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Tortorelli: “La soluzione per gli Oss c’era e c’è, ma la politica e le istituzioni non l’hanno voluta. Spieghino perché”

Presidio davanti al Sant’Andrea per una sanità di Serie A

“Ho letto sul vostro quotidiano online che è ancora pesante la situazione degli Oss e delle loro famiglie. Ad oggi ancora oltre 100 persone rischiano di trovarsi “per la strada” e le rispettive famiglie prive di sostegno economico.
La soluzione c’era e c’è.

Già anni fa alcuni rappresentanti degli Oss interpellarono anche Cittadinanzattiva per avere lumi e consigli.
E già all’epoca suggerimmo una soluzione : costituire una società a totale capitale pubblico tra i Comuni e l’Asl 5, cui affidare con il sistema c.d. in house la gestione del servizio, “trasferendo” i lavoratori dalla vecchia società appaltatrice del servizio alla costituenda società pubblica. Nel consiglio di amministrazione di quella società, ipotizzammo anche la partecipazione di rappresentanti di cittadini e lavoratori, ai fini del monitoraggio della qualità e delle condizioni lavorative.
E il nostro suggerimento lo rendemmo pubblico.
Purtroppo quella via non venne seguita, illudendo i lavoratori con false prospettive di assunzione diretta (non praticabili) ed ora con il concorso pubblico che, essendo indistintamente diretto a partecipanti di ogni regione, ha lasciato “fuori” molti dei nostri Oss.
La soluzione proposta è stata poi praticata dalla Regione Puglia (con la delibera di quella Giunta regionale n.951/2020) e “validata” dai giudici amministrativi (Tar Lecce 2986/2014 e Tar Lazio 5946/2021 ove testualmente “Non vi è violazione dei principi del pubblico concorso e del buon andamento, ma mero rispetto delle garanzie dei diritti dei lavoratori previste dalla legge e dai contratti collettivi per le ipotesi di subentro nell’appalto e di trasferimento d’azienda, nella clausola sociale nota come clausola di « protezione » o di salvaguardia sociale o « clausola sociale di assorbimento », trattandosi di un istituto previsto dalla contrattazione collettiva o da specifiche disposizioni legislative statali, quali gli artt. 69, d.lgs. n. 163/2006, 63, comma 4,d.lgs. 13 aprile 1999 n. 111 e 29, comma 3, d.lgs. 10 settembre 2003 n. 276, che opera nell’ipotesi di cessazione d’appalto e subentro di imprese o società appaltatrici e risponde all’esigenza di assicurare la continuità del servizio e dell’occupazione nel caso di discontinuità dell’affidatario; inoltre, la conservazione dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda è prevista dalla Direttiva 12 marzo 2001 n. 23/CE e dall’art. 2112c.c., la cui applicabilità, ricorrendo determinate condizioni, deve intendersi estesa anche al caso in cui il trasferimento derivi non da un contratto fra cedente e cessionario, ma da un atto autoritativo della P.A..”).

Era (ed è sufficiente) investire del problema un esperto amministrativista ed avere un preciso iter per risolvere il problema nei termini già tracciati dalla Regione Puglia.
Si sono spesi milioni di euro per consulenze ed incarichi per il nuovo Felettino con il risultato di avere un appalto che impoverirà l’Asl e indebiterà gli spezzini e non si sono voluti spendere qualche decina di migliaia di euro per avere un parere sull’internalizzazione degli Oss e salvaguardare così lavoratori e famiglie.

La politica regionale e le istituzioni spieghino il perché!”.

Rino Tortorelli
Vice segretario regionale Cittadinanzattiva Liguria
Membro del “Manifesto per la Sanità Locale”

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