E’ una vittoria schiacciante, quella ottenuta nella giornata di ieri dal centrodestra e in particolare da Fratelli d’Italia. A livello nazionale la coalizione veleggia oltre il 44 per cento dei voti ottenuti e grazie all’affermazione nella stragrande maggioranza dei collegi uninominali otterrà una maggioranza salda alla Camera e, anche se meno, al Senato. Il centrosinistra, quando mancano ancora alcune migliaia di sezione all’appello, si ferma solamente al 26 per cento, seguito dal Movimento cinque stelle al 15 e il terzo polo costituito da Azione e Italia viva vicino all’8 per cento.
A livello locale gli equilibri non cambiano, ma si modificano leggermente i valori in campo. In Liguria il centrosinistra recupera infatti qualche punto percentuale a discapito del centrodestra e del M5S e sale al 30 per cento, 12 punti sotto la coalizione guidata da Fratelli d’Italia e quasi 18 sopra i pentastellati, che si fermano poco oltre il 12 per cento.
Numeri che valgono la vittoria nei collegi uninominali sia per la leghista Stefania Pucciarelli per il Senato che per l’azzurro Roberto Bagnasco per la Camera, mentre non ce la fanno Guido Melley e il dem Daniele Montebello.
In attesa dei dati definitivi e dell’assegnazione dei seggi nei collegi plurinominali, quello che salta all’occhio, nella regione di Giovanni Toti, è il pessimo risultato di Noi moderati. La lista nata dalla fusione con Lupi, Cesa e Brugnaro non ha infatti raggiunto lo sbarramento dell’1 per cento a livello nazionale necessario per le liste presenti nelle coalizioni per eleggere rappresentanti in parlamento. Ed è solo leggermente migliore l’esito in Liguria, dove Noi moderati ha superato il 2 per cento. Ma non è bastato per evitare il fallimento dell’esperimento.