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I fedeli stanno con lui

Domenica a Bonassola una manifestazione per don Giulio: sciopero dei portatori della statua della Madonna

Non si fanno cogliere alla sprovvista i fedeli e le persone vicine a don Giulio Mignani, il parroco di Bonassola che è tornato alla ribalta della cronaca nazionale a seguito della sua sospensione a divinis da parte della Curia locale. Per la giornata di domenica 9 ottobre è già stata organizzata una manifestazione popolare nel piazzale della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, chiesa dove don Mignani ha ufficiato le sue ultime celebrazioni prima del decreto penale.

“Si è movimentata tutta l’area di Bonassola, Framura e Levanto: domenica prossima alle 12, sul piazzale della chiesa, ci sarà una manifestazione a favore di Don Giulio. Per quell’occasione, come ogni anno dopo la festa patronale, dovrebbe rientrare la statua della Madonna del Rosario per essere riposta nella sua nicchia; la Madonna non rientrerà in chiesa, ci sarà lo sciopero dei portatori e un vero e proprio cordone umano che non permetterà il passaggio della statua”. Si tratta quindi di un vero e proprio sciopero, nonché un duro atto di accusa nei confronti della Curia locale e del vescovo: per protesta, come gesto simbolico, la statua lignea settecentesca non verrà riposizionata, come da tradizione, nella sua nicchia e non varcherà il portale della chiesa.

I fedeli di Bonassola non ci stanno, non ritengono giusto che al loro parroco venga riservato un trattamento simile. “È una manifestazione organizzata da privati cittadini della Repubblica italiana che vogliono mantenere umanità e civiltà. Ci saranno tantissimi parrocchiani, sicuramente assieme anche a tutte quelle persone non credenti che vogliono dimostrare solidarietà a don Giulio, il quale in questi anni ha condotto il borgo di Bonassola verso un’avanguardia di civiltà e inclusione”.

La notizia della sospensione, oltre a esser stata ripresa dai maggiori quotidiani nazionali, è stata ufficializzata mediante un comunicato stampa della Curia spezzina, nel quale viene ribadita la mancata e perpetuata disubbidienza di don Mignani nei confronti del vescovo e la sua totale lontananza rispetto al Magistero della Chiesa cattolica.

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