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L'addio a costa

Solo un po’ di suspense, poi Piscopo viene eletto presidente del Consiglio. Menzione per Peserico, ma la maggioranza ha un problema

Alla fine l’ha spuntata Salvatore Piscopo, eletto presidente del Consiglio comunale, come aveva preannunciato nei giorni scorsi il sindaco Pierluigi Peracchini, che è l’altro vincitore della prima seduta dell’assemblea cittadina. Il neo presidente, infatti, ha così voltato le spalle ad Andrea Costa, sottosegretario e leader locale di Noi con l’Italia, che aveva mal digerito l’esclusione dalla giunta e aveva rimandato al mittente la proposta della casella della gestione del Consiglio. A nulla sono valsi i tentativi di fare uno sgambetto al primo cittadino portando l’elezione del presidente alla terza votazione, dove Piscopo ha avuto la meglio su Peserico, nome proposto nelle schede dell’opposizione e sostenuto da un paio di elementi della maggioranza, facilmente identificabili in Fabio Cenerini, consigliere esperto che non ha visto di buon occhio la decisione di Peracchini di avocarsi la scelta del presidente, e Stella Pollina, neo consigliera eletta nella lista civica del sindaco ed esponente di Noi con l’Italia.
Il tutto si è svolto nella classica atmosfera da primo giorno di scuola che caratterizza la prima adunata di ogni consiliatura. Sui banchi, a dare il benvenuto a nuovi e vecchi frequentatori dell’aula, c’erano come di rito le copie dello statuto del Consiglio comunale, mentre al centro della sala venivano scambiate strette di mano e saluti. Al primo appello qualche momento di imbarazzo nel rispondere utilizzando il microfono, mentre dall’androne delle scale risuonavano le urla della delegazione degli Oss di Coopservice rimasti senza lavoro.
Preso atto dell’assenza dei consiglieri Oscar Teja e Luca Piaggi, il presidente di giornata Marco Tarabugi, risultato il più votato, ha invitato tutti a osservare un minuto di silenzio in ricordo di Franco Borachia.
Poi la seduta è stata sospesa per un problema informatico, mentre Marco Raffaelli chiedeva all’amministrazione di dare ascolto alle Oss, magari a fine seduta, sollevando il dubbio di legittimità sulle nomine dei consiglieri delegati, non essendo presenti nello statuto.
Per il segretario generale Sergio Camillo Sortino ha spiegato che si tratta di “consiglieri incaricati”, ai quali viene chiesto di seguire alcune materie per conto del sindaco, ma Piera Sommovigo, con piglio avvocatesco, ha replicato: “Nel decreto si parla più volte di delega. E i pareri richiamati sono proprio relativi all’affidamento delle deleghe. Credo sia necessario l’intervento dell’avvocatura civica”. Ma Sortino, per dirimere la questione, è andato oltre e ha annunciato che il parere sarà chiesto direttamente al ministero dell’Interno. Arrivati al punto dell’elezione del presidente del Consiglio Cenerini ha chiesto una sospensione per una riunione di maggioranza, “avendo appreso della candidatura dalla stampa, in maniera inusuale”.
Al rientro in Sala Consiglio la votazione segreta a maggioranza dei 2/3 aveva prodotto 17 schede a favore di Piscopo, 13 bianche e una nulla: due esponenti della maggioranza non si sono allineati al dettato del sindaco.
Prima della seconda chiamata anche l’opposizione si è riunita, evidentemente per scegliere il nome con il quale cercare di mettere in difficoltà la maggioranza. Al termine della seconda votazione Piscopo era rimasto a 17, mentre 14 voti sono andati a Giacomo Peserico, consigliere apprezzato trasversalmente e in pole position per un posto in giunta che è sfumato per non aver accettato di svolgere un incarico full time. Ancora una fumata nera per l’assenza della maggioranza dei 2/3: sguardo alla terza votazione con lo scontro tra i due nomi più votati e prevalenza, in caso di parità, del consigliere più anziano. Così la minoranza di centrosinistra, con un mese di ritardo, è riuscita a portare il centrodestra al ballottaggio, mentre nelle fila della maggioranza si notavano i conciliaboli nei quali Cenerini cercava di far pesare il ruolo del Consiglio e dei partiti nella scelta del presidente.
Da una parte un ex assessore alla quarta consiliatura consecutiva, dall’altra un’esperienza di cinque mesi. E qualcuno che ha iniziato a pensare che lo sgambetto potesse prendere corpo. Invece, confermando i 17 voti per Piscopo (compreso quello di Peserico, quindi), l’elezione si è conclusa con la sua elezione, a fronte di 13 schede per Peserico e una bianca.
Con un pizzico di commozione il neo presidente ha parlato di “onore e gratificazione” e ha assicurato che “nessuno dovrà sentirsi escluso dalla possibilità di espletare al meglio il suo mandato”.
Ennesima votazione per individuare il vicepresidente vicario in Raffaelli e il vicepresidente in Gabriella Crovara, quindi è stato il momento del giuramento del sindaco Peracchini, che ha prima ringraziato gli elettori per l’assenso ricevuto alle urne e ha lanciato un appello ai consiglieri perché “le sfide che attendono la città non sono di una parte”.
Pierluigi Peracchini
Se il buon giorno si vede dal mattino… nella maggioranza sembra esser già nata una fronda di scontenti e delusi per le scelte del sindaco. Come spesso accade con il secondo mandato, anche quello di Peracchini sembra destinato a vivere un confronto serrato tra il primo cittadino e la maggioranza.
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