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"non è più tempo di tabelle"

Gotti alla vigilia della Lazio: “Pagato dazio con le nazionali. Ma in campo andremo in undici”

Luca Gotti

Lazio-Spezia si avvicina sempre di più e, dopo la pausa per le Nazionali, la squadra bianca, incerottata, si prepara alla sfida contro i forti biancocelesti. Diverse le assenze per la squadra di Luca Gotti, che in conferenza stampa, senza fare nomi, analizza il momento dei suoi: “Purtroppo il filo conduttore di queste due settimane sono state le assenze. Abbiamo pagato un dazio troppo importante, con tre infortunati con le nazionali. In qualche modo, tra il passaggio di stagione con influenze e acciacchi, abbiamo parecchi giocatori che non sono a disposizione o lo sono per un minutaggio relativo. Li porterò sfruttando ogni possibilità. E comunque andremo in campo in undici”.

Si apre così lo spazio ai ballottaggi: chi al posto di Reca? E senza Kovalenko come giocherà lo Spezia? Gotti non si sbilancia, ma espone le sue valutazioni: “Qualcosa che abbiamo visto con Sassuolo e Napoli lo rivedremo, come concetto di sicuro. Ma gli interpreti sono diversi, è ovvio che faccia ragionamenti per cercare di far fare ai nostri cosa fanno meglio. Bastoni lo valuto anche a sinistra, ma mi dispiacerebbe toglierlo da dove sta facendo bene. Ekdal è cresciuto e si è avvicinato molto alla condizione che può permettergli un certo minutaggio in Serie A. Su Ellertsson ho già speso parole molto buone: è un ragazzo che continua a crescere, è un eclettico, può adattarsi in diverse zone e lo prendo sicuramente in considerazione”. Ma per lo Spezia, niente tabelle: ora è il momento del campo. “Adesso non è più tempo di tabelle, fatta la sosta per le nazionali avremo nove partite da qui a novembre, tra campionato e Coppa Italia. C’è da giocare, niente tabelle. Il periodo di latenza del campionato lo utilizzeremo con il miglior percorso per la squadra”.

Ma la Lazio per Gotti significa soprattutto Maurizio Sarri, con cui ha lavorato al Chelsea e a cui è legato da un’amicizia ventennale. Proprio il tecnico dei biancocelesti, inconsapevolmente, ha regalato una sliding door all’allenatore spezzino, che non seguendolo da vice alla Juventus ha visto aprirsi le porte della panchina da primo allenatore, all’Udinese: “È la vita che è così, è sorprendente. Non sempre accade una cosa che sembra negativa e si tramuta in positiva, o viceversa. È difficile dire cosa è bene o cosa male. La storia è cambiata in questa direzione, ma non è detto che sia un bene in assoluto”.

In chiusura, qualche battuta sull’Udinese e su un curioso aspetto: tre dei portieri convocati in nazionale sono cresciuti nel settore giovanile friulano. Ma Gotti non è sorpreso: “Per una serie di motivi, in quella società sono usciti tanti portieri forti. Non solo loro tre: Perisan, Scuffett, tutti nati tra il ’94 e il ’97. L’Udinese è una società particolare, in cui la maturazione forse arriva prima. Non è sempre facile chi individuare come portiere di alto livello tra i giovani. All’Udinese sono state fatte scelte: negli Allievi hai tre portieri e tutti arrivano in Serie A, non è facile immaginarlo. All’Udinese sin da quando i ragazzi sono piccoli ci sono persone e istruttori molto competenti, e mano a mano che i ragazzi crescono trovano persone che implementano il loro percorso. Tutti i nomi fatti non sono solo ottimi portieri, ma sono anche ragazzi splendidi”.

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