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Esame diagnostico

Risonanza magnetica al cervello, cos’è e a cosa serve

Generico agosto 2022

La risonanza magnetica al cervello: in cosa consiste

La risonanza magnetica al cervello rappresenta un esame diagnostico attraverso il quale è possibile rilevare la presenza di possibili patologie che interessano la zona del cervello, del cervelletto o del tronco encefalico di un determinato paziente.
Le patologie in questione vengono diagnosticate ed individuate mediante l’utilizzo di apposite onde radio durante il corso della risonanza magnetica.
La risonanza magnetica viene operata sulla zona encefalica al fine di analizzare le dinamiche liquorali in essa presenti.
La risonanza magnetica costituisce un esame non invasivo il quale può essere effettuato al fine di rilevare alcune patologie, fra le quali si possono citare ad esempio gli aneurisma celebrali, le cisti o gli edema celebrali.
Fra le ulteriori patologie che possono essere individuate mediante la risonanza magnetica, si possono inoltre citare gli ictus o i tumori al cervello.
Al fine di ottenere maggiori informazioni in merito alla risonanza magnetica a Bologna si consiglia di visitare il sito https://www.risonanzamagneticabologna.it

La risonanza magnetica: a cosa serve e come tale esame viene svolto

Come anticipato in precedenza, la risonanza magnetica rappresenta uno screening attraverso il quale è possibile verificare la presenza di patologie che interessano il cervello e la zona encefalica di un paziente.
In merito a come tale esame viene svolto, il paziente viene fatto sdraiare su un apposito lettino che successivamente verrà introdotto all’interno di un macchinario.
La risonanza magnetica viene effettuata grazie alle onde magnetiche generate da tale macchinario.
Le onde magnetiche sono fondamentali in quanto permettono di riprodurre le immagini tridimensionali delle zone interessate dalla risonanza magnetica.
Tali immagini vengono riprodotte su un apposito monitor il quale viene esaminato da un operatore professionale e competente.
Il paziente che subisce la risonanza magnetica durante il corso dell’esame generalmente indossa dei tappi che consentono di limitare i rumori generati dai macchinari impiegati durante la risonanza magnetica.
Al fine che la risonanza magnetica possa fornire dei risultati ottimali e chiari è fondamentale che il paziente rimanga immobile durante tutta la durata della risonanza magnetica.
La risonanza magnetica costituisce un esame indolore il quale presenta una durata compresa fra i quindici ed i trenta minuti.
Al fine di poter effettuare la risonanza magnetica, nel caso in cui si assumano dei farmaci non è necessario sospendere questi ultimi.
Al fine di evitare possibili problematiche si consiglia di informare preventivamente gli operatori che svolgeranno la risonanza magnetica rispetto a possibili allergie e ai farmaci assunti.
Il paziente dopo la risonanza magnetica potrà eseguire senza alcun problema le classiche attività quotidiane.
Una volta eseguita la risonanza magnetica, i risultati di quest’ultima verranno esaminati dagli operatori professionali e dai radiologici.
Questi ultimi una volta esaminati gli esiti saranno in grado di riferire al paziente il responso rispetto alla presenza di possibili patologie che interessano la sua zona encefalica.

La risonanza magnetica: quali pazienti possono effettuare questo esame diagnostico

Come detto in precedenza, la risonanza magnetica costituisce un esame assolutamente sicuro, il paziente può essere infatti sottoposto a tale esame anche più volte nell’arco di breve tempo.
Ciò è possibile in quanto il paziente nel corso della risonanza magnetica non viene esposto ad alcun tipo di radiazione.
Nonostante quanto appena detto alcune tipologie di pazienti non possono effettuare questa particolare tipologia di esame diagnostico.
Fra i pazienti sui quali non è possibile eseguire una risonanza magnetica al cervello si possono citare le donne in attesa di un bambino, o tutti coloro i quali presentano un pacemaker.
Allo stesso modo la risonanza magnetica non può essere eseguita sui pazienti che presentano delle protesi di ultima generazione.
L’impossibilità in quest’ultimo caso è frutto del fatto che le protesi potrebbero generare un contrasto con le onde magnetiche impiegate durante il corso della risonanza magnetica.

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