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Sprugoleria

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La fama di Giovanni Capellini messa in ombra da… una palma

Il monumento a Giovanni Capellini coperto da una palma

Tanti sono gli incontri per ricordare Giovanni Capellini che scomparve giusto cento anni fa.

Scienziato senza pari nell’analisi dell’evoluzione del mondo, per gli Sprugolotti è figura importante perché dell’antica Sprugolandia che aveva vista da bambino e poi da giovane, ricordò l’immagine antica. Per questo egli resta per noi un testimone imprescindibile per capire come era Sprugola City prima che la venuta dell’Arsenale non la sconvolgesse per sempre.

Gli appuntamenti che si susseguono lo celebrano, e quanto mai meritatamente, per queste sue attività ma della sua rappresentazione fisica sembra che nessuno s’interessi: né chi di dovere né il gran numero di persone che entusiaste non si perdono uno degli appuntamenti che gli si sono dedicati.

Per intendere che cosa io voglia significare è sufficiente andare lungo via Diaz verso il mare.

Una volta, fatti pochi passi dopo via Chiodo. non si poteva non vedere un grosso masso appuntito con inserito, in alto, un medaglione con il profilo dello scienziato. Lungo la roccia delle ammoniti graffite a rappresentare i fossili che lui a lungo e bene studiò e la scritta A Giovanni Capellini La Spezia. E lasciamo perdere che l’articolo sia scritto con l’iniziale maiuscola.

Questo una volta. Oggi no. La gente sfila davanti al monumento, la rappresentazione fisica, e non s’accorge di nulla perché una palma gli è stata piantata davanti. Chissà quando l’hanno interrata, probabilmente era piccola e non dava noia ma oggi e non da un giorno è così grande che oscura l’intero monumento nascondendolo alla vista di tutti.

Solo chi lo sa, lo può vedere. Bisogna entrare di sbieco nella ciodenda perché solo in questo modo si può ammirare quest’opera che testimonia l’intuito geniale di una persona ma anche la sua attività e l’impegno iniziato da bimbo e continuato per l’intera esistenza. Perché nessuna dote naturale porta al successo se non è supportata dalla tenacia dell’attenzione e dalla sollecitudine nello studio.

Ma anche il monumento, quando lo si vede, desta perplessità che sono ben visibili le impronte lasciate dagli agenti atmosferici.

Dunque, la ricetta che è molto semplice.

Siccome i tagliatori di piante, pini o palme che siano, mi sono sempre stati fortemente antipatici, si estragga la pianta e la si collochi a dimora dove non ostacoli la vista a nulla. E si dia una ripulita al monumento.

Chi deve farlo? Ovviamente, la Civica Amministrazione ma questa richiesta la avanzino i cittadini che vanno a sentire i convegni su Capellini e l’Accademia che gli è intitolata.

Più attenzione alle nostre cose. Stanno anche assediando l’Ubaldo.

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