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Natale: “Dalla prima pietra del Felettino alla pietra tombale sulla sanità spezzina, il passo è breve”

“Non vogliamo mettere fretta a Toti (ci mancherebbe!), presidente della Regione Liguria da sette anni a questa parte – ironizza Natale -. Ma vederci chiaro e capire quante e quali aziende abbiano avanzato la richiesta di rinvio della gara per il nuovo Felettino ci pare lecito e utile a fugare ogni dubbio sul reale interesse attorno all'appalto”.

Giovanni Toti, Sonia Viale e Giacomo Giampedrone all'interno del cantiere del nuovo ospedale

“Quello che ci interessa non è fare polemica con la Lista Toti, ma che l’ospedale venga realizzato e che la sua realizzazione non sia la pietra tombale della sanità pubblica. Per questo pensiamo che un po’ di chiarezza serva”. Davide Natale, consigliere regionale del Partito Democratico, torna sul tema dell’ospedale del Felettino, la cui gara è stata recentemente rimandata di un mese e mezzo, per ricostruire gli avvenimenti degli ultimi anni e puntualizzare alcuni aspetti in risposta alle “giustificazioni” della Lista Toti sul nuovo rinvio.

“Nell’ottobre del 2016 fu Giovanni Toti, insieme all’allora assessora Sonia Viale e quasi tutta la giunta, a recarsi al Felettino per la posa della prima pietra del nuovo ospedale della Spezia. In quell’occasione disse che erano stati riscontrati alcuni problemi nella bozza di gara, ma che tutto era risolto e che il nuovo nosocomio sarebbe stato terminato entro il 2020. Fu Toti a parlare di ‘un giorno di svolta in cui si conclude una sfida quella di partire con un investimento importante e se ne apre un’altra: quella di rispettare i tempi di consegna dell’ospedale’. Dopo aver interrotto i rapporti con la società che aveva vinto quell’appalto, fu ancora Toti nel novembre del 2020 a presenziare ad un’altra presentazione del nuovo piano di fattibilità dell’ospedale del Felettino. In quell’occasione, alla presenza del sindaco Pierluigi Peracchini, venne detto che entro il 2022 l’opera sarebbe stata finita”.

“Sono dati facilmente reperibili su quotidiani e siti istituzionali, come quello della Regione Liguria – sottolinea Natale -. Alla Lista Toti lo spassionato consiglio di andare a rileggerseli. Volendo fare un ripasso, ci sarebbe anche la più recente conferenza stampa tenuta presso Palazzo Civico alla Spezia nel dicembre del 2021, alla presenza del sottosegretario Costa Andrea, in cui si disse che a metà febbraio 2022 (‘se non prima’) sarebbe stato pubblicato il bando per la costruzione dell’ospedale. Quella scadenza non è stata rispettata”.

Davide Natale

 

“Secondo la motivazione data dal presidente Giovanni Toti, il governo non aveva inviato la versione ufficiale del parere che era stato sbandierato durante la stessa conferenza stampa e quindi gli uffici non erano nelle condizioni di adeguare i documenti di gara – ricorda il consigliere democratico -. Ricostruzione che il sottosegretario Costa smentì pubblicamente. Successivamente il bando fu rimandato a marzo, per poi essere pubblicato a fine aprile. La scadenza per la presentazione delle offerte era il 29 settembre prossimo. Ora, a pochi giorni dalla scadenza, si rinvia questo termine perché le aziende che hanno fatto il sopralluogo avrebbero chiesto ulteriore tempo”.

“Non vogliamo mettere fretta a Toti (ci mancherebbe!), presidente della Regione Liguria da sette anni a questa parte – ironizza Natale -. Ma vederci chiaro e capire quante e quali aziende abbiano avanzato questa richiesta ci pare lecito e utile a fugare ogni dubbio sul reale interesse attorno all’appalto”.

“Non solo vogliamo che si realizzi il nuovo ospedale, vorremmo anche lo si facesse con soldi pubblici – ribadisce Natale -. Perché le risorse per l’edilizia sanitaria ci sono, sono state assegnate alla Liguria dalla Legge Finanziaria e sono sufficienti per coprire finanziariamente la realizzazione del nuovo ospedale della Spezia. La giunta Toti ha predisposto invece un progetto che prevede il coinvolgimento del privato e il conseguente obbligo di pagamento di un canone annuo da 17 milioni di euro per 30 anni a carico dell’ASL5. Insostenibile da ogni punto di vista e che rischia di rappresentare la fine della sanità pubblica nella nostra provincia”.

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