Con buona pace dell’opposizione e delle associazioni ambientaliste e animaliste, il governo non cambia strada a proposito della proposta, inserita nella legge di bilancio, che consentirà gli abbattimenti della cosiddetta fauna selvatica per motivi di sicurezza stradale anche in aree protette e nelle città.
Non è stato un percorso privo di ostacoli, tutt’altro. In un primo momento l’emendamento era stato giudicato inammissibile poi è rientrato. La proposta include anche l’adozione di un piano quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica da realizzare “mediante abbattimento e cattura” anche nelle zone in cui non si caccia, comprese le aree urbane, nei giorni di fermo e nei periodi in cui è vietato. Saranno i forestali a coordinare il tutto. Il “contenimento” è attuato anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto.
Pronto un esposto all’Unione Europea da parte delle opposizioni che attaccano il centrodestra nel merito e nel metodo accusando di aver voluto nascondere l’emendamento fino alle 6 del mattino per poi presentarlo in extremis.