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Rischio incendi, turisti impreparati e lotta all’abusivismo. La lunga estate dei Carabinieri forestali alle Cinque Terre

La quantità di presenze ha una grande risonanza per questi luoghi che attirano persone che non avrebbero motivo di venire, situazioni in cui l'impreparazione diventa un rischio per sè stessi e per chi va a soccorrere.

Occhi puntati sull’emergenza incendi e su tutte quelle azioni che potrebbero arrecare danni irreparabili al Parco nazionale delle Cinque terre. Vanno tenuti anche in conto i numeri record delle presenze di questa estate rovente. Situazioni che hanno messo in evidenza dei comportamenti rischiosi da parte di turisti impreparati.  C’è tutto questo nel grande lavoro del Parco nazionale delle Cinque Terre e del Reparto dei Carabinieri forestali Cinque Terre. L’ultima operazione portata a termine è relativa alle guide turistiche abusive. Un punto dettagliato su tutte le attività svolte dai militari in area Parco arriva dalla tenente colonnello Silvia Olivari comandante del Reparto dei Carabinieri forestali del Parco nazionale Cinque Terre.

“Tra le attività preminenti c’è la prevenzione agli incendi boschivi, vista la stagione e la meteorologia di questi mesi. Teniamo gli occhi bene aperti per evitare che ci possano essere inneschi involontari – racconta la tenente colonnello Olivari a Città della Spezia -. Prevenzione è la parola chiave. In questi mesi è fondamentale che non ci sia l’accensione fuochi, di origine ricreativa, oppure agricola. Pattugliamo anche le zone più isolate e divulghiamo costantemente i divieti per scongiurare situazioni di rischio. Anche una sola scintilla da un’attrezzatura potrebbe avere conseguenze gravissime”.

In passato – aggiunge – ci sono stati episodi del genere: persone che affilavano la lama della motosega che ha creato scintille ed è partito un incendio, gruppi per utilizzare gli elettrosaldatori hanno provocato delle scintille. Episodi dovuti alle colpe di attività improvvide. Noi facciamo prevenzione proprio per evitare queste circostanze. In questo frangente il Parco ci da una grande mano divulgando il materiale nei centri di accoglienza, abbiamo incontrato i ragazzi di Legambiente e i carabinieri in pensione che aiutano come volontariato sia l’Ente che i Comuni affinché siano promotori di buone pratiche. Riceviamo anche il supporto dei volontari Antincendio della Lombardia che possono fare prevenzione e all’occorrenza essere operativi per un incendio.  Con il loro prezioso contributo c’è sempre qualcuno sul territorio a controllare”.

“Per questa estate non abbiamo identificato situazioni al limite – prosegue- saremmo intervenuti comunque anche senza che scoppiasse un incendio. Se non si rispetta la prescrizione della Legge regionale sul grave stato di pericolosità degli incendi impone una sanzione da 10mila euro. Ricordiamo che è vietato anche fumare nei boschi, ma abbiamo visto davvero poche persone con la sigaretta, nonostante il numero dei visitatori sia sensibilmente aumentato. E’ importante evitare attendamenti, campeggi abusivi. Sono attività vietate e quella del campeggio ha l’uso del fuoco per scaldarsi. L’attenzione è alta anche per queste circostanze che potrebbero rappresentare l’innesco di un incendio”.

Non è certamente una passeggiata monitorare un territorio vasto come quello del Parco nazionale delle Cinque Terre e la profonda conoscenza da parte del Reparto dei Carabinieri forestali permette azioni incisive e mirate.

“La conoscenza del territorio ci guida nella direzione giusta – sottolinea – senza dimenticare che l’area Parco offre una visuale aerea, quindi è possibile osservare con attenzione una grande porzione di territorio. Una delle aree che siamo riusciti a risanare con maggior successo è Guvano. Per noi è una grande soddisfazione. Era indecente anche dal punto di vista igienico sanitario. Erano presenti attendamenti e poteva rappresentare un luogo rischiosissimo dal punto di vista di innesco degli incendi. In quel caso sono state messe in campo anche delle azioni penali. Le aree critiche vengono tenute sotto controllo, anche dall’alto”.

“In questo periodo dell’anno la pressione si concentra nei borghi e sui litorali – aggiunge la tenente colonnello – . In proposito sono organizzati dei servizi serali per evitare che bivacchino nelle spiagge e nelle vicinanze di vegetazione infiammabile. Le sanzioni amministrative sono atti di prevenzione. Perché se scoppia un incendio gli effetti potrebbero essere devastanti e mortali, nella peggiore delle ipotesi“.

Nell’ambito dell’area Parco l’attenzione è costante e non cala mai, perché possono presentarsi fenomeni che non hanno stagionalità. Tra questi vanno tenuti in conto gli abusi edilizi che per Olivari è un fenomeno ‘quattro stagioni’.  Tra le attività del Reparto anche il contrasto all’abusivismo tra le guide turistiche. “Oltre a ostacolare il lavoro dei professionisti – spiega – che svolgono regolarmente il proprio lavoro e a rendere chiara la propria professione anche ai fini fiscali, non rendono un servizio idoneo al territorio. Se i visitatori hanno delle informazioni corrette il loro comportamento lo rispecchierà. Nel Parco nazionale oltre che garantire l’abilitazione una guida può seguire corsi e diventare guida del Parco. Noi stessi accompagniamo le accompagniamo, in questo modo i professionisti possono specializzarsi in un territorio speciale e i suoi interlocutori istituzionali”.

Per tutelare l’area Parco è necessario avere occhi e orecchie dappertutto e la presenza massiccia di turisti balza inevitabilmente agli occhi. “Abbiamo notato che con l’abbassamento delle restrizioni dovuto alla pandemia – sottolinea – i flussi di chi si reca nell’ambiente naturale sono aumentati. Capita che molti abbiano una vita legata al tessuto urbano e hanno riscoperto la natura. Non avendo una preparazione precedente ed è una reazione compatibile con la ‘claustrofobia’ legata alla pandemia. Ci siamo trovati con più persone, meno preparate. Abbiamo notato una maggiore apertura all’ambito locale oppure nazionale. Una maggiore quantità accompagnata però da una minore preparazione, quindi si sono presentate situazioni di persone che non sapevano dove si trovavano, nonostante l’informazione sia capillare anche attraverso le applicazioni che consentono una maggiore conoscenza di luoghi e sentieri. Non è un dato però legato alle sole Cinque Terre, la presenza dei visitatori italiani è sensibilmente aumentata. C’è un grande lavoro di educazione da parte delle istituzioni”.

La quantità di presenze ha una grande risonanza per questi luoghi che attirano persone che non avrebbero motivo di venire, situazioni in cui l’impreparazione diventa un rischio per sè stessi e per chi va a soccorrere.

“Molto spesso – conclude Olivari – affrontano sentieri fuori dalla loro portata. Vengono avvertiti, anche tramite i volontari presenti sui sentieri bassi. In molti casi, messi in guardia per le calzature adeguate i turisti sono rientrati in albergo e sono tornati con quelle adeguate. Chiaramente, si interviene direttamente quando si notano infradito e altre calzature inidonee. Abbiamo comunque notato che una buona parte è preparata. Quelli che arrivano ‘per sentito dire’ sono i più impreparati e spesso li ritroviamo, spesso vengono rimandati indietro“.

 

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