“Ieri mattina, come faccio di frequente ormai, ho aperto cittadellaspezia.com e mi sono trovato di fronte poche righe a firma “Noi Moderati” sul tema delle grandi navi da crociera. Il pressapochismo e la superficialità del testo erano tali da costringermi (letteralmente) a rispondere. Da cittadino trovo la qualità del (non) ragionamento proposto talmente scarsa e deludente da risultare preoccupante: che contributo può dare al dibattito pubblico chi affronta un argomento complesso con un approccio così infantile? Da ricercatore con più di 15 anni di esperienza, poi, trovo addirittura offensiva la qualità degli argomenti proposti e mi sento in dovere di spiegare il perché.
Premessa: dopo 15 anni passati tra Pisa (Dipartimento di Informatica e CNR), Genova (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi) e Lucca (Scuola di Alti Studi IMT), una serie di eventi mi ha riportato a casa, a Spezia. Per comodità, visto che lavoro a Lucca e che devo regolarmente prendere l’autostrada, ho trovato casa nella zona vicino a Piazzale Kennedy. Il 16 agosto, verso le 4 del pomeriggio, chiudo il computer, esco di casa e mi ritrovo letteralmente a camminare all’interno di una densa nuvola grigia che invade le strade e che mi fa subito pizzicare la gola. Penso a un incendio. Arrivato all’altezza dell’ospedale mi volto verso il mare e capisco subito l’origine del problema. Una nave da crociera sta letteralmente inondando il centro città con i propri gas di scarico. Per interesse personale, visto che abito in zona e ho due bambini, mi informo. Per deformazione professionale, poiché dopo 15 anni dedicati alla ricerca ormai non ne posso fare a meno, procedo con metodo. Ovviamente la questione non è semplice e merita di essere trattata in modo corretto. E qui arriviamo al comunicato di ieri, che cerca di contribuire al dibattito nello stesso modo in cui una mandria di bestiame può contribuire alla raccolta di indizi sulla scena di un crimine.
La prima pugnalata alla schiena del ragionamento logico e onesto arriva immediatamente: “Dopo il no ai jet privati, ora anche il “no” alle navi da crociera”. Questa frase suggerisce che ci sia una sovrapposizione tra gli individui contrari alle navi da crociera e quelli contrari ai jet privati. Una relazione del genere andrebbe in qualche modo supportata da delle evidenze. Nel mio caso, per esempio, non mi ero ancora mai posto il problema dei jet privati (ma ora mi informerò). In gergo tecnico, questo tipo di errore di chiama “falsa causa” (https://yourlogicalfallacyis.
Il paragrafo successivo è un ulteriore colpo al cuore (per chi apprezza la logica, almeno):
“Sarebbe divertente scherzare sull’idea di mettere le ali o il salvagente ai monopattini elettrici, che sembrano essere diventati l’unico mezzo di locomozione ammissibile. Purtroppo c’è poco da scherzare perché c’è chi certe posizioni le assume sul serio.”
Qui l’errore è quello dello spaventapasseri (https://yourlogicalfallacyis.
Le amenità poi continuano con:
“Il Codacons sta addirittura valutando la possibilità di promuovere una class action e/o un’azione inibitoria per impedire che le navi da crociera arrivino nel golfo del Tigullio e portino migliaia di di turisti a visitare Portofino e le perle della Liguria, parlando di “aria inquinata” senza lo straccio di un dato scientifico che sostenga questa tesi.”
Qui emergono diversi errori. Il primo è un classico “bianco o nero” (https://yourlogicalfallacyis.
La seconda cose è la mancanza di uno “straccio di dato scientifico”. Premetto che qui non servono i dati scientifici, ma tecnici e, in questo caso, i dati sono molti e chiari. Il sito dell’ARPAL, per esempio, fornisce i dati sulle stazioni di monitoraggio e chiunque può verificare (https://opas.arpal.liguria.
Per non farci mancare nulla, poi, accusare la controparte di non avere prove “scientifiche” (giuro che soffro mentre lo scrivo) è un chiaro errore di “Onere della Prova” (https://yourlogicalfallacyis.
In chiusura si legge anche “L’invidia sociale è più che mai lo slogan di questa campagna elettorale”. In questo passaggio si vuole far credere che alla base del “no” alle navi da crociera ci sia l’invidia verso chi va in crociera. A parte che in crociera ci può andare praticamente chiunque (tanto tanto i jet privati che sono esclusivi, ma abbiamo già visto che quelli sono stati tirati in ballo in modo scorretto e forzato), ma poi questo argomento è un appello all’emozione (https://yourlogicalfallacyis.
In conclusione, ritengo che la questione delle grandi navi e dei benefici o danni che esse portano alla collettività meriti di essere discussa in modo molto migliore per dare un servizio vero ai cittadini. Comunque la si pensi sull’argomento, possiamo essere tutti d’accordo che non c’è veramente necessità di gettare (altro) fumo negli occhi delle persone”.
Gabriele Costa