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Partito democratico

“Ho incontrato tanta gente disillusa, ho detto loro che stavolta può andare a Roma chi il territorio lo conosce e lo rappresenta veramente”

Daniele Montebello

Sindaco di Castelnuovo Magra dal 2014 dopo l’esperienza da consiglio comunale che lo portava da giovanissimo sugli scranni dell’assemblea legislativa di Via Canale, Daniele Montebello è candidato nel collegio uninominale della Camera dei Deputati. Il partito è sempre quello, il Partito Democratico che in quindici anni di attività, lo ha visto crescere nei ruoli e nei risultati raggiunti fino a questa sfida gravosa da vivere, come si dice in questi casi, pancia a terra. E’ stato uno dei primi infatti a consumare le scarpe su e giù per il levante ligure, per farsi conoscere anche laddove non lo è e per spiegare la sua idea di Italia.

Montebello, Lei p impegnato da tempo per raccontare le sue idee al territorio. Come nasce questa candidatura e quale direzione, secondo Lei, dovrebbe seguire il Pd all’interno del centrosinistra e in generale nel Paese?
“La mia candidatura nasce dalla mia esperienza di questi anni come sindaco di Castelnuovo Magra, esperienza che mi ha permesso da un lato di stringere un rapporto diretto con i miei concittadini e con la concretezza dei problemi quotidiani, e dall’altro lato di immaginare un futuro per la mia comunità, anche attraverso aiuti come il PNRR. Il Partito Democratico ha fatto la scelta di candidare due sindaci del nostro collegio puntando sugli amministratori del territorio proprio perché
sono coloro che più di altri vivono un rapporto stretto con il collegio stesso, con i problemi reali delle persone, con le realtà produttive. Soprattutto in questa fase complicata, tra post pandemia e caro energia, gli amministratori locali rappresentano la risposta migliore per affrontare difficoltà e trovare soluzioni”.

Daniele Montebello

Incontrando le persone, che cosa si è sentito di dire da loro e quali reazioni e richieste ha raccolto? Quali sono le maggiori preoccupazioni della gente in un momento di questo tipo?
“Ho raccolto molto calore e consenso in queste settimane e l’affetto di tanta gente innegabilmente fa piacere, ma quello che più mi ha colpito è la rassegnazione e la distanza rispetto alla politica da parte di tanti. A questa disillusione io rispondo che questa volta c’è la possibilità di portare in Parlamento delle persone che il territorio lo vivono, lo conosco, e lo rappresentano. La principale preoccupazione riscontrata in questo momento è senza dubbio il caro energia, bollette duplicate, triplicate, che gravano su famiglie e imprese. Su questo tema il Partito Democratico ha fatto delle proposte molto interessanti, la prima delle quali è il tetto del caro energia da porre a livello europeo, ipotesi condivisa da altri Paesi e che probabilmente si realizzerà a fine mese. La seconda proposta è legare il costo dell’energia elettrica e gas all’ISEE, anche se la soluzione vera dovrà riguardare un arresto definitivo alla speculazione internazionale”.

In questi giorni è iniziato il nuovo anno scolastico e a proposito di istruzione, il Pd ha preso una posizione netta sull’aumenta dell’obbligatorietà. Perché è così importante? E quali altre migliorie possibili si possono attuare in tempi certi?
“Per quanto riguarda l’istruzione, la base da cui partire è l’edilizia scolastica. In Italia ci sono ancora troppe scuole che non rispettano le normative sismiche e antincendio più recenti, non garantendo la sicurezza di studenti e insegnanti. Tutte le scuole del mio Comune, grazie a un lavoro di anni, oggi rispettano le norme sismiche e antincendio più recenti e questa è una garanzia di impegno da parte mia su questo tema. L’estensione dell’obbligo scolastico è un’altra priorità, e mi riferisco in
particolare all’obbligo di frequentazione della scuola dell’infanzia che darebbe maggior dignità a questo grado di istruzione, compresi i suoi insegnanti. Ma il motivo principale dell’estensione è il risultato di studi e ricerche che confermano quanto una scolarizzazione precoce diminuisca le disuguaglianze”.

 L’ambiente, altro tema non da poco in un territorio, il suo, che da anni è impegnato nella battaglia per il biodigestore. Stiamo andando verso la stagione delle piogge che già in passato ha diagnosticato la fragilità cronica dei nostri luoghi. Che cosa fare, dal Tigullio a Luni, zone peraltro variamente colpite in questi anni?
“I fatti delle ultime ore avvenuti nelle Marche, ma anche quelli dello scorso 18 agosto che hanno sconvolto il Levante ligure, dimostrano in maniera lampante un’emergenza ambientale. Fenomeni di questa natura accadono sempre più spesso e i giovani hanno compreso prima di altri cosa stia succedendo. Per questo è il momento di mandare in Parlamento una generazione nuova, perché sono i giovani, e io mi colloco ancora tra loro avendo 36 anni, ad aver in testa idee innovative e radicali per affrontare concretamente il cambiamento climatico. Nel nostro territorio il cambiamento climatico fa il paio con il rischio idrogeologico così come in altri fragili angoli d’Italia. Cito solo un paio di dati esemplificativi: in Italia sono stati presentati circa 12mila progetti proveniente da diversi Comuni sparsi su territorio nazionale, in risposta a un sul rischio idrogeologico emanato dal PNRR; al momento ne sono stati finanziati solo 1700. Ecco io credo che occorra investire risorse sempre maggiori per scorrere quella graduatoria e finanziare altri progetti, in modo da mettere in sicurezza ogni luogo che richieda cura e attenzione per evitare ulteriori catastrofi”.

Daniele Montebello

Lei ha detto che in Liguria “curarsi è diventato un privilegio”. Perché? E a proposito di infrastrutture, al di là dei futuri Felettino e Rapallo, come si riesce a rispondere a tutte le esigenze, di diagnostica e cura, che arrivano da un territorio peraltro a maggioranza anagrafica piuttosto alta?
“Oggi chi è contento della sanità ligure o è sano o è ricco. Una volta avremmo detto che è in atto un tentativo strisciante da parte del governo di questa Regione per ridurre la sanità pubblica a favore di quella privata. Oggi questo tentativo non è più neanche strisciante, talmente è acclarato. Le persone sono costrette a ricorrere alla sanità privata, a causa di liste di attesa infinite e strutture fatiscenti. Un modello che il centrodestra sta portando avanti da tempo anche a livello nazionale proponendo
ad esempio l’abbassamento delle tasse in cambio delle cure a pagamento, della serie paghi meno tasse ma se stai male ti curi a tue spese”.

Diritti civili, battaglie della sinistra che non riesce compiutamente ad affermarle nel mare magnum odierno. I diritti delle minoranze così come le battaglie etiche faticano ad emergere quando la pancia del Paese è vuota e per questo arrabbiata. Come la vede sotto questo punto di vista?
“Sul tema dei diritti noi abbiamo un baluardo che è la nostra Costituzione. Partendo da qui, sui diritti civili e sociali abbiamo fatto enormi passi avanti in questi anni, grazie a movimenti studenteschi, battaglie femminili, lgbtq+…. Ma oggi questi diritti sono messi a rischio a causa di un centrodestra retrograda che mette in discussione diritti fondamentali, minando tutto ciò che a fatica è stato conquistato. I diritti, che il centrodestra ignora o ancora peggio snobba, sono invece al centro dell’agenda politica del centrosinistra: matrimonio egualitario, fine vita, diritto all’aborto, ius soli, sono alla base di qualsiasi società democratica e progressista”.

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