“La situazione è tragica”. Si lascia andare allo sconforto la signora Franca dell’azienda agricola Arcadia di Bagnone, che gestisce insieme al figlio Alex Zucchetto. La notizia di ieri della chiusura dell’impianto irriguo a Bagnone, il primo in Toscana a fermarsi per motivi di siccità, perché il canale da cui attinge, il Marana, è completamente secco, aveva fatto capire del momento particolarmente duro che stanno vivendo nell’entroterra della nostra provincia. Ce lo conferma la signora Franca: “L’erba è sparita – racconta – i prati non ci sono più, qua è tutto marrone. Ormai l’erba la possiamo vedere solo in foto: cosa daremo da mangiare alle bestie?”, si chiede sconsolata. Non piove e i pascoli sono spariti: poche parole che rendono l’idea di una economia messa a dura prova. L’agricoltrice prosegue: “Quando piove, piove con violenza, dura poco e subito il terreno si asciuga. L’ultima volta la forza del vento ci ha danneggiato il fienile. E’ troppo secco e la poca acqua che piove scivola via”.
Il problema sono gli animali da allevamento che possiede Arcadia, mucche razza angus, come ci spiega la signora Franca: “Sono mucche da carne, abbiamo un pezzo di pascolo ma ora è tutto color marrone, senza erba, il fieno è poco e quello che compriamo costa un occhio della testa. Chi mi approvvigiona mi ha detto che nel Lazio e nella bassa Toscana, dove solitamente si rifornisce, hanno vietato loro di raccogliere il fieno perché dicono che ci sono i cinghiali malati per via della peste suina. Ma chi prende le decisioni non ha la più pallida idea di come aiutare chi lavora. Dobbiamo pagare bollette di acqua, di Gaia di importo immane anche perché dobbiamo bere noi e anche le mucche e da noi comunque l’impianto irriguo che ora hanno chiuso non è mai arrivato. Dobbiamo pagare il gasolio per i trattori. Dobbiamo pagare il fieno. Stiamo male, questa emergenza ci sta ammazzando”.