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L'intervista

“Il modello è l’Eurac di Bolzano, a Vallegrande può nascere una Cittadella della scienza”

Fausto Strozzi, esperto in Tecnologie Ambientali, ha elaborato un corposo documento nel quale ha tentato di spiegare la sua intuizione. L'ingegnere racconta a Città della Spezia cosa immagina per il futuro della maxi-area Enel: "Il settore dei nuovi materiali è in crescente sviluppo e risponde alle sfide di riuso e di sostenibilità ambientale, particolarmente utile nel comparto della Nautica, fiore all'occhiello della nostra provincia. E ancora: "La bonifica del suolo può rappresentare un “momento” di straordinario ed effettivo raffronto fra le tecnologie di biofitorimediazione e quella del termoplasma".

Quale futuro per la grande area di Vallegrande in seguito alla dismissione della centrale termoelettrica? La situazione energetica, resa ancor più complessa dall’inasprirsi del conflitto Ucraina-Russia, impone molta cautela nel vagliare tutti gli scenari mentre Enel, che è e rimane il proprietario, ha iniziato a ragionare su varie ipotesi di utilizzo. Qualcosa è filtrato in questi mesi fra opzioni come pannelli fotovoltatici, stoccaggio container e anche una suggestione legata alla produzione di idrogeno verde. Il dibattito sul tema si è inevitabilmente arenato con la campagna elettorale e riprenderlo diventa doveroso. Una sorta di lancio di idee che ha coinvolto negli scorsi mesi diversi soggetti che hanno avanzato i loro spunti.

Fausto Strozzi, ingegnere, esperto in Tecnologie Ambientali, ha elaborato un corposo documento nel quale ha tentato di spiegare la sua intuizione: realizzare nell’area di Vallegrande una Cittadella della Scienza, che andrebbe a sostenere le possibili attività industriali innovative da parte delle aziende coinvolgibili: un luogo che possa ospitare centri di ricerca specifica, al servizio delle aziende medesime, con un orizzonte temporale al 2030: “Nella mia idea – spiega Strozzi – la Cittadella della Scienza dovrebbe essere proprietà di un gruppo di aziende interessate ad aprire nuove sedi ma anche di rispettive aziende di filiera. Un esempio è costituito da IIT ed Eurac di Bolzano, concreto e consolidato riferimento, che, con successo, da circa di vent’anni operano nell’ambito della produzione di idrogeno verde per l’autotrazione. Penso che Confindustria della Spezia possa assumere il ruolo di guida e dare un diretto contributo allo scopo”.

Eurac di Bolzano

Di che cosa si dovrebbe occupare questa Cittadella della Scienza?
“Un centro di multi-ricerca, attività scientifiche riguardanti le biotecnologie, le nuove energie e i nuovi materiali, un centro in stretto contatto anche logistico con nuove aziende impegnate soprattutto in attività rivolte alla difesa dell’ambiente che così potranno essere sostenute fin dalla loro nascita dalle attività del centro stesso. Settori come Eco-Tech, High-Tech, magari con il coinvolgimento di Cnr ed Enea, che già sono sul territorio e potrebbero trasferirsi nella Cittadella o addirittura assumerne la leadership scientifica. E naturalmente Enel potrebbe essere coinvolta non tanto per un mero sostegno economico ma soprattutto come Front Company del Gruppo per tutti i contatti col mondo scientifico nazionale ed internazionale. Mi preme porre in grande evidenza che la bonifica del suolo dell’area Enel, può rappresentare un “momento” di straordinario ed effettivo raffronto fra le tecnologie di biofitorimediazione e quella del termoplasma”.

Per quanto riguarda l’Eco-Tech, dalle biotecnologie, alla produzione di energia “pulita”, le linee di ricerca e sviluppo possono essere diverse e integrate.
“Energia da fotovoltaico avanzato, ad esempio, ma anche quella da H2Verde, ottenibile dall’acqua, e H2 Blu ottenibile dalla Biodigestione del Forsu. Sempre restando nel campo energetico ed espressamente osservando l’energia idroelettrica proficui progetti di R&S potrebbero riguardare lo sviluppo e l’utilizzo di turbine sempre più efficaci. In riferimento all’High-Tech, il settore dei nuovi materiali è in crescente sviluppo e risponde alle sfide di riuso e di sostenibilità ambientale, particolarmente utile nel comparto della nautica, fiore all’occhiello della nostra provincia. I cantieri potrebbero essere interessati nell’attività di ricerca per materiali da impiegare nella realizzazione degli scafi o degli stampi per specifiche produzioni oltre che all’utilizzo di H2V per la mobilità”.

La Spezia, la centrale Enel da Pitelli (2017)

Altre iniziative correlabili?
“Un centro di formazione come ponte fra le specifiche attività di ricerca: potrebbe essere la sorgente di un incubatore di start up innovative. Voglio aggiungere, in un tempo in cui si sta svelando concretamente il problema della crescente siccità, che un notevole contributo operativo oltre che come “disponibilità” scientifica, potrebbe darlo la circostanza di avere una disponibilità giornaliera di circa 15 milioni di litri di acqua depurata nell’impianto di Acam Acque, in località Stagnoni, decisamente limitrofa all’area Enel. Il riuso in agricoltura di questa ingente quantità giornaliera di acqua appare per me chiaramente un obiettivo impellente che deve coinvolgere sinergicamente le parte pubblica e quella privata”.

 

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