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“Terzo polo unico voto utile, Agenda Draghi rimane il punto di riferimento”

Presentazione ufficiale questa mattina alla Spezia per la Lista Calenda della Liguria di Levante. Paita: "Dietro Fdi e Pd i sondaggi vedono una serie di forze appaiate e tra queste ci siamo anche noi. Forza Italia non ha niente di moderato, chi sceglie Toti vota i sovranisti". Ferri: "Come vedete il bipolarismo non funziona".

Presentazione lista Calenda della Liguria di Levante

Cosimo Maria Ferri come candidato plurinominale alla Camera dei Deputati, Angelo Carella candidato all’uninominale del Senato, Chiara Copello candidata plurinominale Camera, Gabriele Pisani candidato Plurinominale Senato, Silvia Garibaldi, per l’uninominale della Camera, Desiree Negri per l’uninominale e plurinominale della Camera e plurinominale del Senato. E naturalmente Raffaella Paita, candidata al plurinominale del Senato della Repubblica. La squadra del Terzo Polo nel levante ligure si è presentata questa mattina alla Spezia alla presenza di stampa e simpatizzanti per dare il la alla sfida del 25 settembre quando gli italiani e gli spezzini saranno chiamati ancora una volta alle urne, per la tornata delle politiche. Elezioni nazionali post-Draghi, con la speranza, da parte del sodalizio che unisce Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda, che si possa riparlare ancora dell’ex presidente della Banca Centrale Europea come primo ministro italiano: “Noi siamo quelli che lo abbiamo difeso fino all’ultimo minuto”, chiarisce a più riprese proprio Raffaella Paita in quello che sarà il discorso conclusivo dell’appuntamento elettorale. “Mi candido per il terzo polo perché il bipolarismo è uno dei motivi dell’astensionismo dilagante – inizia Garibaldi col classico giro delle presentazioni -. Tutti i centristi uniti, persone che vogliono infrastrutture e che vogliono fare. Abbiamo visto l’irresponsabilita della destra e della sinistra quando hanno fatto cadere il governo Draghi. Della Meloni il problema non è il fascismo, ma che non è credibile perché atlantista dell’ultimo minuto, così come le uniche politiche sulla famiglia vengono da noi”. Copello è un avvocata giovane “alla prima esperienza politica ma sono socia fondatrice sue associazioni del Tigullio. Ho accettato perché gli obiettivi del terzo polo sono gli unici seri e non si tratta soltanto di promesse”. Negri è di Sanremo “ma ho notato che le problematiche sono molto simili a Spezia. Mi impegno per qualcosa di concreto per l’Italia”. Carella è uomo d’esperienza, fa l’ematologo ed è stato direttore UOC Ematologia e Trapianti di Midollo al Policlinico San Martino di Genova: “L’Agenda Draghi è e rimane il punto di riferimento. Potrei dire tante cose ma vi chiedo di riflettere su un dato, in particolare: negli ultimi dieci anni sono stati tagliati 37mila posti letto e malgrado le assunzioni Covid mandano 29mila professionisti. Sono fermamente contrario ai piccoli ospedali, sì invece ai policlinici. Liste d’attesa? Si modificano se nel territorio opera in modo virtuoso il medico di base”. Pisani è un libero professionista e ha un passato da consigliere regionale: “Ero deluso dalla politica, la nascita di un terzo polo mi ha fatto tornare l’entusiasmo per la politica. Questo è un progetto serio e moderato, questa è la vera casa dei moderati. Sanità e istruzione al centro delle nostre tematiche, mi hanno convinto ad esserci”.

Raffaella Paita

Ferri è lunigianese ma dimostra di conoscere molto bene il tessuto sociale ed economico del levante ligure. Ci sarà anche lui alla sfida del 25 settembre: “Vogliamo rappresentare la politica della responsabilità, della competenza e della serietà. Occorre avere visione progettuale e questo è quello che Calenda e Renzi vogliono offrire a livello nazionale. Uno spazio politico che oggi manca: come vedete il bipolarismo non funziona anche nelle logiche parlamentari. Soltanto un governo credibile a livello internazionale può dare risposte. Poi mi soffermo sulla questione fiscale, altro tema che è alla base della fiducia fra cittadino e politica. Nel nostro territorio c’è una grande potenzialità turistica e quella è un’economia che va salvaguardata e sostenuta ma non solo. Nei mesi scorsi si è molto detto di Oto Melara, credo che la politica nazionale debba seguire questi dossier. Penso a Fincantieri, a Termomeccanica, aziende che devono essere sviluppate. Non posso infine eludare il tema della sanità, in particolare la riforma che in questa regione si è fatta del 118 dove mancano i medici. Anche se la materia è di competenza regionale bisogna intervenire, perchè chiaro che sistema non funziona. Oggi il voto utile è quello al terzo polo e noi per fare bene, per andare in doppia cifra, guardiamo all’elettorato moderato visto che Toti che non arriverà al 3% a livello nazionale; ma anche a tutti i riformisti del Pd”. La chiosa spetta a Paita: “Con questa soluzione saniamo anche l’errore di essere andati da soli alle amminsitrative perchè se noi avessimo unito le forze avremmo portato a casa consigliere comunale. Abbiamo voglia di lavorare insieme, c’è una quadra compatta, stavolta. Noi siamo la vera alternativa alla possibilità che Meloni diventi il presidente del consiglio. Lo diciamo perché abbiamo un ragionamento, lo diciamo perché i sondaggi sono chiari”. Al Pd: “Avere scelto alleanza con M5S tenendola in piedi anche alle amministrative, avere definito Conte come simbolo del progressismo, ha cancellato la vocazione riformistica del Pd. Fratoianni e Bonelli non vogliono Draghi, loro, i signori del no, hanno combattuto l’agenda Draghi. Noi siamo quelli che invece lo abbiamo difeso fino all’ultimo minuto”. Contro M5S e finti moderati della destra: “Forza Italia non ha niente di moderato, altrimenti mai avrebbe votato contro Draghi e i dati di oggi confermano lo smarrimento di quell’elettorato che non si riconosce più in Forza Italia. Non spendo parole sulla Lega, Salvini sta facendo una pessima campagna elettorale e ha avuto un ruolo decisivo nella caduta di Draghi. Noi siamo stati gli unici a tenere la barra ferma. Questo è un voto nazionale ma anche locale. Con Cosimo stiamo girando in lungo e in largo, ci dicono di dar loro una mano perché non hanno una guida e una strategia. Ho appreso che la gara del Felettino avrebbe dei problemi per i costi maggiorati, a me pare un modo per mettere le mani avanti dopo sette anni di governo e stanziamenti di fondi pubblici. I primari se ne stanno andando, il dottor Berti avrà avuto ragioni personali, ma non si può perdere un’altra eccellenza assoluta. Vogliamo fare la cronologia dei professionisti persi in questi anni? Toti è assessore alla sanità, è alla seconda legislatura e non se la può ancora prendere con quelli di prima. Ho letto sondaggio pubblicato da Toti: i primi partiti sono Fdi e Pd poi una testa di lista tutta appaiata con Lega, Forza Italia, polo centrista e M5S. Questo significa che con questi dati possono essero più di uno quelli che porteremo in Parlamento. E poi voglio dirlo con chiarezza: il voto a Toti è un regalo ai sovranisti, è solo l’illusione di votare il moderato. Il Pd ha voluto perdere amministrative, ha programmato quelle sconfitte. Altrimenti avrebbe unito tutte le anime. Se non vogliamo essere condannati, rimboccarci le maniche e offriamo qualcosa di diverso”.

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