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Fermo nazionale oggi e domani

I tassisti si fermano: “No al decreto concorrenza, non vogliamo diventare come i rider”

Considerano arrivata fuori tempo massimo la proposta della viceministra Bellanova di aprire un tavolo per riscrivere l’art. 10 del Ddl concorrenza. E così anche i tassisti spezzini di Confartigianato e Cna hanno deciso di aderire al fermo nazionale proclamato per oggi e domani, 5 e 6 luglio. In tanti professionisti della categoria , alla Spezia così come a Sarzana e Porto Venere, hanno voluto scioperare nonostante gli imponenti flussi turistici che non mancano nemmeno oggi, nella solita direttrice mare-stazione, assicurando che in ogni caso saranno comunque garantiti, per oggi e domani, i servizi essenziali, come per esempio i viaggi da e verso l’Ospedale. “L’articolo 10 del Ddl concorrenza va stralciato perché noi non vogliamo diventare come i rider – attacca Daniele Da Costa, presidente di Confartigianato Taxi -. Così si mette in concorrenza un servizio pubblico regolato e contingentato con tariffe e turni stabiliti dai sindaci delle varie città con realtà come Ncc dove queste regole non esistono. A quel punto piattaforme come Uber potrebbe pescare anche da quella categoria. E’ bene chiarire che noi non siamo contrari alla tecnologia: abbiamo radio taxi e alla Spezia in particolare il pagamento con il Pos è possibile dagli anni Ottanta. Io personalmente accetto il pagamento con il Bancomat da 32 anni, prima avevo il printer e ricordo bene le campagne pubblicitarie che recitavano “Paga il taxi con una firma”. Se oggi ci devono essere delle piattaforme, devono essere nazionali e uguali per tutti. Al di là dell’apprezzata disponibilità da parte del Governo, di recepire tutte le richieste avanzate dalle associazioni il percorso è ancora tutto da costruire e la priorità è che l’incontro con il ministero avvenga al più presto”.
Come detto, i temi in discussione sono noti da tempo, ripetuti dai delegati anche durante la protesta di questa mattina, presso il piazzale della stazione ferroviaria.

Tassisti spezzini in protesta

Che cosa chiedono? Innanzitutto la distinzione netta tra servizio taxi e servizio Ncc, poi la semplificazione degli adempimenti amministrativi e, soprattutto, la regolazione delle piattaforme digitali distinguendo tra intermediazione e interconnessione, precisando che quest’ultima è quella effettuata dagli organismi economici che hanno responsabilità nel trasporto fin dall’origine del contratto. Alberto Caruso, presidente dei tassisti di Cna, aggiunge:” Già avevamo chiesto la regolamentazione del Ncc nel 2019 durante l’allora governo Conte uno. Ci sono esempi non virtuosi come le autorizzazioni da parte di diverse regioni nei confronti di soggetti che lavorano a Roma, cosa che non sarebbe legale. Con lo sviluppo delle piattaforme diventerebbero tassisti, di fatto senza obblighi geografici”. A Roma le chiamano ‘licenze burine’, nel senso che sono licenze relative ad altri comuni ma che lavorano sulla Capitale. “Avevamo chiesto per questo di portare avanti la riforma di tre anni fa per l’istituzione di un registro elettronico nazionale, attraverso il quale era possibile conoscere quanti e quali licenze comune per comune, poi con la caduta del governo Conte si è deciso per un atto sleale, inserendo la riforma del taxi nel decreto concorrenza”.

Tassisti spezzini in protesta
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