Il tentativo di cattura con le gabbie dei cinghiali presenti da ieri all’interno del Parco della Maggiolina è fallito. Gli ungulati sono a spasso per il parco fanno capolino dalla vegetazione, soprattutto nei punti in cui alcune persone, in barba all’ordinanza del sindaco, lanciano golosi bocconcini di frutta e ortaggi. Il problema, dunque, è tutt’altro che risolto e il soggiorno della famigliola all’interno della recinzione del parco cittadino durerà almeno sino a domani.
La Regione, competente in materia, e Palazzo civico, da cui è partita un’ordinanza che in qualche modo complica le operazioni, non si trovano d’accordo sul da farsi e nel frattempo si intensificano i tentativi degli animalisti di trovare un’area nella quale custodire almeno per qualche tempo gli animali. I rifugi contattati sono tutti a tappo e a rendere ancora più complesso il quadro c’è il fatto che un eventuale ricovero dovrebbe avvenire all’interno dei confini regionali, dove le strutture sono pochissime e al completo.
Nello stallo istituzionale, mentre la città si divide tra interventisti e sostenitori della scelta incruenta, a finire tra l’incudine e il martello ci sono i gestori delle giostre e del chiosco che si trovano all’interno del Parco della Maggiolina inaccessibile da ieri.
“Vogliamo prima di tutto ringraziare chi in questi due giorni ci è stato vicino. Penserete – dichiarano a CDS rivolgendosi agli spezzini – che per due giorni chiusi per noi sono stati come due giorni di ferie, invece no. Oltre al mancato introito, abbiamo avuto cattiva pubblicità e persone che hanno diffamato il nostro pensiero e lavoro. Siamo e saremo sempre contro l’abbattimento di qualsiasi animale, vogliamo chiarirlo una volta per tutte. Abbiamo chiesto più e più volte di velocizzare il reinserimento dei cinghiali nel loro habitat naturale. Ci stiamo già mobilitando per la santificazione delle nostre aree di competenza. Chiediamo solo a tutti di far lavorare le autorità, e come è stato ribadito dal sindaco questi animali non verranno abbattuti, e di far velocizzare le procedure e di farci tornare a lavorare nel miglior ambiente possibile. Veniamo già da due anni difficili e perdere due giorni con annessa cattiva pubblicità per noi è un duro colpo. Ci armiamo di pazienza e buona volontà e puliremo in fretta ma ci chiediamo se anche intorno al parco verrà impiegata questo tipo di accortezza. Valerio è stato tutto il giorno fino a tarda notte a controllare che nelle strutture giochi non si avvicinassero e con questo caldo non è stato facile per lui, come per noi saperlo lì. Non è una critica verso nessuno ma uno sfogo di tre famiglie che hanno la attività dentro al parco e non sanno niente”. Ed è proprio questa sensazione di incertezza, di limbo, di attesa che molti non riescono a spiegarsi.