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Laurina, Devoto e Cecati: “Molto grave inviare come Consulta comunicazioni non condivise da tutti”

"E' già successo una volta, speriamo sia l'ultima".

Porticato del Laurina

“Troviamo molto grave che siano mandate comunicazioni da parte della Consulta del centro storico come se fossero tutti d’accordo e l’abbiano tutti condivisa, quando assolutamente non è così. Non parlano certo a nostro nome, che quella comunicazione come altri membri della Consulta non solo non la condividiamo, ma crediamo che sia decisamente sbagliata: nel metodo e nel merito”. Così in una nota gli esponenti della Consulta Centro storico Sarzana Clelia Devoto (vice presidente) e Stefano Cecati. “La Consulta – proseguono – non è un organismo politico, ma consultivo: il suo presidente (Giovanni Fiore, ndr), che ha tutta la libertà di essere all’esterno sostenitore o parte di una forza politica, dovrebbe garantire il ruolo istituzionale della consulta come organismo consultivo per l’amministrazione, evitando di cercare sostenitori e mandare comunicati di evidente natura politica a nome di tutti. Se alcune persone, non tutta la Consulta, la pensano in un modo possono tranquillamente dire come la pensano loro e firmarsi, ma non utilizzare il nome della Consulta che è anche nostro e di altri: è già successo una volta, speriamo sia l’ultima”.

“Sul Laurina, avendo chiesto di fare accesso agli atti a un consigliere comunale (non sappiamo invece gli altri componenti della Consulta su che informazioni si basino) – prosegue l’intervento -, è del tutto palese che le condizioni della chiusura risalgano dal 2016, come del resto sostiene la stessa proprietà privata. Purtroppo non crediamo né che siano pazzi, né che siano incompetenti. Come d’altra parte se è vero che il dirigente poteva intervenire nei trenta giorni dalla presentazione della SCIA e sarebbe stato certamente meglio che farlo il giorno dopo, è palese che gli uffici comunali si siano trovati in enorme imbarazzo quando quella SCIA è arrivata sul loro tavolo avendo nel 2016 rinunciato il Comune con la sua Giunta ad inserire tra le parti in cui sono riconosciuti i diritti pubblici curiosamente proprio il portico, o ancora avendo creato nel tempo una barriera architettonica su Via Gori e autorizzato un permesso di costruire che già prevedeva nel 2016 i vetri sul porticato. Ora l’amministrazione trovi il modo per il riconoscimento del diritto pubblico del portico su cui camminano i sarzanesi da sempre”.

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