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Una storia spezzina

Terza e ultima parte

Tre lettere di Capellini: quando da rettore dell’Università di Bologna invitò gli spezzini

La terza e ultima parte

Generico luglio 2022

Concludo oggi la serie di tre lettere che Giovanni Capellini inviò alla Sua città e che i periodici locali divulgano. Si tratta di missive che la letteratura nostrana ha sempre ignorato perché sono pubblicate su un giornale e qua nessuno ha mai letto la stampa locale trascurando questo importante archivio di notizie. Anche in storiografia si può essere radical-chic e storcere il naso davanti a documenti giudicati figli spuri di un dio minore se non addirittura infimo. Ma le lettere di Capellini non si trovano all’Archivio di Stato. La comunicazione di cui dico oggi, è del tutto diversa dalle precedenti. Capellini, Rettore a UniBologna dal 1885, alla fine dell’87 indice solenni festeggiamenti per l’anno successivo quando l’Ateneo felsineo, il più antico in Europa, compie 800 anni. Dietro alle celebrazioni c’è lo zampino di Giosuè Carducci che là insegna Eloquenza italiana dal 1860. Ma chi le promulga è lui, il Rector Universitatis Bononiensis, e lui spedisce l’invito in aulico latino a tutte le Università italiane e straniere (in calce il testo e la mia traduzione).

Comunque, anche se Rettore, carica di massimo prestigio, resta sempre cittadino della Sprugola e per questo spedisce l’invito (siamo alla fine dell’87) anche al natio borgo selvaggio dove il messaggio è pubblicato dal foglio locale “Il Lavoro” nel secondo numero del 1888. La lettera-invito, ovviamente, non ha nulla che riguardi la Spezia ma è peraltro interessante perché ci dimostra, se mai ne occorresse ancora il bisogno, quanto resistente fosse il cordone ombelicale che indissolubile continuava a legare il grande studioso ai laghetti della Sprugola che nell’autobiografia del 1914 ricorderà che «Veri Spezzini erano coloro che bevevano» quell’acqua: la cittadinanza, insomma, non la conferiva il luogo natale né la genealogia ma l’abitare nell’area del Golfo. Scritta quando la grande migrazione sembra non conoscere sosta, l’affermazione pare la proposta di Capellini per integrare le new entries in un tessuto sociale che continuava a ribollire. Ma l’importanza del testo dell’invito risiede anche nell’essere lo specchio della mentalità corrente nell’intellighenzia italiana che, per esempio, continua a considerare il Medio Evo un periodo di tenebre che
sono dissolte solo dal propagarsi della cultura. Tuttavia, nonostante Capellini si sia ricordato del suo luogo natale, la Spezia non risponde con pari sintonia d’intenti alla gentilezza del suo figlio più importante. Infatti, non manda nessuno a rappresentarla alle celebrazioni, cosa che suscita una sdegnata reprimenda de “Il Lavoro”.

 

RECTOR
Universitatis Litterarum et Artium Bononiensis
AMPLISSIMO SENATUI UNIVERSITATIS […]
S. D. [Salutem Dicit]

Universitatis nostræ Senatus adstante cuncto Doctorum ordine statuit, ut sæcularia octava anno proximo pridie Idus Iunias agerentur. Nam etsi huius Universitatis, quæ ab exiguis profecto initiis paulatim crevit, annus diesque natalis nulla satis certa ratione demonstrari potest, tamen communis hæc est opinio eruditorum quæ constat ex annalium monumentis, iam inde ab exeunte sæculo XI post Christum natum publice traditam esse in hac urbe iuris Romani disciplinam, qua primum tenebris mediæ ætatis, quam vocant, discussis quædam quasi lux sapientiæ ac libertatis gentibus et nationibus affulsit, ex eisque tamquam incunabulis progrediente ætate hanc almam studiorum parentem existisse. Quo vero antiquæ matris memoria maiore cum dignitate renovaretur, placuit eidem Senatui, ut indictæ feriæ sæculares maxima Doctorum frequentia et lectissimorum ingeniorum splendore non modo Italiæ sed etiam ceterarum gentium celebrarentur. Itaque Senatus nomine vos, viri amplissimi et doctissimi, et collegas vestros in partem lætitiæ nostræ vocamus rogamusque, ut, quod vestro commodo fieri possit, unum pluresve legatos ad nos mittatis, qui præstituta die festis sollemnibus intersint. Magna quidem in spe sumus, vos pro humanitate vestra singulari nostraque vel ufficiorum vel studiorum necessitudine et coniugatione hanc invitationem benevolis animis esse accepturos. Quod si ita fiet, valde nobis gratum erit, si, simulatque legatum vel legatos decreveritis, nos feceritis per litteras certiores. Quod superest, vobis, viri amplissimi et doctissimi, atque Universitati vestræ laborum studiorumque vestrorum fructus uberes et diuturnos bonaque omnia exoptamus.

D. [Die] Idibus Decembr. [Decembris] MDCCCLXXXVII [1887] Bononia

Il Rettore Dell’Università di Lettere e Arti dell’Università di Bologna

All’illustre Senato dell’Università di …
Porge i propri saluti

Il Senato della nostra Università alla presenza dell’intero Collegio dei Docenti, ha deciso che l’anno prossimo si tengano gli ottavi festeggiamenti secolari il giorno antecedente le Idi di giugno. Infatti, anche se non si possono dimostrare con sufficiente ragionevole certezza né l’anno né il giorno natale di questa Università che è cresciuta a poco a poco da inizi ben modesti, è tuttavia opinione comune degli studiosi certificata dai documenti degli annali, che si era manifestamente tramandato in questa città già dalla fine del secolo undicesimo dopo Cristo lo studio del Giure Romano e che grazie a questa attività, dissipatesi per la prima volta le tenebre dell’evo che chiamano di mezzo, una certa qual luce di saggezza e di libertà rifulse davanti ai popoli e alle nazioni, e che proprio da quegli incunaboli con il trascorrere del tempo è scaturita questa superna genitrice di studi. Perché quindi sia rinvigorita la memoria dell’antica madre con maggiore onore, è piaciuto allo stesso Senato che si celebrassero le feste secolari programmate con il più grande concorso dei Docenti e con lo splendore delle più scelte menti non solo d’Italia ma anche delle altre nazioni. Pertanto, a nome del Senato chiamiamo voi, Signori illustri e coltissimi, e i vostri Colleghi affinché partecipiate alla nostra gioia e vi chiediamo, cosa che potete fare a vostro agio, di mandare a noi uno o più vostri rappresentanti, affinché intervengano ai solenni festeggiamenti nel giorno stabilito. Invero, speriamo fortemente che voi possiate accettare questo invito di buon grado e per la vostra personale cultura e per la nostra necessità di organizzare il tutto e di pianificare le sessioni di studio. Se così sarà, ci farà molto piacere se ci comunicherete a mezzo lettera i nominativi del vostro o dei vostri rappresentanti non appena li avrete designati. Infine, auguriamo a voi, Signori illustri e coltissimi, ed alla vostra Università ogni bene auspicando che i frutti delle vostre attività e dei vostri studi siano fecondi e duratori. Nel giorno

delle Idi di Dicembre MDCCCLXXXVII [13 dicembre 1887], Bologna

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