Sembra passato un secolo, si tratta invece di poche settimane. Era il 27 agosto scorso quando dopo 18 giorni finì la vicenda cinghiali alla Maggiolina, finita alla ribalta nazionale, sulla spinta della mobilitazione e conclusa con il prelievo in sicurezza degli esemplari da parte del Nucleo Faunistico Venatorio della Regione Liguria dopo quasi tre settimane di “lotta” istituzionale. Con un’interpellanza scritta, il gruppo Pd ha voluto riaccendere i riflettori sul caso, nel consiglio comunale di ieri, il primo utile dopo la lunga pausa, fra ferie estive e elezioni politiche. Il Pd con Dino Falugiani contesta l’ordinanza emessa a suo tempo dal sindaco, richiamando il recente caso dell’Acquasola dove i cinghiali sono stati subito sedati e portati via”. La replica sarà di Lorenzo Brogi che ha difeso le scelte dell’amministrazione, spiegandone le ragioni: “L’eccezionalità della vicenda è sotto occhi di tutti. C’è stato un errore, quello di chiudere i cinghiali nel parco, e non è stato fatto dal comune. E’ stata trovata una soluzione congiunta con l’interlocuzione fra Regione Liguria, sindaco, categorie nazionali: credo si sta trattato, da parte nostra, di un comportamento eccezionale. Ci sono voluti giorni perché la burocrazia italiana la conosciamo tutti”. Poi il chiarimento sul metodo: “Noi non siamo contro gli abbattimenti, ma abbiamo tenuto una posizione legittima perché non potevamo permettere che ci fossero abbattimenti dentro il parco. Forse chi parla non conosce la normativa che obbliga, in caso di attacchi dell’animale all’uomo, l’abbattimento sul posto. Invece, senza tanti clamori, abbiamo risolto la situazione”.