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Ex Sio, avviato il cantiere. Italia nostra scrive a Talea per salvare un filare di tigli fotogallery

I lavori di smantellamento e bonifica dell’area ex Sio sono in corso. La levata di scudi delle associazioni di categoria del commercio e le perplessità di quanti si schierano apertamente a favore delle piccole attività nei confronti della grande distribuzione non sono bastate per scongiurare l’avvio del progetto attraverso il quale Talea società gestione immobiliare spa, facente parte della galassia Coop e presente con centri commerciali nelle province di Genova e Savona, andrà verso l’apertura di un centro Obi, con relativa area commerciale.
Si tratterà di un centro declinato su materiali e utensili da bricolage, per il quale Talea prevede un investimento di oltre un milione di euro, al quale si aggiungono i circa 800mila euro previsti per la bonifica approvata esattamente tre anni fa da Palazzo civico.
Ma se negli ultimi tempi si è assistito alla presa d’atto, e fondamentalmente al silenzio, da parte di gran parte delle voci che prima si mostravano critiche per le conseguenze che l’intervento potrà avere sul tessuto commerciale cittadino, chi non ha abbassato l’attenzione sull’area è la sezione provinciale di Italia nostra.

L’associazione ambientalista presieduta da Luca Cerretti ha mantenuto lo sguardo attento su quanto sta accadendo nel cantiere e su quelli che sono gli interventi in programma, con particolare attenzione all’abbattimento di un filare di tigli a pochi metri da Via Maralunga. Presa coscienza del fatto che la Soprintendenza ligure ha imposto il vincolo culturale e architettonico sull’edificio storico dell’ex Sio all’interno del quale venivano confezionate le bombole contenenti ossigeno o etilene, Italia nostra stigmatizza la decisione di non riservare lo stesso trattamento agli alberi che sorgono dove presto dovrebbe trovare spazio il parcheggio a servizio del punto vendita Obi. “Parliamo di un viale alberato costituito da una decina di tigli ad alto fusto che dovrebbe essere abbattuto, nonostante tutti ci siamo resi conto, soprattutto nel periodo della pandemia, di quanto il patrimonio verde sia un valore straordinario per tutti. Riteniamo inoltre – spiegano dall’associazione – che l’abbattimento non debba avere luogo in quanto il Codice dei beni culturali e del paesaggio (il cosiddetto Codice Urbani) tutela i filari storici, e quello dei tigli di Via Maralunga lo è”.
Per queste ragioni Italia nostra ha scritto a Talea chiedendo di rivedere l’intendimento di abbattere gli alberi, sostenendo che “l’importante presenza vegetale potrebbe anzi aggiungere valore all’operazione commerciale” e temendo che la compensazione promessa con la piantumazione di altri alberi nell’area parcheggio non sia in grado di rimettere a posto le cose.

Non resta che rimanere in attesa per conoscere quale sarà la risposta di Talea.

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