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Domenica 2 ottobre a san terenzo

Beppe Mecconi presenta “28 9 ’22 – Lo Scoppio” un secolo dopo l’esplosione della batteria di Falconara

Domenica 2 ottobre alle 17.30, nella sala Itala Mela in viale della Vittoria 4 a San Terenzo, lo storico e giornalista Riccardo Bonvicini presenterà il libro di Beppe Mecconi “28 9 ’22 – Lo Scoppio” dedicato alla tragedia dell’esplosione del forte di Falconara, che era ubicato sopra il borgo e che, 100 anni fa, causò centinaia di morti e feriti oltre alla devastazione di moltissime abitazioni.

Perché, Mecconi, ha sentito la necessità di scrivere un libro sull’argomento?
“Necessità è davvero il termine giusto. Sono nato a metà costa della collina di Falconara e da santerenzino ho sempre vissuto con molta sofferenza, ma anche una sorta di riservatezza, la disgrazia che colpì il paese in quella orribile notte di un secolo fa. Riservatezza perché quell’evento ha segnato tutte le famiglie di San Terenzo, tutte hanno avuto feriti o morti o case distrutte, ma ne parliamo sempre con difficoltà. Ripenso agli anziani, che ora non sono più tra noi, che a domande su quei fatti volgevano lo sguardo altrove, cercando un pretesto per parlare d’altro. Troppo forti emozioni e sofferenze che gli stringevano ogni volta l’anima tornando a quei ricordi. Ma in questo anniversario ho dovuto anch’io tirare fuori dai cassetti, e dal cuore, cose accumulate nel tempo su quel terribile argomento, come affievolire un peso; ma è stata anche una sorta di catarsi condividere dettagli, forse poco noti, prima che vadano perduti in questa assenza di memoria che sempre più percuote la collettività”.

Ma sull’argomento è già stato scritto molto…
“Molto forse no, ma alcune cose sono state, anche se forse non definitivamente, chiarite, soprattutto da Bonvicini che ha affrontato questa ricerca in modo appassionato e professionale. Il mio libro non cerca di chiarire cause o colpe, sono emozioni di un santerenzino su un fatto che ha segnato la sensibilità di un’intera comunità. All’interno ci sono alcune foto probabilmente poco note, uno splendido testo teatrale scritto pochi mesi dopo l’accaduto da chi era lì, così come una lunga poesia, stesi entrambi con il linguaggio del tempo, così lontano da noi eppure così evocativo. E altre cose che ritengo preziose”.

Aveva già lavorato sull’argomento?
“Sì, molti anni fa (1995/96) feci un laboratorio scolastico dedicato allo Scoppio, in due quinte elementari del paese, quei bambini saranno ora mamme e papà. Realizzammo un video diviso in tre parti: gli “opinionisti” descrivevano quali emozioni avrebbero vissuto se fossero stati presenti alla disgrazia; gli “intervistatori” dialogarono con cinque testimoni di quei fatti, e questa è la parte più commovente e importante perché sono forse le uniche dichiarazioni filmate di chi quella notte c’era; e poi c’è la parte recitata in cui bambine e bambine interpretano una riduzione di quell’atto unico nel quale si parla del dolore ma anche della voglia di rinascita dei santerenzini”.

È possibile vedere quel film? E quando potremo trovare il libro nelle librerie?
“Il video sarà proiettato domenica, prima della presentazione del libro. Mentre il libro non andrà in libreria perché, in accordo con l’editore, abbiamo deciso di tirarne, usando un termine artistico, solo 59 copie – 59 è la somma di quella fatidica data –; altri libri narrano e narreranno dell’argomento, questo vuole essere un cosa riservata come, forse, la cicatrice, da non ostentare, che quella notte ha lasciato nel paese”.

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