Un mese e mezzo di proroga dei termini per partecipare alla gara per la progettazione, la costruzione e la gestione del nuovo ospedale della Spezia. Lo ha deciso il Rup incaricato da Ire in seguito a “motivazioni esogene all’assetto organizzativo degli operatori economici richiedenti, in quanto legate a profili organizzativi dei terzi loro interlocutori, e che risultano oggettivamente convergenti rispetto alle difficoltà incontrate dagli operatori a presentare l’offerta nei tempi preventivamente stabiliti”. Stando a quanto riportato nel documento, dunque, le ragioni dell’ulteriore rallentamento dell’iter per la realizzazione del tanto agognato nuovo ospedale al Felettino sono da ricercare nella lentezza con la quale stanno fornendo i prezzi i fornitori delle ditte che sino a oggi si sono mostrate interessate. Una problematica che si può facilmente collocare nell’alveo delle problematiche che stanno attraversando il mercato delle materie prime a livello mondiale e nazionale. Un intoppo del quale gli spezzini avrebbero volentieri fatto a meno, visto che complicherà, e non poco, il completamento di un progetto che è in parola da più di 30 anni. Mentre l’impazzimento dei prezzi è un fenomeno circoscritto agli ultimi mesi.
La proroga riguarda la data di ricezione delle richieste di chiarimenti, che slitta alle 16 del 25 ottobre anziché l’8 settembre, la data di presentazione delle offerte, che passa al 14 novembre, alle 14.30 anziché il 29 settembre alle 11, e infine la data della prima seduta pubblica, che scivola alle 10.30 del 15 novembre anziché alle 9.30 del 30 settembre.
Ire ha stabilito anche, “al fine di assicurare la par condicio tra operatori economici sulla base delle condizioni inizialmente stabilite dalla documentazione di gara, di riservare la proroga dei termini sopra indicati ai soli operatori che hanno effettuato, tramite i soggetti consentiti dalla lex specialis, il sopralluogo obbligatorio già prescritto nella legge di gara”.
Sulla proroga giunge immediato il commento dell’associazione Manifesto per la sanità locale, che per prima ha segnalato la decisione di Ire, l’agenzia regionale alla quale Asl 5 ha affidato la gestione della pratica.
“Anche se sono citate in maniera generica le motivazioni riguardano evidenti problemi di interlocuzione con i soggetti interessati e i loro rispettivi interlocutori. E’ ovvio che si tratta di un progetto complesso – afferma il portavoce dell’associazione, Rino Tortorelli – soprattutto sotto il profilo economico e finanziario che, visto l’aumento generalizzato dei prezzi, comporta non poche difficoltà. I soggetti interessati devono comprendere se con il canone previsto possono rientrare dell’investimento e fare profitto. Se fosse stata scelta la strada di un appalto pubblico semplice queste problematiche non ci sarebbero state. Ma la Regione ha voluto a tutti i costi proseguire nel cammino del partenariato pubblico privato, nonostante secondo una relazione della Corte dei conti ci siano 10 miliardi di euro inutilizzati in materia di edilizia sanitaria. Invece per l’ospedale spezzino assistiamo a un continuo aumento dei tempi, come i mesi persi in attesa del parere del Ciga, e dei costi. Sarebbe bastato fare un appalto normale”.
Ricordiamo che il quadro economico prevede un importo a base di gara pari a 166 milioni di euro e prevede, secondo il piano economico finanziario approvato dopo le osservazioni dei ministeri, un contributo del pubblico di 87 milioni euro, pari al 46,46 per cento del valore dell’opera. La restante parte è appannaggio del soggetto privato individuato tramite il bando, a cui verrà corrisposto da Asl un canone annuo di 16,25 milioni di euro per la durata della concessione prevista in trent’anni e a partire dall’inizio dell’attività dell’ospedale.
Il cronoprogramma prevede quattro anni e mezzo (1620 giorni) per la realizzazione a partire dalla firma del contratto. Firma che, come abbiamo appena visto, è slittata di un altro mese e mezzo.