così l’associazione culturale Startè, presieduta da Paolo Asti, ha accolto la proposta di Gabriella e Raffaella Bellani, figlie del maestro, costruendo nei mesi scorsi l’Archivio Gino Bellani, presieduto da Francesco Vaccarone, già allievo e amico dell’artista: “Avevo 17 anni e qualche mese quando lo conobbi, ricordo che fu in occasione di una mostra all’Adel e in quel contesto lui faceva parte della giuria che, peraltro, mi premiò. Al tempo per noi ragazzi all’inizio c’era un grande scambio con i maestri più anziani, da parte loro grande benevolenza. Qualcosa che poi successivamente non si è più visto, subentrando fra le generazioni altri sentimenti, anche di invidia. La verità è che stesse cose che i Guttuso che incontrai anni dopo a Roma, mi erano già state riferite nella mia Spezia, da Caselli e Bellani. Bellani poi era un grande personaggio: fece pugilato, canottaggio, andò perfino in prigione, un uomo dai mille risvolti che, giusto per farvi capire di che pasta era fatto, rifiutò di andare alla Quadriennale di Roma, chiedendo a me di sostituirlo”.

Quadro Gino Bellani stazione vaporetti La Spezia (Collezione privata)

Stazione vaporetti La Spezia (Gino Bellani, collezione privata)

Proprio nelle stanze del sodalizio di piazza Europa sabato 14 gennaio alle 17 sarà realizzata l’esposizione dal titolo “Gino Bellani Maestro del Colore” con una selezione di opere compiuta a cura di Asti, disponibile fino a sabato 25 febbraio. E nel medesimo contesto operativo, l’ex presidente di Confindustra, Francesca Cozzani, numero uno della società Ing. Mario Cozzani, mostrando come in passato, una grande sensibilità per il territorio e per i suoi artisti, ha realizzato uno splendido calendario con cui rendere omaggio al lavoro del Maestro. La società Scafi operante nel Porto della Spezia, grazie al manager Gian Luca Agostinelli ha aderito alla proposta di Startè divenendo sostenitore del progetto dedicato al Maestro. Un progetto molto affascinante e di pregio perché nel 2023, grazie al lavoro compiuto dal Comune di Pignone, capace di aggiudicarsi il bando Turismo e Cultura del MIBAC, si realizzerà su progetto, ideato proprio da Startè, di Casa Bellani, un luogo dove verranno realizzate residenze per giovani artisti il cui lavoro dovrà avere ispirazione dal territorio che va dalla Val di Vara alle 5 Terre, proprio come accadde per Bellani. La ‘casa dell’artista’ sorgerà nella piazza principale di Pignone, l’amato paese nativo di Bellani, che nella sua vita è stato per trent’anni (dal 1939 al ’69) anche un insegnante di Educazione Artistica e Storia dell’Arte nelle scuole di istruzione secondaria. “Ovviamente speriamo di avere questa mostra anche a Pignone – spiegano il sindaco Ivano Barcellone e il suo vice Raffaele Rossi – Bellani ha dipinto tanto il suo paese, la natura circostante, i luoghi della sua famiglia. Era andato dall’altra parte del mondo ma alla fine ha sentito di voler ritornare a casa. A Spezia, a Pignone”.

 

Quadro Gino Bellani stazione vaporetti La Spezia (Collezione privata)

Stazione vaporetti La Spezia (Gino Bellani, collezione privata)

Un artista che fu perfino archeologo: “Compiva ricerche archeologiche nonostante non fosse un professionista – spiega una delle figlie, Gabriella (l’altra si chiama Raffaella) -. Ha eseguito questi scavi, registrando le statigrafie e lo ha fatto con i disegni realizzati con l’inchiostro da china, riproducendo i vari reperti che trovava. Noi a casa abbiamo tutti gli originali di questi disegni. Qualche anno fa la direttrice dell’area archeologica di Luni Antica Marcella Mancusi ne rimase entusiasta perché da questo materiale emergono informazioni inedite. Mio padre peraltro collaborò a lungo con la famiglia Formentini. Ricordo, avevo meno di 10 anni, quanto invidiavo quei volontari che andavano con lui: papà quando ritornava sceglieva i reperti meno importanti e mi concedeva di lavarli sotto l’acqua. Il mio ricordo del paese? Era molto vivace, molto abitato, le cose rispetto ad allora sono cambiate. Mio padre ha fatto tante cose nella sua vita, quando emigrò andò anche in giro per le Ande con il cavallo, imbracciando un fucile: lo faceva perché era dipendente di un emporio che forniva al Cile la merce europea. Poi, ritorno a casa, conobbe la Maria, all’epoca di 19 anni e 30 anni più giovane di lui, innamorandosene. E a quel punto non si è più mosso. Una coppia eccezionale, quella. E la Maria, mia mamma, ha più di cento anni ed è ancora con noi”.

 

Monterosso (quadro Bellani, collezione privata)

Monterosso (Gino Bellani, collezione privata)

Un uomo con una storia cinematografica. Un uomo che ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, è stato fatto prigioniero e condotto nel Nord Africa, dove esegue una serie di disegni dal vero, realizzati con mezzi di fortuna. Rimpatriato nel 1945, riprende la sua attività artistica e partecipa a numerose manifestazioni nazionali e internazionali, personali e collettive, riportando premi e riconoscimenti. E’ invitato alle maggiori rassegne d’arte italiane e straniere tra queste: Roma, Napoli, Firenze, Milano, Palermo, Torino, Filadelfia, Washington, Parigi, Grenoble, Biarritz, Tolone, Tunisi, Monaco di Baviera, Auckland, Wellington, Hamilton.

 

Macerie (1952)

Macerie 1952 (Gino Bellani, collezione privata)

Nel 1996, è ammesso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma con quattro dipinti e, nel 1997, alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Oltre ai dipinti a olio, sua produzione di maggior entità, numerose sono le opere di grafica, pastelli, tempere, acquerelli, acqueforti, xilografie, litografie, chine. Bellani non si è limitato alla sola attività artistica, ma si è anche impegnato nella ricerca delle radici del suo paese di nascita. Alla sua morte, avvenuta il 1° gennaio del 2003, gli è stata dedicata la Sala Consiliare del Comune di Pignone e il percorso escursionistico-storico del Castellaro di Pignone. “Una mostra su Bellani manca da oltre vent’anni. Avevamo appena chiuso una mostra su Caselli che non veniva fatta da 40 anni, oggi compiamo un’azione simile, arricchita dalla presenza di un archivio, peraltro molto ricco grazie al fatto che la famiglia ha conservato tantissime opere. E’ una grande soddisfazione che ci abbiano chiesto di collaborare con loro. Non potevamo iniziare l’anno, una volta passate le feste, senza un omaggio di questa portata”.

Bellani, autoritratto

Autoritratto (Gino Bellani, collezione privata)
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