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Il dibattito

“Io leghista al Pride per i diritti, ma quel cartello su Salvini fa solo del male”

L'intervento del consigliere Ratti a Santo Stefano nel corso della discussione della mozione contro omotransfobia, patriarcato e propaganda d'odio, passata poi con il voto della maggioranza. "Inutile andare al corteo e poi non agire nelle istituzioni", la replica della consigliera Eva Battistini, che ha presentato il testo assieme alla collega Roberta Parisi.

La Spezia Pride, foto di Luca Giacopinelli

La Spezia Pride, foto di Luca Giacopinelli

Passata con voto favorevole della maggioranza la mozione contro omotransfobia, patriarcato e propaganda d’odio presentata a Santo Stefano dalle consigliere Eva Battistini e Roberta Parisi. Nel corso del dibattito non sono mancati dei passaggi sul recente Pride spezzino, anche in riferimento al cartellone – Salvini + Ditalini, con il quale erano stati immortalati anche l’assessore Paolo Ruffini e la consigliera Battistini, con successiva polemica politica intrapresa dalla Lega. Ed è stato proprio il Carroccio, con il consigliere Silvio Ratti, a tornare sull’episodio, nell’ambito di una più articolata riflessione. “Il mio primo incontro con persone omosessuali – ha affermato il consigliere di Uniti per Santo Stefano Magra – risale al 1975, quando comandavo la Compagnia controcarri dei paracadutisti. Si trattava, primo di tanti episodi in cui mi sono imbattuto nella mia vita militare, di due paracadutisti, che trattai come figli, perché io – voglio fare chiarezza visto che siamo in campagna elettorale – sono per la libertà sessuale e perché ognuno viva la propria sessualità come crede. Sono contro la misoginia e l’omofobia, e vi dirò di più: al Pride c’ero anche io, assieme a una coppia di fatto formata da due donne della Lega, che sono sposate e ora hanno un bambino di un anno, e a due ragazzi omosessuali. Non ero al Pride per curiosare, ma perché convinto che gli omosessuali abbiano diritto di vivere la loro sessualità e di avere gli stessi diritti previsti dalla legge per tutte le coppie di fatto. Mi ha però dato fastidio vedere il cartello – Salvini + Ditalini, un cartello che fa solo del male alla comunità, quelli della Lega che erano lì perché omosessuali e lesbiche non hanno avuto piacere a leggerlo”. Quindi sulla mozione: “Non la capisco. A scuola ci sono gli insegnanti che già hanno il dover di parlare di questi temi ai ragazzi. Non vedo come un’opportunità inserire le associazioni nella scuola. E poi c’è la famiglia, primo scalino dell’educazione, per raccontare ai figli dell’omosessualità e della libertà sessuale”.

No alla mozione anche da parte di Emanuele Cucchi, capogruppo di Uniti per Santo Stefano Magra. “E’ importante difendere tutte le persone ed evitare ogni tipo di discriminazione. Ma nel nostro Codice penale c’è già tutto come tipologia di delitto, e ci sono le possibili aggravanti. Peraltro, quando si creano sanzioni, bisognerebbe creare anche una norma determinata in virtù della quale, se si viola, si prende la sanzione, e non si può lasciare a completa discrezione chi ti contesta il fatto se applicare o meno una multa. Se qualcuno scrive su Facebook che ritiene che per un bambino sia meglio avere un papà e una mamma, chi stabilisce se è una frase omofoba o no? Chi viene a casa a farmi la sanzione. Può decidere se la frase è omofoba o no. E la certezza del diritto dove la mettiamo? Ritengo questa cosa addirittura pericolosa e liberticida in merito al diritto di opinione”. “Ho l’impressione che la mozione sia stata presentata perché è iniziata la campagna elettorale – così sempre dall’opposizione il consigliere Luciano Mondini, capogruppo di Salute e Ambiente -, un’esca per poter magari attaccare la controparte. Da elettore non ho mai amato queste cose. E ci sono tanti problemi veri da affrontare, siamo una situazione drammatica: economia di guerra, inflazione, carburanti e tasse alle stelle, problemi energetici. Ma l’unica mozione che siete in grado di produrre è questa, una mozione molto da campagna elettorale, della quale tuttavia nel complesso condivido i principi e sulla quale mi asterrò”.

“Spesso le grandi azioni vengono da iniziative che partono dal basso, quindi anche attraverso le azioni dei comuni si può sperare che il Parlamento possa sentirsi sollecitato a fare una legge dopo averci già provato senza successo, complice l’affossamento del Ddl Zan da parte della destra, che era contraria in partenza, e dal sedicente centrosinistra, che ha distrutto quella legge”, così Niccolò Menconi, capogruppo della maggioranza di centrosinistra. “Sono convintissima della bontà di questa mozione – ha poi affermato la sindaca Paola Sisti -, ancor di più dopo aver ascoltato le opposizioni: rappresentate un po’ il problema dell’Italia, e un po’ mi fate paura, come me ne fanno gli italiani. Mi ricollego subito a Mondini: quando si dice che ci sono problemi più impellenti vuol dire che non si sa cosa dire. Per me i diritti civili vengono assieme a tutto il resto, e non possiamo affidarci solo alla buona volontà degli insegnanti per quanto concerne l’educazione sessuale e al rispetto delle donne: dobbiamo far sì che questi temi siano introdotti come un capitolo dell’educazione civica”. Sisti ha quindi respinto quando detto dall’opposizione in merito al carattere ‘elettorale’ del testo: “Le consigliere Battistini e Parisi hanno presentato la mozione quando c’era ancora il governo Draghi e non sapevamo che saremmo andati a elezioni. Non c’è alcuna speculazione politica. C’è invece una chiara identità politica: noi come centrosinistra stiamo da una parte senza se e senza ma e non abbiamo bisogno di scuse né di giustificazioni per dire al nostro Parlamento che deve legiferare su queste materie”. “Voglio congratularmi con il consigliere Ratti per quel che ha detto, che è in disaccordo con parte della linea del suo partito. Le sue idee sono totalmente diverse da quelle del senatore Pillon. E magari Ratti nella Lega su questi temi è in minoranza, come tante è volte è capitato a me nel Pd”, così l’assessore Gionni Giannarelli. “Oggi – ha proseguito – possiamo fare un pezzettino di una lunga marcia, possiamo dare un segnale per dire che a Roma si sono presi una bella responsabilità nell’affossare il Ddl Zan”.

“Non è una mozione pensata per la campagna elettorale – ha replicato la consigliera Eva Battistini, che aveva presentato la mozione in apertura di dibattito – non solo perché presentata quando c’era ancora Draghi, ma perché io e la consigliera Parisi (esponenti rispettivamente di Rifondazione e Pd, ndr) facciamo parte di schieramenti diversi e alle prossime elezioni saremo avversarie, quindi non capisco il riferimento di Mondini. Magari prima di dire certe baggianate bisognerebbe informarsi meglio. Mi fa poi piacere la posizione di Ratti, in netto distacco rispetto alla Lega, e mi fa piacere fosse al Pride; se però vado al Pride e poi nelle istituzioni non faccio niente, allora al Pride posso anche non andarci”. Ed è tornata sul cartello: “Era satira politica, non c’era offesa, non c’era violenza. Il significato è meno odio, più benessere, più amore, detto sicuramente in maniera un po’ goliardica nel contesto del Pride, che è una rivendicazione di diritti ma anche una festa”.

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