Nei giorni scorsi la Commissione europea ha ufficializzato al Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano il finanziamento, da parte del Programme for Environment and Climate Action (Life) 2021-27, del progetto Un patto per l’adattamento degli impollinatori ai cambiamenti climatici. Il progetto, di cui il Parco dell’Appennino è capofila, coinvolge altri nove partner italiani: il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), L’Università degli Studi di Camerino, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, U-Space, Confagricoltura latina, l’Università degli Studi Roma tre, il Comune di Aprila e l’Ente regionale per la Gestione delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma.
Il progetto, finalizzato al miglioramento della resilienza climatica degli ecosistemi naturali, agricoli e periurbani rendendoli capaci di supportare meglio gli impollinatori, domestici e selvatici, contro gli eventi meteorologici estremi indotti dai cambiamenti climatici, sarà finanziato per un importo complessivo di oltre 3,2 milioni di euro, di cui circa 500mila ricadranno direttamente sul territorio del Parco. Tra le azioni previste: la realizzazione di habitat più idonei agli impollinatori – attraverso interventi di miglioramento e diversificazione, creazione di rifugi e siti di riproduzione – oggi messi in crisi dal cambiamento climatico; implementazione del quadro conoscitivo; coinvolgimento e sensibilizzazione degli stakeholder del territorio e di tutta la cittadinanza.
“A Ligonchio abbiamo risorse umane di eccellenza nella capacita di ‘vincere’ bandi europei e di essere capofila di progetti con Università, Cnr e in particolare ai parchi di Roma metropolitana – osserva Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino –. Gli sconvolgimenti climatici in atto impongono di agire agli effetti della crisi climatica attraverso urgenti azioni di mitigazione e resilienza. Questo importante progetto, della durata quadriennale, va in tale direzione. La tutela degli impollinatori è un’azione indispensabile per garantire nel futuro le produzioni agro-alimentari e la conservazione nel lungo periodo degli ecosistemi naturali da cui dipendiamo. Senza impollinatori, senza fiori e frutti, come ci ricorda Einstein, avremmo pochi anni di vita. La tutela della biodiversità e della bellezza che ne deriva è l’essenza delle azioni dei parchi”.
“Innegabile la soddisfazione nostra e dell’intero partenariato per questa straordinaria notizia – dichiara Willy Reggioni, responsabile dell’Ufficio conservazione e natura del Parco nazionale dell’Appennino –. E’ difficile ottenere questi finanziamenti, ma abbiamo proposto un progetto convincente e coerente con gli obiettivi del programma Life, il principale strumento finanziario dell’Unione Europea dedicato alla tutela dell’ambiente, alla conservazione della natura e all’azione per il clima a fronte dei cambiamenti climatici per le attività umane”.
Intanto la variazione di bilancio del Parco nazionale, che dispone di 2 milioni di euro di stanziamenti ministeriali per il funzionamento, grazie ai bandi vinti, prevalentemente europei, sale a 16 milioni di euro, con l’ente che sottolinea il prezioso ruolo dello staff di collaboratori, progettisti, tecnici.